"Un beverone al posto del pranzo? Questa idea può venire solo a chi non è molto esperto di alimentazione".
Andrea Ghiselli
del Centro ricerca di alimenti e nutrizione (Cra-Nut) del Cra, il
Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura. Ma boccia
senza mezzi termini il Soylent, cibo liquido inventato da un 25enne americano.
Una bevanda che si presenta come sostitutivo di un pasto completo,
adatta anche ai vegani (ma per il momento in vendita solo negli Usa).
Con una busta si fanno tre pranzi per un totale di 2.010 calorie. E
ogni pranzo viene a costare 4 dollari (meno di 3 euro). Nulla di
rivoluzionario secondo Ghiselli, perché «gli alimenti sono composti da
tantissime molecole, non solo quelle contenute nel beverone. Se devo
scegliere tra
il Soylent e un hamburger, preferisco il secondo». E
l’hamburger non è certo un pasto consigliato dai nutrizionisti.
Dieta adeguata, ma per chi?
«Non
conosciamo tutte le molecole di cui sono composti i cibi - ribadisce
Ghiselli - basti pensare che i polifenoli, tra cui il famoso
resveratrolo, sono stati scoperti non più di 25 anni fa e oggi sono
ritenuti importantissimi per la buona salute. E le vitamine sono state
scoperte nel novecento. Dunque in futuro potremmo scoprire nuovi
fondamentali componenti del cibo che ovviamente non sono presenti nel
beverone chimico». Dunque è difficile pensare che la miscela creata a
tavolino possa rappresentare una dieta adeguata. C’è poi un altro
problema: nel Soylent i nutrienti sono in quantità “standard”, ovvero
dovrebbero andare bene per tutti, ma così non è. La quantità di calorie
giornaliere di cui ha bisogno un trentenne alto un metro e 90 è ben
diversa da quella necessaria a una cinquantenne alta 1,60. E anche i
nutrienti non devono essere uguali per tutti: una donna in età fertile
ha bisogno di molto più ferro di un uomo. «Inoltre è risaputo che ferro e
vitamina C, che nella bevanda sono compresenti, “fanno a pugni” tra
loro: uno ossida l’altro, dando vita a un flusso di radicali liberi -
prosegue Ghiselli -. Questo ovviamente accade in laboratorio, la cosa
andrebbe verificata sul prodotto specifico, sul quale però non esistono
dati sperimentali».
La masticazione e il senso di sazietà
Non
basta. Ovviamente assumendo cibo liquido viene meno un aspetto
fondamentale del pasto “tradizionale”: la masticazione. «Che non serve
solo per tenere allenati i muscoli ad essa adibiti, ma è fondamentale
per arrivare alla sensazione di sazietà. Bevendo una sostanza liquida,
posso anche assumere duemila calorie al giorno, ma molto probabilmente
non mi sentirò sazio - spiega Andrea Ghiselli -. Dunque se a qualcuno
venisse l’idea di usare questa bevanda per dimagrire, si accorgerebbe in
poco tempo che l’idea è del tutto fallimentare. Anche la gratificazione
sensoriale contribuisce al senso di sazietà e la si ottiene con la
bontà e la consistenza degli alimenti. Per fare un esempio, si ritiene che uno dei motivi per cui il cibo del
fast-food induce a un iper-consumo sia proprio la “piattezza” dei sapori
e delle consistenze dei vari cibi». E come ha ben detto Corinne,
fidanzata del giornalista Brian Merchant che per un mese si è nutrito
solo di Soylent «mangiare solo per nutrirsi è come fare sesso solo per
procreare». L’alimentazione infatti è anche convivialità, stare insieme,
chiacchierare con familiari, amici, colleghi.
Tutto indicato in etichetta
«Un
bibitone di questo genere potrebbe andare bene per pazienti che hanno
problemi di deglutizione, ma esistono già diversi prodotti di questo
tipo - continua Ghiselli -. Per il resto dell’umanità potrebbe, in linea
teorica, andare bene una volta ogni tanto, come strappo alla regola, ma
certo mangiare è un’altra cosa. Peraltro una bevanda di questo tipo si
potrebbe fare anche in casa, mescolando i vari ingredienti». Infatti sul
sito della Soylent c’è una pagina dedicata a chi vuole produrlo per
conto proprio. A proposito di ingredienti, vediamo le proteine: il
Soylent ne contiene 114 grammi, da dividere per tre pasti (38 a pasto).
«I Larn raccomandano l’assunzione di 1 grammo di proteine al giorno,
come minimo, dunque potrebbero anche andare, ma 76 grammi al giorno
potrebbero essere troppi per una persona che pesa 50 chili - prosegue
Ghiselli -. In ogni caso il concetto è giusto; le proteine vanno
mangiate tutti i giorni, perché contribuiscono a formare la massa magra,
ma non va dimenticato che le proteine non si trovano solo in carne,
pesce e legumi, bensì anche nel latte, nel pane e nella pasta. Va poi
riconosciuto un aspetto positivo a questo prodotto: in etichetta è
indicato tutto ciò che contiene, dunque si può utilizzare anche in
mini-porzioni. È chiaro però che se riduciamo la quantità di polvere
granulare per ridurre le calorie, viene sballato l’apporto di nutrienti
calcolato sul fabbisogno giornaliero».
Fonte: www.corriere.it