Entusiasmo, freschezza, vitalità, spudoratezza, slancio. Non si tratta qui di essere bravi a inanellare vocaboli, ma urge uno sforzo per contestualizzare la figura di un giovane, il quale, dopo alcuni anni passati a zompettare sui battiti della musica elettronica violenta in varie piste da ballo, ha deciso di mettersi dietro alla
consolle. Il suo nome è Davide Ruggiero, in arte Loud roar, che è entrato da qualche tempo nel rooster dei deejays dell'organizzazione di eventi Insound e che collabora con il gruppo Hardream. Loud è un fiume in piena, non ha peli sulla lingua e ci tiene a tenere ben sollevato il vessillo della gioventù come forza motrice in grado di realizzare obiettivi, concretizzare l'adrenalina interiore e, perché no, dare voce ai sogni. Il tutto ovviamente incorniciato dal minimo (anzi massimo) comun denominatore della musica hardstyle, passione, stile di vita, forza in cui riconoscersi contro i pregiudizi. Settore musicale che Loud condivide con gli altri colleghi di Insound, la sua grande famiglia.
Iniziamo in modo classico: presentati
ai lettori del mio blog e dimmi per favore il significato del tuo
nome Loud roar.
E' nato con il mio amico Ivan Maister
(uno dei vocalist delle serate Insound), che mi chiamava sempre
«ruggito», «ruggine»; «ruggito» mi pareva quindi un riferimento
figo per la musica che suono, ci ho aggiunto l'inglese «roar» ed
ecco «forte ruggito». E sempre Ivan mi ha spinto a provare a
suonare, tanto più che, venendo agli eventi, respiravo il clima
fantastico che si crea qui. Adoro vedere la gente che balla per lo
stile di musica che mi piace e metto. Nasco come appassionato di
hardcore e l'evoluzione mi ha portato poi a preferire l'hardstyle.
E' innegabile come l'harstyle si sia
evoluto al punto tale quasi da stravolgersi; il pubblico giovane di
oggi sta crescendo con il nuovo orientamento new style. Che
atteggiamento ritieni che i ragazzi abbiano verso il raw?
E' tutta una questione di gusti, di
come senti la musica; se ti riconosci in cassa piena, poca melodia,
allora sei più «all'antica». Oggi credo che si abbia più voglia
ascoltare pezzi dotati di spinta, di un bel kick e di aumento di bpm,
la mia generazione è nata con gente come Headhunterz, Zatox, Ran-D.
Anche solo in Italia il movimento si è trasformato tantissimo e noi
di Insound siamo sempre in prima linea con un gruppo fortissimo.
Più di me hai un contatto diretto con
la gioventù; dei ragazzi di oggi molti dicono peste e corna, ma che
idea ti sei fatto dei tuoi coetanei sinceramente? Hanno ancora dei
sogni oggi? E sono superficiali?
Tutti abbiamo dei sogni, noi siamo il
futuro, tutt'altro che spenti, pieni di idee; gli altri dicono il
contrario perché non sono con noi, ma, se fossero qui stasera ad
esempio, si rimangerebbero quel parere. Qui a Insound, oltre ai nomi
più importanti, c'è tutto un gruppo di giovani che spinge per venir
fuori; basta che abbiate voglia di conoscerci, di saperci ascoltare,
non siamo pazzi o cattivi, siamo una bomba pronta a esplodere. Non
nego che qualche volta ci vuole la raccomandazione, ma, quando
qualcuno ti aiuta, dopo non lo devi scaricare, è anzi un modo di
lavorare insieme verso un obiettivo e un'intesa comune. A Insound
funziona proprio così: un giovane dj qui non parte da zero, inizia
con le pubbliche relazioni, cresci nello staff e le prime volte che
suoni non te ne deve fregare se ci sono 2 o 500 persone a guardarti,
suoni con piacere e basta.
Sei entrato infatti in questa
importante scuderia; che effetto ti fa operare in un contesto in cui
arrivano i più grandi big al mondo del genere?
Parlare con Zatox, Tatanka o gli Psyko
Punkz è qualcosa di magico e indescrivibile, ricordo ancora quando
mi sono messo a guardare suonare Zatox, un'emozione pazzesca! Questa
è davvero un grande famiglia, non è un modo di dire, ma
condividiamo idee, passione e modi di essere. Noi accogliamo tutti
con voglia di integrare, si sta vicino per far capire il perché
veniamo a ballare. Anche per dare contro alle voci di qualcuno: noi
non siamo tossici o malavitosi, facciamo quello che amiamo; la gente
non ha la mente aperta, è ignorante in quanto non conosce, non si
interessa eppure giudica.
In una recente intervista a un producer
italiano di un altro genere, Sander, lo stesso mi disse che a suo
avviso generi come hardstyle e hardcore non hanno mai conosciuto
declino poiché non si sono mai sputtanati, hanno mantenuto
l'identità. Sei d'accordo? E che atteggiamento hai verso l'hardcore?
