C’è chi con la nevicata dei giorni scorsi ha tirato fuori stivali o
doposci e chi invece è uscito a piedi nudi, come fa tutti i giorni da
due anni e mezzo. Davide Maccagnan, bustese di
26 anni, ha fatto dello scalzismo uno stile di vita. «Mi è sempre
piaciuta l’idea di stare scalzo. Ricordo da
piccolino quando in montagna
uscivo a correre nei prati a piedi nudi e facendo così tutte le mattine
il mio piede era diverso, avevo una pelle più resistente – racconta – un
po’ di tempo fa sono venuto in contatto con persone che vivono scalze.
All’inizio ero un po’ scettico e ritenevo improbabile una scelta del
genere in città».
In seguito «ho voluto provare, poco per volta. Ho iniziato a fare
scalzo le passeggiate la sera col cane – spiega - mi sono abituato a
camminare sull’asfalto, poi sulla ghiaia e su altri tipi di terreno.
Gradualmente ho esteso ad altri momenti, fino ad arrivare a stare scalzo
tutto il giorno». Ora gli unici momenti in cui indossa calzature sono
«al lavoro per le norme di sicurezza – spiega – e in palestra per
questioni assicurative».
Con questa scelta Davide ha «ridato al piede il suo reale ruolo,
traendone diversi benefici – racconta – io ho la scoliosi e da quando
sono scalzo è come se non ce l’avessi, non ho più i dolori che avevo
prima. Camminando scalzo si usa tutto il piede, c’è una maggior mobilità
e un funzionamento corretto di tutta la muscolatura e questo migliora
anche la circolazione sanguigna». Nella scarpa invece «il piede subisce
pressioni e rimane inerte – spiega - anche correndo scalzi non c’è
l’impatto sul tallone che si ha con le scarpe perché si appoggia il
metatarso e si ammortizza».
Altri benefici sono la «maggior termoregolazione del corpo e la
miglior percezione - prosegue Maccagnan – prima soffrivo sempre il
freddo, ora non più. Inoltre è piacevole conoscere le superfici in modo
tattile, aiuta a muoversi con più sicurezza su ogni terreno». Dal punto
di vista dell’igiene «mi lavo spessissimo i piedi. Non è che stare con
le scarpe sia più igienico: il piede suda e puzza – sostiene - anche con
le mani si toccano cose sporche, basta lavarsele».
L’aspetto più difficile «è il lato sociale – afferma – fare qualcosa
di diverso dalle regole mette in discussione il modo di fare altrui.
Sebbene io non dica a nessuno di fare come me e la viva come scelta
personale per la funzionalità del mio corpo, la gente si sente in dovere
di dirmi che ciò che faccio è sbagliato».
Il suo girare scalzo genera curiosità, tanto che «alcuni mi scattano
foto» e anche qualche presa in giro e qualche problema: «in alcuni posti
mi hanno vietato di entrare scalzo, sebbene non esista nessuna legge in
merito – racconta – io mi porto dietro le infradito per le emergenze
come kit per le intolleranze sociali».
Fonte: www.laprovinciadivarese.it