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mercoledì 27 novembre 2013

TORNEO DI POKER BENEFICO PER LA SARDEGNA

C’è chi gioca per vincere e c’è chi gioca per aiutare: è il caso, per esempio, di chi il 25 novembre, alle 21.30 ha deciso di partecipare al torneo di poker solidale organizzato da alcuni operatori di gioco in favore della popolazione sarda colpita dal ciclone Cleopatra. Un’opportunitá offerta ai giocatori che hanno un conto gioco aperto presso diverse room virtuali, come ad esempio Scommesseitalia, Candio’s Room, Misha Poker, Aras77 e Assoassorbet.
Requisito fondamentale per
partecipare: tre euro, niente di più, il prezzo – grossomodo – di un cappuccino con brioche; l’asso nella manica dell’iniziativa (giusto per parlare in gergo) è infatti il dilagare a macchia d’olio delle adesioni: una scommessa tutt’altro che azzardata, visto che si tratta di battere un percorso già ampiamente collaudato nel passato prossimo e meno prossimo.
Nel 2009, infatti, in occasione del terremoto in Abruzzo, PokerStars.it aveva indetto una maratona di solidarietà, proponendo ai propri utenti di puntare somme che Pokerstars si sarebbe impegnato nientedimeno che a raddoppiare: un esperimento riuscitissimo, che due settimane fa è stato ripetuto in favore delle Filippine colpite dal tifone Haiyan. È interessante notare come l’iniziativa messa a punto a favore della Sardegna, da una parte si collochi all’interno di un panorama  ricco di proposte, dall’altra se ne discosti adottando modalità alternative.
E' l’accessibilità di una quota di partecipazione particolarmente bassa, una scelta realistica e allo stesso consapevole di quello che costituisce il vero punto di forza delle catene solidali: l’effettivo numero dei partecipanti più che le loro disponibilità economiche. E in  effetti, quando si parla di catene di solidarietà, l’importante è che la catena sia lunga, non che gli anelli siano d’oro.
Certo, colpisce il delinearsi di progetti di questo tipo all’interno di un ambiente che, visto dall’esterno, per molti si prospetta come una fucina di avventurieri e caimani, ma il fatto che la proposta non rappresenti un unicum quanto un continuum rispetto a iniziative simile, apre nuove, ottimistiche prospettive. Che sia il caso di mettersi in discussione e rivedere certi pregiudizi?

Fonte: www.buonenotizie.it