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martedì 29 ottobre 2013

L'IGNORANZA DEI CELLULARI LASCIATI ACCESI

L'attore/regista Toni Servillo a teatro
BOLOGNA - Nel salotto della famiglia Cimmaruta non irrompono solo i personaggi della commedia di Eduardo De Filippo, ma anche le suonerie dei telefonini. Prima una, poi un’altra, e un’altra ancora. E’ a quel punto che Toni Servillo, entrato in scena da pochi minuti nei panni di Don Alberto Saporito, sbotta e se la prende col pubblico. “E basta con questi cellulari!”.

Lo sfogo di Toni. Se lo spettacolo che è in scena all’Arena del Sole non
fosse ambientato nell’immediato Dopoguerra, parrebbe una battuta del copione. E invece è lo sfogo dell’attore-regista contro un pubblico distratto e poco rispettoso. “Basta, controllateli ‘sti cellulari”, urla
contro la platea, sbattendo il bastone del suo personaggio sul palcoscenico. Accanto a lui, ammutoliti dalla sua rabbia, il fratello Peppe e due attrici. “Non siamo mica scimmiette ammaestrate”, si sfoga cercando di recuperare la concentrazione. Ma il filo è andato perso. “E allora ricominciamo”, dice avvertendo gli altri attori. Esce dal palco, e vi fa rientro, come alcuni minuti prima, nei panni del poveraccio Alberto che va cercando il fratello Carlo a casa dei vicini. E’ Peppe a dare il “la” alla ripresa dello spettacolo. “Fatti i fatti tuoi”, dice rivolgendosi alla cameriera di casa Cimmaruta. Ed ecco di nuovo Toni sulla scena.

Dopo l’episodio della brusca interruzione dettata dal più celebre dei fratelli Servillo - che de “Le voci di dentro” non è solo il protagonista ma anche il regista - Toni si riaffaccia sul palcoscenico a commedia conclusa, e si prende gli applausi scroscianti del pubblico, assieme ai suoi colleghi attori. Torna cinque, sei, sette volte, e saluta affettuosamente con la mano, come a dire: “E va bene, per questa volta siete perdonati”.

Spettacolo interrotto anche sabato sera. Ma un episodio analogo era successo anche nello spettacolo del sabato sera. Questa volta il fastidioso squillo è partito quando stava per terminare il primo atto. A raccontarlo sono gli stessi spettatori presenti. Servillo si è fermato, con faccia sbigottita, come a non voler credere che quella suoneria fosse reale. Poi, rivolto al pubblico: "Vedete, vedete come si interrompe il finale di un atto?". Ed è scattato l'applauso, un'ovazione liberatoria contro gli squilli dei telefonini a teatro.

La rabbia degli spettatori. "E' una cosa intollerabile - la testimonianza di Vincenzo Guerrieri -  è come se durante una azione di contropiede venisse interrotta la partita di calcio: cosa direbbero i calciatori, cosa farebbero i tifosi?". In Facebook c'è chi commenta: "Siamo arrivati a un punto critico", "Persone senza etica", "Troppa ignoranza e maleducazione. Bravo Toni!", Servillo "ha fatto benissimo". E chi ammette: "Io non ho rinnovato l'abbonamento a teatro per questo motivo".

Fonte: www.bologna.repubblica.it