Curiosa e accattivante la carriera di Daniele Meo; abruzzese
e dotato un timbro vocale raffinato e al contempo incisivo, ci tiene ad
ascriversi al pop cantautorale eppure ha prestato i suoi servizi a svariati
progetti italo dance. Non è l’unico ad aver vestito la propria arte di vesti
differenti; si ricordano a tal proposito anche Beppe Giampà, Daniele De Bellis
o Pol Rossignani. Meo però ha una caratteristica non da poco: personalizzare la
produzione marchiandola a fuoco e lasciandola ricordare al pubblico contro la
schiavitù del tempo. C’è qualcosa in quella voce che lascia il segno, cattura, seduce
e fa un buon affare quel produttore che decide di avvalersene. Daniele continua
con passione e sentimento soprattutto il suo percorso legato alla musica
leggera, scrivendo musica e testi,
pennellando liriche in bilico fra amore e
rapporto con il mondo. Non un artista impegnato in senso assoluto: il
groviglio
delle sensazioni, l’universo del cuore pare farla da padrone; ma si nota un
certo interesse, uno sguardo a quello che riguarda tutti noi, riflessioni ad
ampio raggio che completano il suo esperire musicale.
Ecco cosa ci ha raccontato: passato, presente, futuro
scanditi con la voglia di raccontarsi ed entusiasmo per le sette note.
La tua caratura artistica è interessante: sei un cantante
pop prestato in tante occasioni a bravi dance e italo dance. A cosa si deve
questa versatilità?
La mia attività nasce da una passione che ho da sempre; a 16
anni ho scritto la prima canzone per poi diplomarmi in composizione di musica
leggera. Una cosa a cui tengo molto è emozionare chi ascolta e credo di
riuscirci abbastanza bene. Sono così entrato nel mondo della musica e per i
veri inizi devo ringraziare Paolo Mantero, il primo a credere nella mia
creatività a livello discografico. Lui oggi credo abbia cambiato fronte
musicale, non lo sento da tantissimo tempo, forse ora fa videoclip. Ma ai tempi
fu un personaggio importante; i brani
con lui erano due: “Fly way”, con cui uscii con lo pseudonimo D-project, e
“Sarai sempre con me”. Erano i tempi della sua Armonica records.
La canzone con cui il tuo nome è circolato davvero molto fu
“Adesso balla”, ancora oggi ascoltata e scaricata. Mi racconti la genesi di
quel pezzo e che sentimenti hai oggi nei suoi confronti?
Ha una storia bella e complicata; era il 2006 quando la
scrissi. All’inizio nacque per Armonica records ed ebbe un arrangiamento da
ballo; così fu inserita in una compilation del 2007 e quella versione è stata
la prima ma non l’unica. Negli anni ho prodotto una versione pop-rock e lo
scorso anno la nuova versione è risultata la hit più importante in Albania e
nei Balcani. Ho collaborato con dei ragazzi albanesi per una versione 2013 che
mi soddisfa ancora molto; il 2 agosto dello scorso anno sono stato in una
grande manifestazione, il “Summer fest”, ospite da loro, c’era molta gente.
Invito i tuoi lettori di vedere il video e ti regalo una notizia in esclusiva:
sono stato contattato da una delle più importanti etichette discografiche spagnole
e credo che nel prossimo futuro ci saranno delle bellissime novità in proposito.
La gente si interessa molto di questo pezzo, è un aspetto che mi stupisce molto
ma mi gratifica anche. Stiamo lavorando anche per esportarlo in altre lingue,
ha davvero grani potenzialità ad anni di distanza.
Tra tutte le varie collaborazioni con djs in passato di
quali oggi vai più fiero e di quali hai migliori ricordi da un punto di vista
umano?
