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lunedì 19 gennaio 2015

LA GESTIONE DELLA RABBIA

La collera dell’uomo eccellente dura un momento, quella del mediocre dura due ore, quella dell’uomo volgare un giorno e una
notte, quella del malvagio non cessa mai”.
Subhashitarnava Sentenze Singalesi, XVII sec.

E tu come riesci a gestire la rabbia?
Ti lasci pervadere, la reprimi o riesci a controllarla in modo equilibrato?
Come reagisci di fronte all’ipocrisia, all’irresponsabilità, al menefreghismo, all’arroganza, all’egoismo?
… cosa provi quando qualcuno vuole profittare delle situazioni, mente spudoratamente, o ti danneggia di proposito?
Ti arrabbi giusto?  
Immagino ti sia capitato di arrabbiarti almeno una volta con qualcuno o per qualcosa. E’ praticamente inevitabile.
Hai notato che quando raccontiamo un episodio in cui ci siamo arrabbiati usiamo frasi tipo: “Ero una belva”, “ero inviperito”, “avevo la bava alla bocca”.
Non ci avevi mai pensato forse, ma spesso usiamo metafore animali per descrivere la nostra rabbia, tanto ci sentiamo diversi dal nostro normale modo di essere.
Quando ci arrabbiamo ci sembra che qualcosa si impossessi letteralmente di noi facendoci perdere la capacità di controllo e l’uso della ragione.
Nei momenti in cui la rabbia ci assale, nel nostro organismo avvengono veri e propri cambiamenti.
Infatti in presenza di emozioni così forti l’intero organismo vive uno stato di massima stimolazione.
  • Il respiro si velocizza

  • i muscoli si irrigidiscono

  • i battiti cardiaci sono accelerati

  • la pressione arteriosa aumenta

  • A livello psichico si allentano i freni inibitori e diminuisce la capacità di discernimento critico
Sentiamo chiaramente la tensione crescere fino a sentire il bisogno di “scaricare” al più presto per ritrovare uno stato di benessere.
Tutti provano rabbia, ma non tutti reagiscono nella stessa maniera:

Per alcuni la rabbia si manifesta in modo furioso e repentino, a volte incontrollabile, queste persone tendono ad urlare e usare parole dure e offensive, “scaricano” su chi hanno di fronte la tensione del momento.

Per altri invece la rabbia è uno stato d’animo difficile da ammettere e da dimostrare apertamente. Queste persone trattengono e reprimono la rabbia, che comunque si presenta attraverso il sarcasmo, uno spirito polemico, irritazione, fastidio e impazienza.

Il problema è che entrambe le reazioni sono sbagliate per noi stessi e portano conseguenze negative.
Perdere il controllo nei momenti in cui si è arrabbiati ci porta a di dire e fare cose che potrebbero compromettere le nostre relazioni con gli altri.
Non riuscire a controllare la rabbia può condurre anche ad esiti drammatici, come leggiamo spesso sulla cronaca nera.

Inoltre è una reazione inutile che non risolve affatto il problema.

Allo stesso tempo,  anche reprimere le manifestazioni d’ira è nocivo.
La frustrazione e la rabbia a lungo trattenuta generano rancore e portano a malattie psicosomatiche.
La rabbia cronicizzata infatti può causare o accentuare patologie come la colite o l’ulcera.
Inoltre il rischio è far ricadere quella rabbia trattenuta su altre persone che non centrano nulla.
Quindi inghiottire la rabbia fa male, gridarla e buttarla addosso agli altri anche.
Come tutte le emozioni, la rabbia non è mai giusta, o sbagliata: semplicemente c’è, e bisogna prenderne atto, comprenderla, e gestirla al meglio.

Quello che devi fare non è reprimerla, ma piuttosto governarla, capire il suo scopo positivo, usarlo e lasciare andare il resto. 

