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sabato 22 dicembre 2012

INSIDE

INSIDE
 
Anno: 2011
Durata: 96'
Genere: thriller, horror

Voto: 6,5 

Trama:
Una coppia di rapinatori, Pietro (Valerio Di Benedetto) e Jessica (Joelle Rigollet), entrano di soppiatto nella casa di gente ricca per rubare; pare tutto andare secondo i loro piani salvo scoprire che avevano sottovalutato la coppia di coniugi che abitano lì, Marco (Marco Pancrazi) e Sarah (Francesca Veronica Sanzari).

Recensione:
Un home invasion thriller-horror per il giovane regista capitolino Daniele Misischia. Più venata da elementi di suspence che orrorifici, la pellicola
si muove con discreto incedere pur peccando di credibilità per via di talune scelte quanto meno azzardate e affastellate. Eppure, come in altri lavori del cineasta, si respira coraggio, ardimento, passione per il mezzo cinema e un costrutto di solida base caratteriale.
Non mancano qua e là anche momenti «torture», ma Misischia non gioca la carta del sensazionalismo, mostra quello che c'è da mostrare con la giusta misura e punta di più sull'aspetto tensione. In quest'ultimo il film è oggettivamente vincente: le dinamiche narrative si dispiegano coinvolgendo a dovere anche senza clamorosi picchi di qualità.
«Inside»: ecco un altro merito, ovvero claustrofobizzare lo spettatore «dentro» questa ricercata abitazione privata ricca di particolari, stanze, ripostigli. Misisschia non perde occasione di farcela perlustrare con curiosità, scappando anche noi lontano dall'imminente pericolo.
Interessante poi il personaggio di Alex, che viene a dare man forte ai vessati millantando una serie di sovrastutture ideologiche e religiose da sposare a piene mani. La sua figura è da sottolineare non in quanto ad esse (risibili nel loro non stare in piedi e volutamente esagerate tanto da dare luogo ad un personaggio paradossalmente comico), ma per la recitazione di Claudio Camilli, attore feticcio del regista e presente con ruoli di primo piano in vari suoi film.
Altro punto a favore la colonna sonora, sempre «sul pezzo» e in bilico fra contrappunti elettronici e tappeti di tastiera in grado di impreziosire l'acuità di certe situazioni.
Piuttosto nella parte il cast, tra le cui file milita Marco Pancrazi, il più noto di tutti, già presente in film di livello superiore e fiction. Un plauso anche alle due ragazze, Francesca Veronica Sanzari e Joelle Rigollet, la cui bellezza procede di pari passo a una buona caratterizzazione di ruolo.
Misischia continua così il suo percorso di alfiere del filone indie italiano, denotando non solo pervicacia nel non abdicare al suo estro creativo, ma anche capacità di trasformare la penuria di mezzi in cui opere degne di nota.
Il gap di status sociale fra i rapinatori (di probabile estrazione proletaria o comunque medio-borghese) e i rapinati (lui medico, alta borghesia) parrebbe, anche da talune scambi di battute, dare adito a due interpretazioni: i «poveri» che si vendicano dei ricchi estorcendo loro soldi e gioielli e i ricchi che detengono tutti gli strumenti (materiali e intellettivi) per ovviare a queste invasioni. Non solo, ma questi ultimi si celano dietro a una rassicurante e spendibile facciata puritana per agire surrettiziamente alimentando le loro turpi inclinazioni.
Una forzatura? Forse. Bisognerebbe domandarlo allo stesso Misischia.