LA DOPPIA ORA
Regia: Giuseppe Capotondi
Cast: Filippo Timi, Kseniya Rappoport, Antonia Truppo, Michele Di Mauro, Gaetano Bruno, Giorgio Colangeli
Anno: 2009
Genere: thriller/noir
Durata: 97'
Voto: 6,5
Trama:
Una sera a uno
speed date il destino incrocia le esistenze di Sonia (Kseniya
Rappoport) e Guido (Filippo Timi). La prima, originaria di Lubiana,
lavora come cameriera negli hotel; il secondo, dopo un passato nella
polizia, è guardiano in una villa fuori città. Una rapina nella
stessa villa mentre loro sono presenti apre scenari sul loro
rapporto
fino a...
Recensione:
Giuseppe
Capotondi: non esattamente un regista di cinema, ma di pubblicità e
video musicali. Nel suo curriculum non le briciole comunque, bensì
direzioni di Skunk anansie, Natalie Imbruglia (oppure dei video del
cantante eurodance Mo-Do negli anni '90); e in collaborazione con
aziende come la BMW. Nel 2009 dà alle stampe questo «La seconda
ora», che partecipò alla mostra del cinema di Venezia e che
dimostra di avere più di una freccia da scoccare.
Un thriller
venato di noir, un thriller ad orologeria che si dipana coerentemente
e con il giusto pathos fino alla fine. Che si poggia su una coppia di
attori validissima, che conta su momento di felicità espressiva, che
incoccia però il suo limite nella sua stessa virtù.
Ma andiamo con
ordine: lo spettatore viene chiamato a un viaggio di comprensione non
troppo arduo e appassionante. A parte alcune svisate e cadute, il
percorso è gestito dalla sceneggiatura con interessante metodo,
tanto che viene naturale sentirsi parte di questo trip colorato da
una luce alquanto scura e in linea con il genere.
A portare a
compimento l'esperienza due tra gli attori più interessanti che il
cinema tricolore abbia cullato negli ultimi anni: Timi e la
Rappoport. Ad entrambi va dato atto dell'attitudine, probabilmente
della passione, a scegliere i copioni prediligendo assolutamente
l'autorialità e il cinema di genere. Timi è praticamente perfetto
qui con il suo solito aspetto burbero e un po' «sporco» (e che
voce!) ma con il cuore buono. La Rappaport, già fattasi notare ne
«La sconosciuta» di Tornatore), connota di sontuosa fragilità la
sua Sonia, equilibrandosi con la giusta misura nei chiaroscuri di un
personaggio senz'altro stimolante.
Il problema del
film è che rincorre vorticosamente la «risoluzione del caso» e lo
risolve tutto negli ultimi due minuti. Da buon thriller di razza,
esaurisce dunque molto del suo appeal alla prima visione rendendo
meno appetibili nuove rivisitazioni. Ciò può venir reputato pregio
o difetto a seconda delle differenti sensibilità che vi si
approcciano alla fruizione e al giudizio. Al di là di tale
disquisizione, molto aleatoria poiché soggiacente alle varie
soggettività, «La doppia ora» solleva la giusta atmosfera e impone
il giusto carattere. Non avrebbe però guastato da parte di Capotondi
(il quale dal 2004 risiede a Barcellona) insistere maggiormente su
momenti topici, battute ficcanti. Elemento che fa sempre ricordare di
più un film, lo incastona ancora con più incidenza nella storia, lo
rende più sapido e saporito.
La regia non si
concede particolari virtuosismi, anche se appare piuttosto ordinata e
senza sbavature. Non lesina primi piani, di cui anzi fa massiccio
ricorso e la scelta si rivela vincente, poiché i due protagonisti
detengono tratti somatici e capacità espressiva che buca lo schermo.
Il film vive
anche di due momenti distinti: a metà cambia registro, sorprende lo
spettatore seducendolo adeguatamente.
Interessante
anche l'utilizzo della colonna sonora a valorizzare alcuni istanti.