La seguente non è una vera recensione, ma una serie di considerazioni sgorgatemi di getto dopo la visione dell'ultimo lavoro di Dario Argento.
"Dracula 3D" non un bel film, ma c'è qualcosa di peggio che lo rende ancora più brutto di quanto in realtà sia.
Che è un film insipido, senza carattere, che ti lascia indifferente, che non è in grado di mordere e che non adempie a nessuna delle componenti di un progetto cinematografico.
1) è un film horror e non spaventa;
2) riprende la trita e ritrita storia di Dracula inserendo pochissime innovazioni se non delle trascurabili mutazioni dello stesso conte sotto varie forme.
3) la sceneggiatura non cattura per nulla e ci si trascina per tutta la durata.
4) gli effetti speciali di Stivaletti non aggiungono alcunché al lavoro che lo
stesso ha svolto in altre pellicole nel passato.
5) le recitazioni dei personaggi non mordono e soprattutto nessun personaggio fa "innamorare" lo spettatore catturandolo.
6) la fotografia è buona? A me è la cosa che ha fatto più incazzare! E' troppo "colorata", variopinta, troppo fiabesca! Quale omaggio alla Hammer? Qui sembra quasi un film di Tim Burton.
7) la scenografia? Certo, è particolare, accattivante. L'unico problema è che non è merito di Argento, perché il castello di Recetto di Candelo (dove il film è stato girato e che io conosco bene) è già bello di suo e Argento non vi ha aggiunto nulla di nulla.
Da dire che la giovane attrice Miriam Giovanelli è una gran donna!
Insomma... Qui la questione non è se Dracula sia un passo in avanti da "Giallo" o "La terza madre" (ho visto entrambi...); e si potrebbe anche dire che effettivamente "Do you like Hitchcock?" e "Il cartaio" fossero peggiori (a mio parere i punti più bassi della sua produzione). La questione è che ormai con Argento si gioca sempre al ribasso e si devono andare a cercare paragoni con la mediocrità per provare a risollevarne le sorti.
Probabilmente non è nemmeno corretto, perché da troppi anni il suo lavoro fa acqua da tutte le parti.
E mi incazzo se penso che Argento riesce a farsi dare dei finanziamenti pubblici quando tanti ragazzi, giovani cineasti horror indipendenti, con meno mezzi riescono a mettere in scene opere di pregio. E con budget risicato e senza alcuna considerazione né tanto meno promozione da parte di pubblico e media.