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giovedì 20 novembre 2014

ANDY SPIDER: INTERVISTA A UN EX PORNO ATTORE

Il porno: un mondo che nel bene o nel male si presta a discussioni e riflessioni. Vi è chi lo utilizza per la soddisfazione di pulsioni sessuali, chi per la prurigine della curiosità, chi lo deplora come immorale espressione della natura umana, chi lo eleva a riflessione antropologica. Non è compito di questo blog dirimere tali questioni che tutto sommato lasciano il tempo che trovano; un buon cronista deve ravvisare che un fenomeno esiste e resiste nel tempo e che quindi meritevole di trattazione. E il porno va avanti, in modo molto differente dalle origini ma procede; più impoverito nelle finanze, più striminzito a livello progettuale (quanto meno in Italia), ma vivo. Tra l'altro la mercificazione del sesso in forma artistica si è messa al passo con i tempi quanto a formati di distribuzione: se per i ragazzini della generazione di chi scrive il giornale cartaceo era lo strumento principe di utilizzo, oggi si va in streaming, download. La digitalizzazione insomma ha soppiantato perfino il dvd, il blu-ray (formati che comunque non sono scomparsi), prima ancora la cara vecchia VHS. La destinazione d'uso no, quella è rimasta la stessa; il mercato non ha ancora presentato dispositivi che ci diano... Una mano...
Ma stiamo divagando: l'intervista che oggi proponiamo è rivolta a qualcuno che il panorama hard
tricolore l'ha percorso dalla porta principale: Andy Spider, uno che si è permesso il lusso di fare l'amore con donne ripreso a telecamera da Riccardo Schicci, Luca Damiano o Rocco Siffredi. Romano, anzi romanissimo grazie a una cadenza che più capitolina non si può, Andy oggi non fa più questo mestiere ma non potrà sgomberare la mente dalle memorie di un passato fulgido in cui veramente si riusciva a vivere copulando. Oggi padre di una bimba e gestore del Miki bar nel quartiere Monte Mario, ha “messo la testa a posto” ma, impegnato in progetti cinematografici “normali” e umanitari, rimane ancorato nelle memorie a una stagione pornografica irripetibile.
Quando e come hai cominciato a entrare nel giro?
Nell'agosto 1994 ho fatto il primo film e al momento non mi resi conto dell'opportunità e che sarei andato avanti a buon livello. Partecipai a “Pregnant” dove Schicchi mi chiese di fare l'amore con Milly D'Abbraccio incinta. Non so quanti lo possono dire, io feci il mio primo hard con una donna in stato interessante e oltre tutto una diva dell'epoca! A me sembrò di andare una festa, mi divertii e tornai a casa senza sapere che la pellicola avrebbe fatto il botto. Da lì partì una carriera e fino al 2000 feci quello come lavoro; cominciarono a chiamarmi, funzionavo, o meglio “lui” funzionava bene e non avevo mai problemi. Lavoravo sette giorni al mese portando a casa circa 4 milioni di lire, che allora era tantissimo; non sono stato un gran risparmiatore e me li sono consumati in viaggi, vestiti ed esperienze varie. Ma non rimpiango niente, mi sono divertito e non ho fatto niente di male.
A cosa si deve il nome d'arte “Spider”?
Me lo diede Riccardo (Schicchi): in “Pregnant” Milly D'Abbraccio arriva da uno sfasciacarrozze cercando una bella macchina; io esco all'improvviso con il cazzo dritto e le dico una cosa tipo: “Pigliati 'sta Spider”. Da allora sono diventato Andy Spider e non ho cambiato nome nemmeno nei film non porno che ho fatto dopo. Con Riccardo ho poi partecipato al progetto “Diva futura” nella serie “Le debuttanti”, giovani pretendenti che venivano “provate” da me e altri ragazzi romani. In realtà non erano del tutto debuttanti e si faceva finta di girare all'estero perché era più figo ma eravamo a Roma. Dopo mi contattò Jessica Rizzo, ricordo vari lavori con il grande Luca Damiano come “Napoleone” e “Pussycat”, altri con BMB di Bologna. Insomma un centinaio di film mi vedono nel cast.
Oltre alla collaborazione con Sua Maestà Rocco Siffredi...
Con lui girai “Rocco e le storie tese”, sono quello che segna sempre gol mentre giochiamo a calcio. Devi sapere che amavo questo sport ed ero pure bravino militando in alcune squadre giovanili laziali. Un aneddoto carino è che Rocco, vedendo com'ero motivato per il pallone, mi disse: “Stiamo girando un porno, mica facendo una partita!”. Un altro fatto assurdo che mi successe lo vuoi sapere? Da adolescente affittavo le video cassette porno, il tizio della videoteca me le dava anche se ero minorenne, il mio mito era John Holmes. Anni dopo andai a girare delle cose a Praga dopo aver parlato per un'ora al telefono con il capo di un'agenzia italiana che organizzava là la cosa. Beh, quando sono arrivato, ho visto che si trattava del gestore della mia videoteca! Incredibile la vita a volte...
