C'è
un'espressione che da sempre sta nelle mie grazie: "bagno di realtà".
Mi sono sempre immaginato una persona che viene immersa con tutto il
corpo in una mistura di liquidi non ben specificati per sincerarsi
della verità delle cose. Una sorta di abluzione, una fonte
battesimale di cui l'uomo deve prima o poi deve almeno aspergersi per
impostare il proprio posto nel mondo. Ideali, sogni e ambizioni sono
precondizioni per affermare carattere e personalità ma conditio sine
qua non diventa una presa di coscienza seria e globale di ciò che
abbiamo attorno.
Il
regista romano Stefano Calvagna ha individuato nella realtà
effettuale il perno attorno cui definire uno stile personale, in your
face e alquanto diretto. Un quadro di insieme multiforme,
cromaticamente accattivante, dalla pennellata nervosa ma salda, dai
soggetti ben chiari ma striati in sfumature. Di recente è salito
agli onori della cronaca per aver dato alle stampe “Non escludo il
ritorno”, pellicola sulla vita del noto cantante e artista Franco
Califano. Ma il nostro vanta una carriera quasi ventennale declinata
in diversi capitoli. Pedofilia, usura, delinquenza giovanile,
violenza negli stadi: ogni