Un nome di peso sembra farsi sempre più
largo nella nutrita schiera di produttori italodance tricolore: Dj Bovoli, al secolo Flavio Bovoli, il cui singolo «Welcome to my heart» (i vocals firmati Gianluca Conca) è svettato al primo posto
della classifica della notissima web radio IDN per un paio di mesi. A
svelarci gli ingredienti di questa vincente pozione lo stesso Flavio,
che denota fervente passione per il suo genere.
Anche voi, lettori del mio blog, ormai l'avete capito: chi si esprime a buoni livelli nella italodance in questi ultimi anni è un pugnace soldato la cui arma principale è l'entusiasmo, il piacere di suscitare emozioni con melodie, riff di sintetizzatori, cassa arrembante, ritornelli che si stampano in testa riportando a galla sentimenti, ricordi
e al contempo malinconia e forza di vita. Questo è il marchio della italodance, questo lo stile, questo lo spirito di un gruppo di artisti davanti cui è cosa buona e giusta togliersi il cappello con la deferenza che si tributa a colui il quale persegue un percorso con impegno e senza secondi fini.
Anche voi, lettori del mio blog, ormai l'avete capito: chi si esprime a buoni livelli nella italodance in questi ultimi anni è un pugnace soldato la cui arma principale è l'entusiasmo, il piacere di suscitare emozioni con melodie, riff di sintetizzatori, cassa arrembante, ritornelli che si stampano in testa riportando a galla sentimenti, ricordi
e al contempo malinconia e forza di vita. Questo è il marchio della italodance, questo lo stile, questo lo spirito di un gruppo di artisti davanti cui è cosa buona e giusta togliersi il cappello con la deferenza che si tributa a colui il quale persegue un percorso con impegno e senza secondi fini.
Signori e signori, dj Bovoli.
Racconta a me e ai miei lettori come ti
sei avvicinato alla musica elettronica e quali i passi dall'inizio ai
giorni nostri.
Iniziai molto piccolo: anche se sono
nato nel 1991, già dai primi anni di vita mi piaceva la dance anni
'90, certi pezzi passavano in radio e mi rimanevano in testa. Poi nel
'98 uscirono gli Eiffel 65 e per me fu innamoramento assoluto.
Successivamente radio m2o mi ha rapito e ricordo che a scuola qualche
volte la sentivo anche durante le lezioni con gli
auricolari. Nel 2006 iniziai a fare musica mia; usavo il programma
Ejay, per cui lavoravo con campionature già create. Un amico un
giorno mi presentò Fruity loops e cominciai a remixare; la prima
cosa seria fu «Be mine tonight» di Dj Evil. Quell'amico era Dagma,
anche lui producer, che ringrazio ancora oggi per i consigli che mi
ha regalato.
Al di là della dance quali sono le tue
influenze musicali; insomma da cosa sei partito e che cosa ti piace
sentire adesso?
La musica classica di geni come Mozart;
qualunque genere si faccia, le radici da andare a cercare sono
quelle. Tuttora la sento e non mi vergogno ad ammettere che violini,
pianoforti e tutto quello che riguarda un'orchestra mi sedue molto.
Sono anche appassionato dei Kraftwerk, importantissimi per tutta la
musica elettronica in generale. E poi mi piacciono anche ambiti
estremi come l'hardstyle e l'hardcore. Sto pensando anzi di preparare
un singolo hardcore mischiata con brostep.
Quando penso ai produttori italodance,
mi viene in mente un piccolo esercito di coraggiosi che prova con
forza a farsi largo in un mondo dell'industria discografica che pare
andare da un'altra parte. Che cosa vi spinge a sfidare questa
indifferenza?
La passione, perché di soldi se ne
vedono ben pochi. Ci tengo a dire che secondo me noi artisti della
italo attuale non siamo così inferiori a quelli storici del passato.
Io considero Dance Rocker o Dj Doddo ottimi autori e non vedo grandi
differenze con chi ha aperto il genere e ci ha preceduto. La
differenza importante è che noi lavoriamo molto a casa, gli altri in
passato disponevano di studi per ore, di più soldi e vendevano di più
anche grazie a questo. Purtroppo il mercato delle vendite sta
prendendo una brutta piega; ma prima ci copiavano a noi italiani,
adesso siamo noi che copiamo gli altri. I soldi comunque non ci interessano,
alla fine è la soddisfazione di vedere il disco finito e portare
avanti il genere secondo le nostre possibilità.
Ho notato che ultimamente diversi di
voi si sono riuniti per darsi forza come gruppo; la nascita della
label Italo Rumble Group, che raccorda la passione e la competenza di
diversi artisti, la dice lunga in merito. Che ne pensi?