Visto che abbiam parlato di due personaggi principe del settore e visto che li hai conosciuti, puoi raccontarmi come lavora Rocco e tracciare un ricordo del grande Schicchi?
Roccardo ho sempre detto che per me era un secondo padre, m'ha portato in alto, consigliato, l'ho vissuto nella quotidianità del lavoro sentendolo a volte anche 4-5 volte al giorno. Se sono cresciuto nel porno, lo devo a lui; ero direttore in uno dei club notturni di cui era proprietario. L'ho rivisto un mese prima che morisse, mi fece tenerezza, era quasi cieco. Senza dubbio ha cambiato la faccia dell'Italia per alcune cose e dava fastidio per la sua grandezza così alla fine hanno cercato di boicottarlo con la storia delle accuse e dei processi. Rocco... Che dirti di un uomo tanto grande? Lavorativamente è la persona più diretta e sincera che c'è, lo conobbi tramite Riccardo. Si è trovato a esplodere in un momento in cui aveva intorno attori brutti, lui invece era molto bello, spumeggiante e in più con attributi fisici importanti. Ti posso dire che è l'unico con cui non ho mai avuto problemi, pagava subito e molto bene. Come attore negli ultimi trent'anni è stato il migliore al mondo per non parlare della crescita fino al ruolo di regista e produttore.
Mi è capitato di vederlo in alcune interviste e, a parte il carisma ammaliante, è davvero simpatico.
Assolutamente! Gli piace fare battute, mettere a proprio agio gli attori, ci si ammazza dalle risate con lui. Ma ricordati che quando la luce della telecamera si accende non si ride più e si lavora; in quel momento diventa serissimo perché sa che è la parte più importante. Insomma un professionista; poco da dire, un vero grande.
Nelle tue parole e nel tuo atteggiamento non sento nostalgia a tutti i costi per una giovinezza gagliarda e per il confronto con i tempi attuali.
Forse perché non sono nostalgico di natura, non saprei; certo le cose sono cambiate moltissimo. A parte 2-3 personaggi oggi per un maschio con il porno si arrotonda lo stipendio di un altro lavoro. Se mi dispiace? Boh non mi riguarda, io ho cambiato vita e comunque così va il mondo, non possiamo farci niente. I ricordi di quel periodo? Sai, è un po' come nel cinema normale e nella vita in gener: un mondo di vipere pieno di leccaculi. Ma un grande divertimento di base: a Roma ci ammazzavamo dalle risate, non mi scordo intere serate a sparare una cazzata dopo l'altra e a parlare di figa. Con alcuni di loro, Francesco Malcolm o Franco Moreno, ci si sente ancora adesso. La cosa che più ci piaceva, conta che eravamo ragazzi semplici con famiglie normali, era trovarsi davanti a gnocche disumane che nella vita normale ci saremmo scopati solo se armati di una Ferrari. Invece ce le portavano, noi potevamo farcele e in più venire pagati profumatamente! A volte non riuscivo ad addormentarmi la sera dalla gioia che avevo dentro: non lo credevo possibile!
Per uno come me (purtroppo) non abituato a questo genere di cose la domanda nasce spontanea: al di là di questa più che condivisibile felicità, come gestivi ansie da prestazione o giornate no in cui comunque dovevi produrre una performance concreta e visibile?
Non ti nego che esistevano quei momenti e ogni porno attore, se è onesto, te lo deve confermare. Secondo me bisogna essere disinibito mentalmente; a quei tempi Viagra e Cialis non si sapeva manco cos'erano, la concentrazione era tutto. Ci pagavano molto, pretendevano erezioni continue, interruzioni di scene e avevano ragione. Poi sai, non è che prima potevi imboscarti con la donna e famigliarizzare: spesso il contatto con lei era assente prima e dopo la luce della telecamera. Loro erano professioniste, tu dovevi arrivare già armato, in erezione e il cazzo duro te lo facevi con le mani da solo.
Quindi si trattava di un'azione meccanica? Quasi che il cervello mandasse l'impulso al membro di erigersi grazie a un rituale ormai rodato?
Non so per gli altri colleghi, ognuno avrà il suo modo di lavorare; per me era importante stare tranquillo e pensare che ero un privilegiato e mi andavo a divertire. Sai quanti ragazzi ho visto fare i fighi, tirarsela per quello che stavano andando a fare e poi al momento hanno fatto cilecca? Devi pensare che un porno è spesso un prodotto commerciale e c'è un troupe, almeno prima era così, con una decina di persone che ti dicono cosa devi fare e quando ti deve tirare. Il porno per me è stata una palestra e ho imparato a controllare e gestire il mio corpo molto bene. Credo comunque che devi avere dentro di te delle qualità, non è un mestiere per tutti.
