Francesca Gobbo, 28 anni, ha studiato da giornalista, ma ha deciso di
tuffarsi a capofitto nell’apicultura e produrre miele biologico. Oggi
scrive, ma solo dal suo blog, dove racconta di api, miele e cibo e
raccoglie le storie di chi, rimasto senza lavoro, si è messo in proprio
nel settore della gastronomia ed ha cambiato la sua vita in meglio. Un blog, per usare le sue stesse parole,“dedicato alle migliaia di persone come me che hanno incontrato la cucina e, con lei, un nuovo modo di essere felici”.
La
grande svolta nella vita di Francesca, che vive e lavora a Bressa di
Campoformido (Udine), è avvenuta nel 2012, come ha raccontato lei stessa
alla stampa: “Il desiderio di una vita di studi e sacrifici si era
realizzato: sono diventata giornalista professionista. Una passione
coltivata fin da bambina, un sogno inseguito con tutte le forze. Un
traguardo che si rivela solo un pezzo di
carta: mi dibatto tra stage e
collaborazioni malpagate, invio proposte editoriali e incasso rifiuti (o
silenzi). L’impatto è stato così forte che mi sono accorta di essere
arrivata a 26 anni senza aver elaborato un piano B. Nel cuore, però,
avevo conservato la consapevolezza del valore di ciò che le api ci
regalano. Sono trent’anni che mio padre alleva api e abbiamo sempre
considerato le api come parte integrante della nostra quotidianità”.
“Nel maggio 1989”, ha ricordato, “io e mio fratello
eravamo seduti in mezzo al prato. Da lontano si è avvicinato papà e in
mano reggeva un favo, carico di miele. Ci siamo tuffati in quell’oro
liquido: sapeva di natura ed è stata una sensazione miracolosa che mi ha
accompagnato per anni. Sarà stata la crisi dell’occupazione, ma a un
certo punto il malessere è diventato troppo forte e così ho deciso di ascoltare quel richiamo istintuale che mi ha spinto verso l’apicoltura”. E proprio da questa intuizione è nata la sua idea d’impresa: creare un’azienda che produce miele biologico.
“Oggi quell’attività esiste”, ha detto Francesca con orgoglio,
“E’ una piccola impresa individuale. Non nascondo che piombare in un
mondo completamente diverso non è una passeggiata. Così come essere
imprenditori e apicoltori non è un gioco. Ma quell’intuizione ha spazzato via tutto:
delusione, angoscia, schiavitù professionale. Questo tuffo nell’oro
liquido mi ha liberato dalle ansie di un lavoro impossibile. E siccome a
me studiare piace, ho continuato ad investire in formazione: diploma
alberghiero in pasticceria e qualifica di esperto in analisi sensoriale
del miele”.
L’apicoltura, però, non le ha impedito di continuare a scrivere: “Oggi scrivo per me e scrivo di food, la mia grande passione. Due privilegi che difficilmente, là fuori, coesistono. Nel mio blog www.disoccupatincucina.it
racconto le storie di chi, come me, ha trovato una seconda possibilità
nel settore della gastronomia. Questo è un blog di storie. Tutte
diverse, ma c’è un comune denominatore: i protagonisti si sono ritrovati
in cucina per caso. E gli è piaciuto. Prima facevano tutt’altro. A
volte erano disoccupati, altre sottoccupati, precari o dipendenti. La
cucina ha stravolto i destini di tutti quanti loro, cambiandoli in meglio. Tra queste storie”, ha concluso Francesca,”
c’è anche la mia. Non ho dimenticato il giornalismo, ma ho imboccato
un’altra strada. Oggi sperimento e pubblico ricette per il puro gusto di
impiastricciarmi le mani. Ho 28 anni, ma sotto sotto, sono di nuovo
quella bambina di tanti anni fa, tra fiori, api e natura”.
Fonte: www.buonenotizie.it