L’uomo è un animale sociale e di conseguenza ha bisogno di relazioni per poter vivere bene. Ciò è vero soprattutto nei primi anni di vita.
Quando si diventa adulti si hanno molte relazioni sociali:
lavorative, d’amore, d’amicizia, familiari e via dicendo. Può capitare
però di essere invischiati in legami considerati nocivi, dannosi per il
nostro
benessere psico fisico.
Ciò non accade a caso. La nostra insicurezza, la nostra scarsa
autostima e qualcosa di noi che non capiamo e che ci fa vivere male ci
conducono, purtroppo, in queste relazioni.
Sono legami subdoli che ci fanno stare male: alla presenza di quella
persona ci sentiamo giudicati, non siamo noi stessi, la nostra vera
personalità viene inibita, siamo infelici, tristi, arrabbiati. Non ci
sentiamo liberi di fare, di dire, di vivere. E puntualmente cadiamo
nella sua trappola: le sue critiche ci feriscono, i suoi sguardi ci
annientano, la sua presenza ci annulla.
Sicuramente qualcosa in noi è da cambiare per poter cambiare questa situazione.
Dato che queste relazioni sono molto diffuse vogliamo darvi alcuni
consigli per cercare di liberarvi da questa prigionia. Perchè un marito o
una moglie, una mamma o un papà, un amico o anche un collega di lavoro
non devono avere il potere di annientarci.
1- Prima di tutto dobbiamo compiere il grande e delicato passo di ammettere che questa relazione proprio non va. E’ difficile farlo perchè in questo modo facciamo esplodere una bomba dentro e fuori di noi. Ma lo dobbiamo fare. Ci dobbiamo chiedere “siamo sereni con questa persona?“.
Se la risposta è negativa dobbiamo ammettere che è una relazione
dannosa per noi. La consapevolezza di questa situazione è già di per sè
un primo importante passo. Ci sono infatti persone che proprio non
vogliono ammetterlo per paura di chissà quali conseguenze e continuano
la loro vita in questa sorta di triste e drammatica prigionia.
2- Capire di avere una relazione nociva implica il nostro legittimo e sano desiderio di voler stare bene, di essere sereni.
Dato che vogliamo vivere bene dobbiamo cambiare questa situazione. Il
nostro benessere è vitale e se non sentiamo l’esigenza di voler stare
bene dobbiamo intraprendere un percorso che faccia attivare in noi
questo desiderio innato alla serenità. Può essere un percorso di aiuto
psicologico ma anche semplicemente un cambiamento nel nostro modo di
vivere: cerchiamo di capire e fare ciò che ci fa stare bene, facciamo
risorgere il desiderio di serenità sepolto e ormai dimenticato da tempo.
3- Cerchiamo di cambiare la relazione nociva.
Parliamo apertamente e senza timori con la persona che ci fa stare male.
Cambiamo il nostro atteggiamento nei suoi confronti, facciamole capire
che non può manovrarci ma che può relazionarsi in modo adulto con noi.
Questo è un passo molto complicato: le relazioni infatti ci impiegano
anni per costruirsi e non possono cambiare nel giro di poco tempo ma il
nostro cambiamento trasmette molti messaggi. Se alla presenza di quella
persona siamo solitamente inibiti, facciamo con coraggio uscire il
nostro Io, se alziamo le difese abbassiamole (cosa abbiamo da perdere?),
se non ridiamo e scherziamo mai con quella persona proviamo a
rilassarci e a farlo. Sono dei piccolo grandi esercizi che spezzano pian
piano le catene della prigione relazionale costruita fino ad ora.
4- E se la situazione non cambia non ci resta che allontanarci da questa persona: fisicamente e mentalmente.
In molti casi è l’unico modo possibile per cambiare davvero un legame
con una persona, in molti altri casi il legame si spezza. Ma questo
cambiamento è necessario e giusto per poter vivere meglio e in modo
autentico.
Questa presa di consapevolezza e la conseguente azione per migliorare la nostra vita sono quasi sempre bloccate dalla paura. Ma come ha dichiarato Franklin D. Roosevelt
«L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura».
Fonte: www.eticamente.net