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mercoledì 4 settembre 2013

LOUD ROAR: INTERVISTA HARDSTYLE


Entusiasmo, freschezza, vitalità, spudoratezza, slancio. Non si tratta qui di essere bravi a inanellare vocaboli, ma urge uno sforzo per contestualizzare la figura di un giovane, il quale, dopo alcuni anni passati a zompettare sui battiti della musica elettronica violenta in varie piste da ballo, ha deciso di mettersi dietro alla
consolle. Il suo nome è Davide Ruggiero, in arte Loud roar, che è entrato da qualche tempo nel rooster dei deejays dell'organizzazione di eventi Insound e che collabora con il gruppo Hardream. Loud è un fiume in piena, non ha peli sulla lingua e ci tiene a tenere ben sollevato il vessillo della gioventù come forza motrice in grado di realizzare obiettivi, concretizzare l'adrenalina interiore e, perché no, dare voce ai sogni. Il tutto ovviamente incorniciato dal minimo (anzi massimo) comun denominatore della musica hardstyle, passione, stile di vita, forza in cui riconoscersi contro i pregiudizi. Settore musicale che Loud condivide con gli altri colleghi di Insound, la sua grande famiglia.

Iniziamo in modo classico: presentati ai lettori del mio blog e dimmi per favore il significato del tuo nome Loud roar.
E' nato con il mio amico Ivan Maister (uno dei vocalist delle serate Insound), che mi chiamava sempre «ruggito», «ruggine»; «ruggito» mi pareva quindi un riferimento figo per la musica che suono, ci ho aggiunto l'inglese «roar» ed ecco «forte ruggito». E sempre Ivan mi ha spinto a provare a suonare, tanto più che, venendo agli eventi, respiravo il clima fantastico che si crea qui. Adoro vedere la gente che balla per lo stile di musica che mi piace e metto. Nasco come appassionato di hardcore e l'evoluzione mi ha portato poi a preferire l'hardstyle.

E' innegabile come l'harstyle si sia evoluto al punto tale quasi da stravolgersi; il pubblico giovane di oggi sta crescendo con il nuovo orientamento new style. Che atteggiamento ritieni che i ragazzi abbiano verso il raw?
E' tutta una questione di gusti, di come senti la musica; se ti riconosci in cassa piena, poca melodia, allora sei più «all'antica». Oggi credo che si abbia più voglia ascoltare pezzi dotati di spinta, di un bel kick e di aumento di bpm, la mia generazione è nata con gente come Headhunterz, Zatox, Ran-D. Anche solo in Italia il movimento si è trasformato tantissimo e noi di Insound siamo sempre in prima linea con un gruppo fortissimo.

Più di me hai un contatto diretto con la gioventù; dei ragazzi di oggi molti dicono peste e corna, ma che idea ti sei fatto dei tuoi coetanei sinceramente? Hanno ancora dei sogni oggi? E sono superficiali?
Tutti abbiamo dei sogni, noi siamo il futuro, tutt'altro che spenti, pieni di idee; gli altri dicono il contrario perché non sono con noi, ma, se fossero qui stasera ad esempio, si rimangerebbero quel parere. Qui a Insound, oltre ai nomi più importanti, c'è tutto un gruppo di giovani che spinge per venir fuori; basta che abbiate voglia di conoscerci, di saperci ascoltare, non siamo pazzi o cattivi, siamo una bomba pronta a esplodere. Non nego che qualche volta ci vuole la raccomandazione, ma, quando qualcuno ti aiuta, dopo non lo devi scaricare, è anzi un modo di lavorare insieme verso un obiettivo e un'intesa comune. A Insound funziona proprio così: un giovane dj qui non parte da zero, inizia con le pubbliche relazioni, cresci nello staff e le prime volte che suoni non te ne deve fregare se ci sono 2 o 500 persone a guardarti, suoni con piacere e basta.

Sei entrato infatti in questa importante scuderia; che effetto ti fa operare in un contesto in cui arrivano i più grandi big al mondo del genere?
Parlare con Zatox, Tatanka o gli Psyko Punkz è qualcosa di magico e indescrivibile, ricordo ancora quando mi sono messo a guardare suonare Zatox, un'emozione pazzesca! Questa è davvero un grande famiglia, non è un modo di dire, ma condividiamo idee, passione e modi di essere. Noi accogliamo tutti con voglia di integrare, si sta vicino per far capire il perché veniamo a ballare. Anche per dare contro alle voci di qualcuno: noi non siamo tossici o malavitosi, facciamo quello che amiamo; la gente non ha la mente aperta, è ignorante in quanto non conosce, non si interessa eppure giudica.