Beh, hardstyle sempre nel cuore,
assolutamente! Per il resto, prima c'era lo scontro fra l'house i
nostri generi, ma alla fine abbiamo vinto noi e sai perché? Perché
non ci siamo divisi: gabber e hardstylers hanno camminato insieme,
nelle serate si affiancano anche se si parla di gruppi di fans
diversi. Prendiamo esempio da posti come l'Olanda, dove la mente è
bella accesa; noi non vogliamo strafare subito e i nostri artisti,
anche i più rappresentativi, hanno una crescita costante ma giusta.
Gli hard sounds, oggi irrefutabilmente
in netta crescita, sono in grado di cogliere quel bisogno di
ribellione e di aggregazione insiti nel dna dei ragazzi. Com'è
questo clima fra di voi?
Qualcosa di fantastico, fatto da gente
presa bene, coinvolta, dai, che figata, se non venite qui non potete
capire! Sono sicuro che anche uno abituato alla house, se capitasse
in un nostro evento, si divertirebbe! Come si fa a non stare bene in
questo contesto? L'hardcore in particolare ti aiuta a spingere fuori
il disagio, la rabbia e, quando ti ritrovi a ballare alla velocità
della luce, capisci dov'è il benessere; è una liberazione dai
problemi della scuola, della famiglia...
Anziché compiere un omicidio
(scherzo)...
Non proprio così, ma sei sulla strada
giusta (ri-scherza)...
Mi stupiscono gli ingenti investimenti
di marketing dietro agli hard sounds soprattutto nei video: masse
oceaniche di persone, eventi in locations immense, belle fighe,
sorrisi a profusione e uno stile di vita vincente. Tutto ciò è
molto attraente per il pubblico, ma capita soprattutto in Olanda;
ritieni che in Italia arriveremo a un tale livello?
Se ci diamo tutti una bella sveglia e
facciamo le cose insieme, magari sì, altrimenti la vedo dura. Lassù
c'è proprio la mentalità, la cultura giusta, il rispetto per i
gusti, per l'arte pure forse; ed è questo che permette quegli
investimenti che dicevi. Gli italiani sono lontani anni luce...
Mi sarebbe facile citarti i soliti noti
e domandarti se rientrano nelle tue passioni e la risposta sarebbe
altrettanto scontata. Citami invece uno o più artisti che reputi
sopravvalutati e che proprio non ti fanno impazzire.
Senza dubbio i Radical redemption, non
mi piace il suo stile; ce ne sono poi diversi che, dopo aver
raggiunto l'apice, per vari motivi cadono, questo non vuol dire che
almeno in passato non siano stati dei grandi.
Immagino avrai molti conoscenti che con
il mondo dell'hard non c'entrano nulla; come spieghi loro il tuo
stile di vita? Cosa ne pensano?
Bordello. Per loro la mia ragione di vita è solo bordello, casino. Una canzone è solo «dum-dum-dum»? Un paio di palle! Dietro c'è un lavoro di mesi di gente che si spacca il culo, non è buona la prima a computer. La musica elettronica è competenza, aggiornamento; ovviamente chi fa musica con gli strumenti avrà competenza, ma è qualcosa di diverso, non per forza superiore. Io non li giudico, non capisco perché loro debbano giudicare me e noi; io glielo spiego una, due, tre volte e poi mi scazzo. In questo ho la coscienza a posto perché li invito anche alle serate e ho la pazienza di spiegare quello in cui credo io.
Bordello. Per loro la mia ragione di vita è solo bordello, casino. Una canzone è solo «dum-dum-dum»? Un paio di palle! Dietro c'è un lavoro di mesi di gente che si spacca il culo, non è buona la prima a computer. La musica elettronica è competenza, aggiornamento; ovviamente chi fa musica con gli strumenti avrà competenza, ma è qualcosa di diverso, non per forza superiore. Io non li giudico, non capisco perché loro debbano giudicare me e noi; io glielo spiego una, due, tre volte e poi mi scazzo. In questo ho la coscienza a posto perché li invito anche alle serate e ho la pazienza di spiegare quello in cui credo io.
Oggi le produzioni hardstyle sono
alquanto standardizzate; ho l'impressione che molto di quello che
esce si colloca su buoni livelli e risponde ad esigenze consolidate
nel mercato. Sei d'accordo? Come può un giovane dj come te emergere
in tale contesto?
E' ovvio che ci stiamo
commercializzando con l'apertura a nuovi fronti; il bello è che non
dobbiamo commercializzarci troppo come la gente ci chiede, dobbiamo
essere noi a imporre lo stile. Io da poco ho preso i programmi per
produrre, non ho fretta, ho quasi 22 anni, spero che qualcuno si
metta una mano sul cuore e mi dia fiducia.
Dimmi qualcosa che non ti ho chiesto.
Ti posso dire la triade di artisti a
cui mi ispiro: E-Force, Ran-D, Zatox. Vorrei prendere questi tre
stili opposti e unirli in canzoni mie.
In bocca al lupo, Davide, e lunga vita
al calore e al colore della giovinezza.