Mi sono trovato bene con tutti, non mi sento di fare un nome
in particolare e metterlo davanti agli altri. Ho un carattere docile e cerco di
scegliere la proposta in modo accurato prima di accettare in modo da evitare
antipatici fraintendimenti. Il rapporto umano di certo è importante, credo si
capisca abbastanza in fretta se c’è feeling con qualcuno. Ho registrato per
Samuel Kimkò con pezzi usciti su varie compilation; per Dj Cry-Emozioni libere
con cui si è creata una bellissima amicizia; poi Calvaruso, Dj Torny e non
dimentichiamo Federico Seven, con cui nel 2013 siamo usciti con “Fly with me”,
canzone di cui è stato girato anche un video. Ha avuto un buon riscontro e
ovviamente anche con lui mi sono trovato bene.
Il 2014 ti ha visto collaborare prima con Dj Erian per “Io e
te fra le nuvole” e con due artisti albanesi, Dritjon Selmani & Aster Freys,
per “Love salvation”. Ancora due brani di musica dance elettronica; come sono
nati i progetti?
Questi due artisti albanesi mi contattarono a inizio anno,
avevano intenzione di fare un progetto insieme; “Love salvation” è la versione
inglese di un mio pezzo in italiano di nome “Clone” che uscirà più avanti. Selmani
ha uno studio di produzione a Tirana, ha curato l’arrangiamento; la canzone sta
avendo dei buoni riscontri nelle radio laggiù. La mia musica tende ad avere più
successo in altre nazioni piuttosto che in Italia, questo non mi disturba anche
se in futuro non sarebbe male essere più conosciuto anche nel mio Paese. Erian invece
mi mandò un demo sempre dall’Abania, lui vive in Canada comunque; mi ha
conosciuto in radio. Ho analizzato i suoi lavori, mi mandò una bozza in mezzo
inglese e mezzo italiano improvvisati; ho scritto il testo. I miei lavori più
dance non li propongo più alle case discografiche: quando sono cantati in
italiano, non li vogliono. A me piace scrivere in italiano, non vedo perché ci
debbano essere problemi di questo genere; per fortuna all’estero è diverso,
amano moltissimo la nostra lingua. Ad esempio in Albania e Grecia “Adesso
balla” ha fatto successo proprio perché è cantata nel nostro idioma.
Immagino che il tuo versante più autentico sia quello pop
cantautorale. Ho seguito con attenzione le liriche e mi pare che, oltre al tema
dell’amore che prevale, vi sia da parte tua una certa ricerca sull’uomo e sul
suo ruolo a livello di sentimenti verso il mondo e le altre persone. “Cavie della
nostra specie”, “storie in cerca di
rivoluzione, “un uomo solo in mezzo al mare”, “un sipario un orologio al
contrario” e altri versi me lo fanno pensare. Sei d’accordo?
Mi piace ricercare giochi di parole, piccole provocazioni
che tanto piccole poi non sono in quanto parlano di valori della vita e
interiorità. La canzone d’amore è quella più facile da scrivere e l’amore è un
tema che mi è caro, come giustamente hai fatto notare nella domanda. Ma amo
aggiungere a ciò qualcosa di più profondo, il che è difficile e richiede sforzo
ma soddisfa molto. Temi di attualità più seri non mancano nella mie canzoni,
sono un ragazzo semplice ma che è abituato a guardarsi intorno e ragionare. Parlavo
con il mio manager al telefono e mi diceva di provare a fare qualcosa che
riguardi la direzione che sta prendendo il nostro mondo. Ci proverò perché è
interessante; ho tante canzoni pop in cantiere che aspettano di uscire.
Nel pezzo “Evoluzione”, pregevole esempio di pop
elettronico, mi hanno colpito le parole “Siamo tutti uguali, non c’è alcuna
distinzione fra sesso e religione, non esiste immigrazione”. E’ una presa di
posizione precisa contro certe ideologie?
Credo di sì. Spesso si vive di pregiudizi in Italia, forse
in tutto il mondo occidentale e non solo. In realtà il viaggio in Albania per
me è stato illuminante, mi sono tuffato in un altro contesto stupendomi di come
mi hanno accolto. Mi sono trovato benissimo, loro non hanno i filtri che
abbiamo noi: non ero un italiano, ero Daniele, un musicista, un uomo normalissimo
ed è stata una sensazione che veramente consiglio a tutti. Prima di parlare e
soprattutto giudicare, viaggiate e cercate di conoscere! Le parole che hai
citato le ho scritte con grande convinzione: non c’è alcuna differenza fra un
uomo e un altro.