In una recente intervista a un producer italiano di un altro genere, Sander, lo stesso mi disse che a suo avviso generi come hardstyle e hardcore non hanno mai conosciuto declino poiché non si sono mai sputtanati, hanno mantenuto l'identità. Sei d'accordo? E che atteggiamento hai verso l'hardcore?
Beh, hardstyle sempre nel cuore, assolutamente! Per il resto, prima c'era lo scontro fra l'house i nostri generi, ma alla fine abbiamo vinto noi e sai perché? Perché non ci siamo divisi: gabber e hardstylers hanno camminato insieme, nelle serate si affiancano anche se si parla di gruppi di fans diversi. Prendiamo esempio da posti come l'Olanda, dove la mente è bella accesa; noi non vogliamo strafare subito e i nostri artisti, anche i più rappresentativi, hanno una crescita costante ma giusta.

Gli hard sounds, oggi irrefutabilmente in netta crescita, sono in grado di cogliere quel bisogno di ribellione e di aggregazione insiti nel dna dei ragazzi. Com'è questo clima fra di voi?
Qualcosa di fantastico, fatto da gente presa bene, coinvolta, dai, che figata, se non venite qui non potete capire! Sono sicuro che anche uno abituato alla house, se capitasse in un nostro evento, si divertirebbe! Come si fa a non stare bene in questo contesto? L'hardcore in particolare ti aiuta a spingere fuori il disagio, la rabbia e, quando ti ritrovi a ballare alla velocità della luce, capisci dov'è il benessere; è una liberazione dai problemi della scuola, della famiglia...

Anziché compiere un omicidio (scherzo)...
Non proprio così, ma sei sulla strada giusta (ri-scherza)...

Mi stupiscono gli ingenti investimenti di marketing dietro agli hard sounds soprattutto nei video: masse oceaniche di persone, eventi in locations immense, belle fighe, sorrisi a profusione e uno stile di vita vincente. Tutto ciò è molto attraente per il pubblico, ma capita soprattutto in Olanda; ritieni che in Italia arriveremo a un tale livello?
Se ci diamo tutti una bella sveglia e facciamo le cose insieme, magari sì, altrimenti la vedo dura. Lassù c'è proprio la mentalità, la cultura giusta, il rispetto per i gusti, per l'arte pure forse; ed è questo che permette quegli investimenti che dicevi. Gli italiani sono lontani anni luce...

Mi sarebbe facile citarti i soliti noti e domandarti se rientrano nelle tue passioni e la risposta sarebbe altrettanto scontata. Citami invece uno o più artisti che reputi sopravvalutati e che proprio non ti fanno impazzire.
Senza dubbio i Radical redemption, non mi piace il suo stile; ce ne sono poi diversi che, dopo aver raggiunto l'apice, per vari motivi cadono, questo non vuol dire che almeno in passato non siano stati dei grandi.

Immagino avrai molti conoscenti che con il mondo dell'hard non c'entrano nulla; come spieghi loro il tuo stile di vita? Cosa ne pensano?
Bordello. Per loro la mia ragione di vita è solo bordello, casino. Una canzone è solo «dum-dum-dum»? Un paio di palle! Dietro c'è un lavoro di mesi di gente che si spacca il culo, non è buona la prima a computer. La musica elettronica è competenza, aggiornamento; ovviamente chi fa musica con gli strumenti avrà competenza, ma è qualcosa di diverso, non per forza superiore. Io non li giudico, non capisco perché loro debbano giudicare me e noi; io glielo spiego una, due, tre volte e poi mi scazzo. In questo ho la coscienza a posto perché li invito anche alle serate e ho la pazienza di spiegare quello in cui credo io.

Oggi le produzioni hardstyle sono alquanto standardizzate; ho l'impressione che molto di quello che esce si colloca su buoni livelli e risponde ad esigenze consolidate nel mercato. Sei d'accordo? Come può un giovane dj come te emergere in tale contesto?
E' ovvio che ci stiamo commercializzando con l'apertura a nuovi fronti; il bello è che non dobbiamo commercializzarci troppo come la gente ci chiede, dobbiamo essere noi a imporre lo stile. Io da poco ho preso i programmi per produrre, non ho fretta, ho quasi 22 anni, spero che qualcuno si metta una mano sul cuore e mi dia fiducia.
Dimmi qualcosa che non ti ho chiesto.
Ti posso dire la triade di artisti a cui mi ispiro: E-Force, Ran-D, Zatox. Vorrei prendere questi tre stili opposti e unirli in canzoni mie.

In bocca al lupo, Davide, e lunga vita al calore e al colore  della giovinezza.