La pelle è uno dei prodotti che indossiamo
abitualmente; borse, scarpe e giubbotti abbondano nei nostri guardaroba,
per non parlare poi dei costosi divani che riempiono i nostri salotti e
delle presidenziali poltrone finemente rivestite, simbolo di potere per
uomini e donne in carriera.
Sarà forse l’abitudine, sarà che è una
parola tanto usata quando si parla di abbigliamento, ma indossare la
pelle animale non ci inquieta come accade, ad esempio, con le pellicce.
Fondamentalmente, però, il concetto è lo
stesso, sia pelli che pellicce sono rivestimenti animali; è vero che il
processo di produzione è completamente differente ma entrambi
comportano gravi sofferenze per le vittime di quest’industria.
Molta della pelle in commercio proviene
da scarti alimentari; ovviamente dell’animale macellato non
si butta via
niente soprattutto se parti importanti possono fruttare molto denaro;
ed è così che la pelle viene recuperata e venduta per subire un processo
di lavorazione.
C’è poi l’industria della pelle vera e
propria, quella che non è più uno scarto ma che proviene da animali
allevati per questo preciso scopo.
Dobbiamo quindi spostarci nella parte
orientale del nostro mondo e curiosare all’interno degli allevamenti
della Cina e dell’India per rilevare dati importanti che ci riguardano
molto da vicino.
In Cina la pelle prodotta proviene da pecore, cani e gatti;
allevati per essere uccisi e scuoiati, non ricevono un bel trattamento a
causa del fatto che, proprio in quel territorio, per ogni tipo di abuso
sugli animali all’interno degli allevamenti non è prevista una
punizione, non ci sono regole sulla base delle quali vengono stabilite
procedure severe e rigide; poiché quegli animali sono merce a tutti gli
effetti, quindi più simili ad oggetti che ad esseri viventi, si
ritrovano in balia di operatori interessati soltanto alla quantità di
lavoro da portare avanti.
Ed ecco un video di gatti schiacciati dentro gabbie minuscole lanciati sul pavimento dall’altezza del camion che li trasportava.
In India invece la pelle più richiesta e
lavorata è quella delle mucche costrette a camminare per giorni interi
fino al luogo della mattanza, trascinate con la forza come vediamo in
questo video-denuncia e percosse ad ogni accenno di stanchezza.
Tornando in occidente, possiamo parlare
ad esempio degli Stati Uniti che producono enormi quantità di pelle
grazie alle mucche da carne e, precedentemente, da latte.
Una delle disumane procedure alle quali le mucche vengono sottoposte è l’estrazione delle corna, anche se un essere vivente distrutto dal dolore non è proprio uno spettacolo piacevole vedere.
In questo video
una terribile sintesi del precedente racconto; guardiamolo, anche se
può essere profondamente doloroso, ma vedere certe immagini è proprio
ciò che ci fa riflettere e pensare.
Stiamo parlando del mondo in cui viviamo
e non possiamo ignorare questa quotidianità; proviamo invece a
conoscerla e ad impegnarci per cambiarla, sostituiamo la vera pelle con
materiali più etici e mettiamo da parte la crudeltà.
Per avere un’idea delle aziende che non utilizzano capi in pelle leggete l’articolo Abbigliamento cruelty-free: la lista delle aziende non violente!
Fonte: www.eticamente.net