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lunedì 27 gennaio 2014

AUMENTI SUI PRELIEVI IN BANCA

Effetto "credit crunch? Crisi economica? Rincari generali? 
Non crederò a una sola parola di quello che dai "piani alti" del sistema bancario mi diranno per giustificare questi aumenti.
Chiunque viva nel nostro Paese e sia dotato di un'intelligenza nella media, sa bene che le banche sono vere e proprie holding assetate di denaro, non certo enti filantropici di tutela dei propri correntisti. 
Se avete un amico che lavora in banca e soprattutto che sia dotato di onestà intellettuale, fatevi raccontare come stanno le cose e come gli dicono di
comportarsi i suoi superiori.
Credo di non sbagliare se affermo che tutti noi e prima ancora i nostri genitori e i nostri nonni abbiamo ampiamente permesso con il deposito dei nostri risparmi alle banche di fiorire ed accrescersi. 
Vedere che molte banche, non tutte per carità, ma molte si danno ad azioni che si possono definire truffe legalizzate, fa male non solo al portafoglio ma anche alla sopportazione morale delle persone.

Alessio Bacchetta


E' l'effetto del credit crunch, della stretta dei cordoni da parte delle banche che così devono azionare altre leve per recuperare redditività visti i minori incassi da mutui e prestiti.

Secondo una ricerca dell'Università Bocconi nel 2013 la spesa per il prelievo al bancomat è cresciuta del 5%, da 2 a 2,10 euro in media.

Tornano poi a salire anche le altre commissioni dei conti correnti, come il prelievo allo sportello (da 1,5 a 2 euro) e il costo dello sforamento andando in rosso.

E nel 2014 i costi aumenteranno ancora.

Insomma, la spesa per la tenuta da parte delle famiglie italiane del proprio conto corrente nel 2013 è aumentata. In 12 mesi, il costo complessivo del conto corrente di dicembre (che raduna oltre alle spese mensili, anche gli oneri di chiusura, come le commissioni sui titoli o sugli scoperti) è salito del 5%, ben quattro volte l'inflazione: da 217, 2 a 228,28 euro secondo la simulazione degli economisti della Bocconi sui conti ordinari di 10 banche.

L'aumento diventa del 43% se il confronto è con i 159 euro di tre anni fa.  

La vera novità del 2013 è che si sono impennate soprattutto le commissioni che fino a questo momento parevano esser congelate, in particolare per le operazioni che (è la giustificazione) impiegano più lavoro dei dipendenti nel back office.  
Otto delle 18 commissioni sono state ritoccate con un rialzo medio del 20%: tre euro per pagare le bollette allo sportello (da 2,5), 55 per il deposito titoli (da 50), un euro per chiedere i movimenti del conto (da 0,5). E andare in rosso costa sempre di più. Il tasso passivo medio è salito dal 18% al 20%. Chi sfora il fido di 100 euro per dieci giorni paga fino a 50,51 euro.

Fonte: www.affaritaliani.it