Un'unione di cui avevamo bisogno. Ho
avuto per quattro anni un contratto con la label di Dj Seleco Italo rumble digital e adesso credo sia intelligente mettersi insieme. E'
inutile essere gelosi l'uno dell'altro come i bambini, dobbiamo
gemellarci per aumentare il nostro potere. Quello che però manca ancora
sono i meeting live, una serie di eventi; io ho fatto diversi dj set
nella mia città e ho visto che di soldi non è che occorra metterne
così tanti. Ho dialogato ad esempio con il Comune di Roma, bisogna
avere voglia e capacità di relazionarsi con gli enti per
concretizzare qualcosa in fatto di serate. La scena italo, come
qualsiasi altra scena musicale, non potrà mai dirsi arrivata se non
ci saranno i ritrovi fisici. Potrebbe essere una soluzione mettere
ognuno un po' di soldi e pagare l'affitto di un locale. Impariamo
dalla Pleneta mix-records di Barcellona, che è molto conosciuta e con
cui potrei anche collaborare per ampliare il mio raggio di azione. In
Spagna sono attratti dal fascino dell'italiano, succede pure in
Brasile. Noi imitiamo stili spagnoleggianti e poi, se vai dai loro,
sono affascinati dai nostri di stili. Un paradosso che mi stupisce e
pure mi addolora.
Raccontami la genesi del tuo singolo
«Welcome to my heart».
L'ho fatto 4 anni fa; il testo l'avevo
scritto per una mia ex. Una volta andai a suonare a capodanno e un
amico, Gianluca Conca, mi fece i complimenti; lui studiava canto da
nove anni e gli proposi di cantare in un mio pezzo. In studio incidemmo
quindi insieme per sei ore e con tanta emozione, ho un bel ricordo di
un bel momento. Nei remix abbiamo scelto tutti artisti italodance
tranne uno, che però secondo me ha prodotto il risultato più bello
di tutti. Adesso sto facendo una produzione con Fabio Grek, con cui
sto fondando il gruppo ItaloLoverz con un singolo «Listen to the
melody». Uscirà tra un po' e sceglieremo l'etichetta; la cantante è
donna, una sua amica, e siamo stati fortunati in quanto ha la madre
inglese. E' un pezzo che riporta indietro ma non troppo. Comunque ho
avuto molte richieste dopo «Welcome»; nel 2012 ho realizzato circa
25 remix e anche il 2013 è cominciato molto bene, tanto da non
riuscire a stare dietro a tutti i contatti.
L'ho già chiesto ad altri producers,
ma mi interessa l'argomento: perché a tuo parere in Italia, quanto
meno a livello di clubbing commerciale e maintream, la musica pare
oggi un'aggiunta rispetto a un pacchetto serata che prevede door
selection, bottiglie ai tavoli, ecc?
La gente non si accontenta più e vuole
stare al centro dell'attenzione; il pr e il vocalist sono diventati
più importanti del dj. Ieri sera sono andato a una serata e il
vocalist urlava fortissimo, mi dava un fastidio pazzesco! La
generazione di adesso è viziata, interessa lo sballo, il casino, il
livello è bassissimo. Non mi sento per niente parte di questa
generazione, nonostante io sia giovane.
Raccontami, qualora ti fosse data la
direzione artistica di un evento o di una serata, come organizzeresti
il tutto.
Per prima cosa creerei un grandissimo
gioco di luci, gabbie di laser, un impianto scenico plateale per
colpire; mi piacerebbe organizzare uno spettacolo trance,
stroboscopico, con una consolle in alto bella grande e magari uno
schermo gigantesco. Il dj sarebbe padrone di un viaggio assoluto e
importante. Tiesto e Armin van Buuren secondo me fanno cose
meravigliose per dare spazio all'immaginazione e al divertimento. La
gente non sarebbe lì per litigare o prendere pasticche e ordinerei
controlli ferrei per droghe e sostanze illegali e distruttive.
Ti ho piacevolmente
ascoltato i giorni di natale 2012 su IDN radio. Come sei entrato in
contatto con questa web radio?
Facendo il primo singolo.
Fabio Grek conosceva Hellen, il direttore artistico della radio. Il
disco è entrato in classifica da loro e sono stato per due mesi al
primo posto, una vera soddisfazione, dato che quella piattaforma
radiofonica è importante in tutta Europa in fatto di italodance.
Ricevetti molti complimenti e devo ringraziare con tutto il cuore Dj
Seleco per avermi aiutato, ha creduto in me.
A parte Dj Bovoli, fammi un paio di
nomi o quanti ne vuoi tu, di produttori italodance che un domani
riusciranno a fare il grande salto.
Non saprei dirtene uno in particolare. NikDj, che è del nostro gruppo, SunnyBoy, Andrea Decibel, Dj
Doddo, Fabio Grek, Glaukor (che è uno dei migliori in assoluto),
Stephan F. Siamo un gruppo affiatato, ci sono tanti prodotti e
artisti con un talento sprecato, visto il poco spazio che viene loro
dato. Cito anche Dami tanz con il singolo «Questa notte no», un
ragazzo che spero faccia molta strada.
Dimmi qualcosa che non ti ho chiesto in
questa intervista.
Spero che la situazione possa cambiare
soprattutto nelle vendite; la pirateria ci penalizza troppo. Ti
ringrazio tantissimo per l'occasione che mi hai dato, sono felice di
questa intervista e del lavoro che stai conducendo nel diffondere la
cultura della italodance. E' anche grazie all'impegno e all'umanità
di giornalisti come te che la nostra passione non viene spesa invano.