Un gruppo di amici sta festeggiando, non
è chiara l’occasione ma quel che è certo è che il piatto del giorno
sarà una fetta di carne di cane a testa; in Thailandia è la norma, si
alleva un cane in casa fino a quando sarà abbastanza grasso per poter
organizzare un ricco banchetto.
Il cane ha le zampe legate e, mentre
qualcuno lo tiene fermo, qualcun altro gli lega anche il muso in
modo
che non possa abbaiare né mordere.
Ovviamente lui sta già piangendo da un
po’ e cerca di liberarsi quando i ragazzi lo appendono a testa in giù e
tirano fuori un coltello.
Per sgozzare l’animale è necessario, e
con serena lentezza e tanto divertimento, uno di loro affonda il
coltello nel petto del cane, ma non troppo in profondità, morirebbe
subito e non ci sarebbe più nessun divertimento, e comincia a tagliare,
piano, con piacere, fino alla gola.
Ecco fatto, il cane è sgozzato e
sentirne i lamenti mentre si spegne è insopportabile, insopportabili
sono le loro risate, inconcepibili le loro intenzioni.
Il video
che testimonia questo terribile fatto sta girando in rete in questi
giorni, il filmato fatto dagli stessi colpevoli perché per loro è un
normale giorno di festa; non lo guardi però chi pensa di non riuscire a
reggerlo perché certe immagini, certi suoni, non è facile poi mandarli
via, e dimenticarli è impossibile; chi è troppo sensibile, chi
particolarmente impressionabile, si limiti a leggerne il racconto, è già
abbastanza.
Ciò che è maggiormente inquietante è
che, anche se all’apparenza tanto strano, disumano e
inconcepibile, non è
qualcosa di tanto lontano da noi.
Maiali, galline, animali all’ingrasso da
scannare in famiglia, mentre i bambini osservano e i nonni e i papà gli
mostrano la giusta tecnica mortale perché da grandi lo faranno anche
loro; non è divertente?
Ma è tutto illegale, si chiama macellazione clandestina,
comporta un’enorme sofferenza per l’animale ucciso con tecniche barbare
e primitive e il grave rischio di malattie per chi si ciba di quella
carne.
Barry Horne o, meglio, l’associazione che ne porta il nome, ci chiede di firmare una PETIZIONE in riferimento al filmato thailandese.
La richiesta è semplice: se lì è legale cibarsi di cani non è legale quello che abbiamo visto, dovrebbe essere punito ma nessuno se ne è mai occupato.
Forse il governo non reputa il problema
abbastanza rilevante, ma per noi non è così, la sofferenza di quel cane
racconta la mancanza di rispetto verso l’altro, la crudeltà degli
uomini, l’assenza di sensibilità; non è un bel racconto e sarebbe bello
non doverlo più ascoltare.
Chiediamo che venga rivista la legge,
che aumentino i controlli e che vengano inasprite le pene, nessun essere
vivente può meritare una simile morte, e se proprio non riusciamo ad
accettare un’alimentazione vegana perché siamo troppo deboli per
intraprenderne la strada, che ben venga l’indolore colpo alla testa che
si attua nei macelli che si attengono alle norme, ma per nessuno mai un
coltello conficcato lentamente nel petto.
Fonte: www.eticamente.net