La tua canzone pop che preferisco è “Senti come nevica”.
Sbaglio o il tema della neve ti è caro? Mi è parso di sentirtene parlare in ben
tre occasioni.
E’ un caso. Posso però dirti che il colore bianco è spesso
associato alla purezza e la neve mi da sensazione di pulizia, aria pulita; in
questo senso ci sta bene parlarne e inserirla in un contesto di canzone, ma non
era una cosa così ricercata e voluta.
Un altro tema a cui fai allusione due volte è che in fondo
parte di ciascuno di noi è il risultato di quello che si è fatto in precedenza
(“figli di errori passati si sa”). Come hai impostato nella tua vita i
cambiamenti verso la felicità, come hai rimesso insieme i tuoi “Pezzi rotti”?
Non si finisce mai di rimetterli insieme, la vita ti mette
al muro di continuo, nulla dura per sempre e… I “Pezzi rotti”, citando una mia
canzone, son sempre lì a guardarti. In quella canzone in particolare ho
descritto secondo me come va il mondo; ci sono moltissime cose in Italia che
non funzionano, è un pezzo che non morirà mai. La natura dell’uomo costringere
le situazioni ad andare sempre in un certo modo! Se non accade qualche
rivoluzione, a livello mentale e culturale non violenta, non ci sarà
“Evoluzione”, usando il titolo di un altro mio lavoro. Come tutti dentro me
cerco di affrontare i periodi tristi e di vedere il lato buono delle cose. Mi
viene naturale e ogni giorno affronto quello che mi capita con pazienza e
credendo nelle mie possibilità.
Perché a tuo avviso la italodance, dopo l’esplosione negli
anni d’oro e un certo ritorno commerciale nella prima metà degli anni 2000, poi
è calata a livello commerciale? Oggi la producono alcuni coraggiosi integralisti,
mentre l’asse mainstream si è spostato su EDM, progressive house, latin o
romanian dance.
Ha perso lo smalto perché gliel’hanno voluto far perdere. Le
radio e gli operatori dei media hanno deciso di cambiare rotta e si è arrivati
al punto che oggi in pochi la producono e non ottengono più lo spazio dei loro
colleghi di una volta. Io non sono un artista italo dance, al tempo partecipai
a determinati brani quando quel filone era abbastanza seguito. Credo che quei
produttori di cui parli, per quanto coraggiosi, debbano orientarsi ad altro; se
poi vogliono far musica solo per se stessi, continuino in quella direzione. Ma,
se vogliono stare al passo con il mercato, non possono fossilizzarsi. E’ come
se negli anni ’50 del rock’n’roll i musicisti avessero continuato con quel
genere quando lo stesso non aveva più niente da dire. Per me l’avvento dei
generi nuovi non è affatto un male, lo vedo come un processo naturale; ho un
buon rapporto con loro, mi piace la romanian dance. Anzi ti dirò che la
preferisco a certa italo dance che girava anni fa; “Adesso balla” ha superato
il milione di visualizzazioni su youtube quando è stata remixata romanian,
qualcosa vorrà dire.
Siccome sembra diventato ormai un preconcetto parlare male
del nostro Paese, mi dici quali sono le cose per cui vale ancora vivere in
Italia e sperare?
Cibo e paesaggi sono le cose scontate; stare qui in realtà è
bello perché siamo italiani, dobbiamo esserne fieri. I dialetti ad esempio sono
meravigliosi, è bello arrivare in un punto e sentire le varie cadenze. Speriamo
che si aggiusti un po’ la situazione politico-economica perché la gente ride di
noi; la tua domanda sarebbe da chiedere a tutto il popolo italiano. Abbiamo tantissime
culture diverse a livello locale, da me in Abruzzo vi sono tradizioni
fantastiche e uniche che non devono morire mai. Cerchiamo di usare queste
diversità come arricchimento reciproco e come motivo di disunione.