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domenica 2 febbraio 2014

PSYCO MC: INTERVISTA

Insound: un’organizzazione di eventi capace di portare tra Torino (Chalet) e Santhià alcuni fra i nomi più altisonanti e meritevoli dell’hardstyle e dell’hardcore mondiale. Sempre zelante e a rotta di collo il lavoro di uno staff formato da ragazzi sì giovani ma accorti, operosi, uniti e colmi di passione. In questo gruppo lavora anche Psyco MC, che da qualche tempo è diventato uno dei due vocalist di peso sul main stage. Una promozione che lo rende orgoglioso e onorato da un lato e che dall’altro lo responsabilizza per fare sempre meglio; la stagione è infatti ancora lunga ma l’entusiasmo è ben lungi dall’esaurirsi.
Giuse ha risposto alle nostre domande con il sorriso sulle labbra durante la nottata di sabato 25 gennaio allo Spazio A4 di Santhià.

Raccontami come hai iniziato a diventare vocalist nelle serate in
discoteca.
Tutto partì per scherzo a 17 anni con un amico a casa tanto per passare un po’ di tempo e fare qualcosa di diverso; sono arrivate poi le festicciole con le prove generali e le prime esperienze. E’ stato poi decisivo fare il pr per Insound e iniziare a vocalizzare. Tutti sono djs, volevo distinguermi; prima di conoscere i vocalist che già lavoravano qua, entravo come cliente appassionato di queste musica.

E’ innegabile che Insound di cui fai parte sia una delle più importanti a livello nazionale; qual è a tuo parere la vostra formula di successo?
Racchiude i gusti musicali di moltissime persone che amano certi generi, li hanno visti crescere e ci tengono a supportarli. Poi c’è un clima famigliare in cui tutti, quando entrano, si sentono liberi di proporre e questa è un’ottima cosa.

Chi si riconosce in filoni come hardstyle e hardcore, almeno una certa parte, parla di stile di vita connesso; a tuo parere esiste questo? E, se sì, in cosa consiste?
Sì e infatti a volte in serata dico che non è solo musica ma un vero stile di vita: certe cose devi sentirtele dentro, come un taglio di capelli diverso, un piercing particolare, una musica più aggressiva rispetto alla media. Tutto questo suscita in te determinate cose e diventa appunto uno stile di vita in cui ti rispecchi. Per il resto non ci sono particolari rivalità con altri tipi di pubblico, non sono un polemico perché ognuno sceglie quello che più gli piace.

Come organizzi la serata? La prepari?
Per la mia mansione non ho una programmazione precisa, preferisco andare sul posto e vedere quello che riesco a trasmettere. Studio un attimo la location e mi metto d’accordo con il dj; il vocalist è l’accompagnamento alla musica e, in base a quello che viene proposto a livello musicale, tu ti adegui. E allora porto sullo stage quello stile di vita che dicevamo.

Ritieni che il pubblico dei suoi hard sia unito? Muovi una critica, se c’è, alle persone che vengono alle vostre serate.
Non mi sento nessuno per poter criticare; credo che tutti veniamo a queste serate per lo stesso scopo, per godere della nostra grande musica. 

Tu abiti a Santhià; come mai tante città medio/piccole non riescono a proporre ai ragazzi una vita notturna degna di questo nome?
Purtroppo non c’è troppo da dire per la mia città: fino a quattro anni fa era completamente un altro paese, era tutto movimentato, ogni volta che uscivi sapevi che avresti trovato sempre qualcuno. Oggi è un mortorio, ha vissuto un declino pazzesco; è una questione di gestione delle priorità, noi giovani siamo stati tralasciati ultimamente. Noi poi abbiamo smesso di uscire nel paese, si è persa l’unione fra la gente.

Quali sono gli artisti in ambito hardstyle e hardcore che apprezzi di più?
Non ho preferenze di singoli artisti; io sono appassionato della musica e non sto troppo a guardare questo e quello. Tra l’altro mi muovo molto fra i generi, sento un po’ di tutto fra minimal, rap, commerciale, latino/americano, dance; non sono un tecnofolle, come si diceva fino a poco tempo fa. 

Fai finta che io sia uno che odia la tua musica e non la conosce; prova a convincermi della sua bontà.
Prima di giudicare una cosa, devi viverla, ci devi avere a che fare e lascia aperto il pregiudizio. Magari ti invito anche alla serata e poi valuti tu. 

Dimmi qualcosa che non ti ho chiesto in quest’intervista.
Magari i progetti futuri: ultimamente ho avito dei progressi, sono al secondo posto tra i vocalist di Insound; c’è la voglia di fare di più, di meritare questa fiducia e di andare sempre più forte in questo ruolo.