Ma come?
Ti suggerisco 3 semplici mosse che possono aiutarti tantissimo per fare in modo che da oggi la rabbia non sia più un problema per te:

#1  Non farti sfuggire il magico “Quarto di secondo”
Il neurochirurgo Benjamin Libet ha fatto una scoperta sorprendente: mentre operava i sui pazienti (sottoposti soltanto ad un’anestesia locale e quindi svegli e coscienti), attraverso dei macchinari monitorava la loro attività cerebrale.
Ad un certo punto ordinava loro di muovere un dito.
Con ogni paziente i macchinari registravano lo stesso risultato: tra lo stimolo delle persone di muovere il dito e il momento in cui avveniva il movimento del dito, trascorreva un lasso di tempo di esattamente un quarto di secondo.
Ora, alla base di ogni emozione, e quindi anche alla base della rabbia, c’è la necessità di agire, si tratta di impulso connesso all’emozione.
Molto spesso gli impulsi emotivi vengono messi in azione senza riflettere neanche per un attimo: proviamo un sentimento e subito ci muoviamo di conseguenza, senza soffermarci a pensare.
Il dolore si traduce in lacrime, la paura in fuga, e la rabbia in un attacco verso l’oggetto della nostra collera.
Ma la scoperta di Libet dimostra tuttavia che abbiamo un quarto di secondo di tempo a disposizione per scegliere la nostra reazione; lo psicologo Dan Baker ha chiamato questo breve periodo tempo “il quarto di secondo di opportunità”.
Ora hai la dimostrazione scientifica che se vuoi puoi decidere come reagire.  Ora sai di avere una possibilità di scelta, che prima non sapevi di avere. Non fartela sfuggire !

#2  Osserva la rabbia
Piuttosto che abbandonarti  alla collera, concentrati ad osservare l’emozione che stai provando. 
Focalizza la tua attenzione sui pensieri che ti attraversano la mente mentre la rabbia inizia a salire, analizza il miscuglio di sentimenti che etichettiamo con la definizione generica di rabbia.
Ascolta con attenzione gli impulsi del tuo corpo ad agire, senti la tensione che serra la gola, osserva l’istinto ad urlare, l’impulso istintivo dei pugni che si chiudono, la fronte che si aggrotta, i muscoli del corpo che si contraggono.
Concentrare la tua attenzione sulle tue reazioni interne ti aiuterà a non perdere il controllo e a non dirottare la tua carica emotiva sull’altra persona.
Riconoscere e osservare sintomi fisici della rabbia permette di fare un’ esperienza della rabbia quanto più pienamente e meticolosamente possibile, in tutti i suoi dettagli: l’esatto contrario della repressione.
Osservandoti, non sopprimerai la rabbia ma nemmeno agirai senza capacità di controllo.
Potrai invece più facilmente riuscire a dare una risposta ponderata, spiegare la tua posizione senza urlare, sottolineare con calma un’ingiustizia, oppure semplicemente chiedere di essere trattato con equità e riguardo.

#3  Scarica l’energia della rabbia
Come abbiamo detto, la rabbia crea una vera e propria energia che puoi avvertire come forte tensione fisica.
 E’ quindi necessario trovare il modo di sfogare la tensione accumulata. Questo non significa rompere oggetti o colpire persone naturalmente.

Ad esempio puoi  fare:
  • una corsa o una camminata veloce
  • prendere a pugni un cuscino
  • sbattere due bottiglie di plastica vuote una contro l’altra
  • urlare più forte che puoi, naturalmente evitando di farlo nella piazza della tua città all’ora di punta 
Puoi concederti un bel massaggio rilassante o, meglio ancora, praticare la meditazione.
Raggiungere uno stato di rilassamento profondo ti aiuterà a sciogliere le tensioni e ripartire al meglio!
Se riuscirai a spiegare le tue ragioni in piena coscienza sarà più facile per te farti ascoltare, rendere la tua posizione vincente o raggiungere la soluzione che più desideri.
Non passerai automaticamente dalla parte del torto perché hai una reazione esagerata e scomposta.
Potrai così trasformare la rabbia proveniente da un’energia distruttiva in energia costruttiva.

Fonte: www.omnama.it