Prima di sparare a zero come fanno in molti su politici ed economisti, è opportuno che ciascuno di noi si faccia un esame di coscienza e si chieda: "Cosa sto davvero facendo per la giustizia sociale?".
Io per primo me la devo porre questa domanda.
Politica ed economia hanno le loro colpe ma le decisioni che cambiano il corso della storia vengono formalizzate dall'alto sulla base di una spinta propulsiva
proveniente dal basso.
Noi dunque, la gente "normale", abbiamo un grande potere: cambiare la cultura sui fenomeni in maniera tale che i "capi" debbano prendere atto delle cose e mutarle con le leggi.
E così cerchiamo di capire cosa davvero facciamo tutti i giorni per aiutare chi sta peggio, per moderare i nostri consumi, per inquinare di meno, per rispettare uomini/animali/cose, per vivere in maniera retta e sostenibile.
Dopo esserci dati la risposta, troviamo un momento per riflettere su come possiamo migliorare la nostra stessa vita e quella altrui.
Alessio Bacchetta
Le diseguaglianze aumentano sempre di più e creano distanze che sembrano incolmabili tra gli uomini che, almeno in teoria, dovrebbero nascere liberi ed essere uguali in dignità e in diritti e la parola “giustizia” sembra troppo spesso assumere un significato astratto. La crescita del divario è confermata da uno studio del gruppo di ong Oxfam, secondo il quale quasi la metà di tutta la ricchezza generata nel mondo è nelle mani dell’un per
Io per primo me la devo porre questa domanda.
Politica ed economia hanno le loro colpe ma le decisioni che cambiano il corso della storia vengono formalizzate dall'alto sulla base di una spinta propulsiva
proveniente dal basso.
Noi dunque, la gente "normale", abbiamo un grande potere: cambiare la cultura sui fenomeni in maniera tale che i "capi" debbano prendere atto delle cose e mutarle con le leggi.
E così cerchiamo di capire cosa davvero facciamo tutti i giorni per aiutare chi sta peggio, per moderare i nostri consumi, per inquinare di meno, per rispettare uomini/animali/cose, per vivere in maniera retta e sostenibile.
Dopo esserci dati la risposta, troviamo un momento per riflettere su come possiamo migliorare la nostra stessa vita e quella altrui.
Alessio Bacchetta
Le diseguaglianze aumentano sempre di più e creano distanze che sembrano incolmabili tra gli uomini che, almeno in teoria, dovrebbero nascere liberi ed essere uguali in dignità e in diritti e la parola “giustizia” sembra troppo spesso assumere un significato astratto. La crescita del divario è confermata da uno studio del gruppo di ong Oxfam, secondo il quale quasi la metà di tutta la ricchezza generata nel mondo è nelle mani dell’un per
cento della popolazione.
Il 20 febbraio si celebra Giornata mondiale della giustizia sociale, istituita dalle Nazioni Unite
nel 2007. L’Onu invita gli stati membri ad aderire e a dedicare la
giornata alla promozione di attività volte allo sviluppo sociale.
“Il divario tra i più poveri e più ricchi in tutto il mondo è vasto e
in costante crescita. Dobbiamo fare di più per responsabilizzare gli
individui attraverso un lavoro dignitoso, sostenere le persone
attraverso la protezione sociale e garantire che le voci dei poveri e
degli emarginati siano ascoltate”, ha dichiarato il segretario generale
dell’Onu Ban Ki-moon.
La giustizia sociale è un principio fondamentale per la convivenza
pacifica tra le nazioni e all’interno di esse. Sosteniamo i principi
della giustizia sociale quando promuoviamo l’uguaglianza di
genere e dei diritti delle popolazioni indigene e dei migranti e quando
eliminiamo le barriere che le persone devono affrontare a causa del
sesso, età, etnia, religione, cultura o disabilità.
Il perseguimento della giustizia sociale per tutti è uno degli
obiettivi principali delle Nazioni Unite. Un esempio concreto è
l’adozione da parte dell’Organizzazione internazionale del lavoro della Dichiarazione sulla giustizia sociale per una globalizzazione giusta.
La Dichiarazione si concentra sulla necessità di garantire risultati
equi per tutti attraverso l’occupazione, la protezione sociale, il
dialogo sociale, e il rispetto dei principi fondamentali e dei diritti
sul posto di lavoro.
L’edizione del 2015 è dedicata alla lotta al traffico di esseri umani e alle moderne forme di schiavitù.
Per contrastare questo fenomeno l’Organizzazione internazionale del
lavoro ha adottato lo scorso giugno un nuovo protocollo giuridicamente
vincolante, per rafforzare l’azione mondiale per l’eliminazione del
lavoro forzato.
Fonte: www.lifegate.it