Veniamo (…) ai tempi attuali, che ti hanno visto affacciarsi al cinema non hard. Interessante è la partecipazione ad “Hyde's secret nightmare” del regista indipendente Domiziano Cristopharo, che colgo l'occasione di ringraziare perché mi ha messo in contatto con Andy. Come ti sei trovato a girare in questo bizzarro porno horror?
In realtà quattro anni ho fatto una particina in un piccolo porno per vedere se ero ancora in grado; la cosa è anche andata ma ho mollato subito. La situazione oggi è deprimente: con il web almeno in Italia le grandi produzioni non si fanno più, ci sono un paio di case di produzione ma con i cachet veramente bassi e non puoi più contarci come lavoro. Magari la volta dopo ti richiamano fra sei mesi per darti due lire, lasciamo perdere... Un'altra differenza è che prima venivamo ghettizzati, eravamo come gli appestati che facevano una cosa sporchissima; adesso lo fanno per visibilità e per entrare nel mondo dello spettacolo per lo scandalo e far parlare di sé. Non li giudico ma non è il mio mondo... Però sto divagando... Si parlava di Domiziano... Per me è una bella persona che mi ha dato una bella opportunità: vedere se potevo recitare. Sai, ai tempi del porno, a parte qualche battuta per scaldare le batterie, era tutto gemiti e mugolii. Domiziano sa come trattare gli attori, il suo è un set sereno e ricco si stimoli. Ho faticato un po, lo ammetto, ma sono rimasto molto contento alla fine. Conta che ho la cadenza molto molto romana, chi l'ha mai vista la dizione!
In più hai conosciuto la bellissima (e simpatica, aggiungo, visto che l'ho intervistata: http://alessiobacchetta.blogspot.it/2013/12/roberta-gemma-intervista.html): Roberta Gemma.
Roberta la conosco da tanti anni, conta che siamo stati ai reciproci matrimoni. E' una persona stupenda e ti posso assicurare molto vera; come bellezza che te lo dico a fa, sei uomo anche tu... Speriamo che il film di Domiziano possa essere meglio conosciuto e magari venir fuori in dvd. Anche se puro e bravissimo, non ha raccomandazioni e va avanti per la sua strada. Un altro prodotto che spero vada avanti è il cortometraggio “Nude proprietà” diretto da Laura Samani e che mi vede nel cast, un lavoro per Cinecittà. Bella esperienza anche quella con un'ospitalità magnifica. Nel 1996 avevo invece partecipato con Maria Grazia Cucinotta a “Italiani” come sosia di Zlatan Ibrahimovic.
Mi incuriosisce l'aspetto l'aspetto famigliare di un attore hard: come l'hai spiegato a suo tempo ai tuoi genitori e oggi tua moglie accetta quella parte della tua vita?
Mio padre non aveva problemi, venne anche ai locali notturni qualche volta; mia mamma, donna di paese, la prese molto male invece. Mi chiese subito cosa avrebbe detto la gente e di me della gente me ne fregava un cazzo. Forse un giovane oggi non se ne rende conto ma davvero negli anni '90 uno che faceva quella scelta era visto quasi come un tossico, uno sbandato, un fuori legge. Quindi cercavo di non dare colpe a mamma, di odiarla; in più mi sono sempre assunto le conseguenze delle mie scelte e, anche se ho fatto soffrire qualcuno, sentivo di dover vivere la vita. Mia moglie? Conta che lei è una del quartiere come me, le notizie corrono e lo sapeva prima di mettersi con me. Quando ci siamo fidanzati, ho messo le cose in chiaro e le ho detto che doveva prendermi per tutto quello che sono e ho fatto. Oltre, oltre al Mikibar a Monte Mario, con amici si è aperto un locale notturno a Trastevere, il “Vanity club” e una sera a settimana facciamo strip maschile, facciamo contente le signore!
Sei poi coinvolto in un progetto molto particolare: una nazionale di gente della notte e porno attori e attrici i ricavati delle cui partite di calcio vanno in beneficenza.
Sì, mi fa particolarmente piacere parlarne: è un'idea di Claudio Arciola, grande personaggio del mondo dell'hard e vocalist nella notte. Siamo in tanti: Omar Galanti, Vittoria Risi, Sofia Gucci, Valentine Demy, Maggie Anderson, Danis Marti, Francesco Malcom, Corrado Fumagalli, tanti altri. Anche Rocco è coinvolto e quando ci chiamano giochiamo volentieri; ovviamente non prendiamo soldi, i proventi vanno a bambini con forti handicap. Conta che io sono cresciuto per strada e ne ho viste di tutti i colori ma il contatto con quei bimbi ti cambia la vita. Non sono stato in grado di fare la foto con loro, mi si stringeva il cuore e me ne sono andato a centro campo da solo con la maglietta sulla testa. Esperienze che ti insegnano che la maggior parte dei problemi che oggi molti si fanno sono solo menate, stronzate rispetto ai veri drammi della vita.