“Fa più male un pensiero negativo di
un cibo avariato”.
Tale concetto è paradigmatico per
comprendere l'approccio con cui il nutrizionista e naturopata Simone
Iannone carezza la vita e accoglie il bisogno di sostegno delle
persone che gli si rivolgono. Con nelle gambe ottimi piazzamenti
nella faticosa disciplina duathlon, lavora in due studi a Cannobio
(Vb) e Verbania; a 30 anni ha sentito la necessità inderogabile di
realizzare la propria essenza. Abbandonato il precedente impiego, si
è rimesso a studiare plasmando l'esistenza su un'attitudine
improntata a sostenibilità ambientale, alimentazione sana, logica
cruelty free e sport. Pur vegano, non si barrica dietro all'ortodossia radicale
ma lascia che ciascuno trovi il suo stile di alimentazione in
autonomia e in forza della propria unicità. Conduce uno stile
professionale non invadente, flessibile, attento e rispettoso; si
ritiene un facilitatore, un mediatore fra regole di buon senso e
libertà d'azione dell'interlocutore. Lascia dunque alla persona l'onore ma anche
l'onere di giocare
un ruolo fondamentale nella guarigione. Convinto
assertore dell'amalgama indissolubile fra corpo e mente, soma e
psiche, carne e spirito, è affascinato da certe sfumature di
pensiero orientali e dunque nella pratica quotidiana non può
prescindere dal considerare la calma mentale come vero alimento,
medicina dell'anima tanto quando altri cibo o farmaci.
Come spesso accade allorché ci si
addentra in territori tanto vasti, il loro fertile humus dona
munifici frutti nel ragionamento. Si parte dall'alimentazione per
arrivare agli ogm (organismi geneticamente modificati), passando
dall'agrobusiness al biologico, senza trascurare la meditazione e la
gestione delle emozioni. Come previsto la chiacchierata con Simone ha
toccato tanti temi; cercheremo nell'articolo di non scendere troppo
nel tecnico un po' perché chi scrive non ne ha i titoli e un po' per
consentire al gentile lettore di ottenere qualche consiglio talvolta
spicciolo tal'altra approfondito verso una filosofia di vita quanto
meno più consapevole.
Ciò che oggi manca è una conoscenza dei
fatti: la nostra attenzione viene obnubilata dai “professionisti
della mistificazione” che, obbedendo a regole di mercato/logiche di
profitto/controllo sociale, ci propinano ciò che è opportuno noi
sappiamo. Ergo ciascuno può compiere le scelte che crede, ma almeno
sulla base di un'informazione il più possibile completa.
Personalmente intendo ambire a una felicità totale, tutta mia, che mi veda protagonista e non esecutore inerte;
il cammino è ancora lungo e questa volta mi ha fatto incontrare
Simone.
Quali sono i problemi più classici che
lamentano le persone che vengono a curarsi da te?
Oggi quasi tutti soffrono di intestino
che non funziona bene; in certe condizioni nemmeno gli integratori
svolgono un buon compito perché vanno a poggiarsi su un sistema che
soffre. Aprendo una parentesi, sconsiglio gli integratori a meno che
uno abbia carenze congenite e oggettive; con uno stile di vita sano e
moderato riceviamo tutte le sostanze di cui il nostro corpo necessita
per stare in modo ottimale. Ma torniamo alla domanda: un organismo,
se posto in un'alimentazione bilanciata, un'attività fisica vigorosa
e in un pensiero positivo magari con l'aggiunta della meditazione, si
realizza pienamente. In una settimana/quindici giorni spesso problemi
e disturbi anche gravi si affievoliscono. L'organismo ha energie
vitali innate che gli permettono di guarire, ma molti di noi le
sotterrano con farmaci e comportamenti errati. Ricordiamo che
l'alimentazione non è solo introiettare cibo ma anche socialità,
condivisione; il piatto è meglio se viene fatto con amore. Io
consiglio sempre di mettersi a tavola con emozioni serene; se sono
arrabbiato, mi resterà il boccone sullo stomaco nel vero senso della
parola. E questo vale anche per i salutisti, quelli che credono,
scegliendo solo alimenti sani, di essere esenti dal discorso
psicologico magari. Se dentro non stai bene, mastichi amarezza e
getti veleno dentro di te; è un po' come dell'ottima benzina che
alimenta un motore rotto.
Restando in tema di alimentazione, tu
da anni hai scelto il veganismo; lo prescrivi sempre e comunque agli
altri?
Io sono aperto a ogni tipo di
alimentazione, non per me, certo, ma per gli altri. Parto dal
presupposto che quel tipo di cibo ti debba dare gioia; non devi
essere vegano per forza per poi soffrire e pensare che ti manca
qualcosa. Non ho preclusioni e credo fortemente nel potere della
scelta; se ci credi in una cosa, sei già a metà strada per
realizzarla. Ho scelto lo stile vegan per tutta una serie di
motivazioni: per un maggiore rispetto dell'ambiente, degli animali e
in quanto sono più che convinto che così svolgo un'accurata
prevenzione per la mia mente e il mio corpo. Altra questione che ci
porterebbe lontanissimo ed è solo il caso di citare sono i
genitori che portano ai bambini diete alternative e hanno girato
mille dottori con mille diagnosi. In quel caso urge un lavoro di
rieducazione e di presa in carico della persona nella sua
individualità.
Anche se non mi pari il nutrizionista che
ama dare ricette assolute, quali sono i parametri di valutazione con
cui “testi” una persona?
Chiedo tre cose fondamentali: come
funziona l'intestino, che qualità ha il sonno, se il soggetto ha una
buona energia. La sfera umana va presa in toto, senza frazionamenti e
la medicina occidentale moderna, è risaputo, è orientata a curare
l'uomo a pezzi e in maniera meccanicista. Io sento dentro di me una
voce che mi fa andare in altre direzioni: non ho davanti macchine a
cui poter sostituire parti in caso di guasto. L'uomo è un tutto in
cui il singolo frammento concorre in modo determinante alla salute
generale e soprattutto l'aspetto motivazionale, umorale, energetico
deve avere la sua influenza. I monaci shaolin, che erano vegani,
esercitavano un assoluto controllo della mente e delle emozioni; sono
un ottimo esempio a mio avviso. Ci sono dei cibi che creano troppa
energia nel nostro organismo, ci sono cibi vivi e cibi morti; questo
surplus energetico cagiona algie, crampi che si ripercuotono a
livello mentale. Tutto questo confonde la mente, destabilizza. Vuoi
degli esempi? Caffè, carne, latticini mediamente agitano,
confondono; vi sono persone che li reggono bene ma in generale non ne
metto nel mio corpo. Per il caffè: ha impatto forte, stimola
l'adrenalina e può dare dipendenza; ma se si riesce a superare i
primi quattro giorni di disintossicazione, non si avranno più quei
sali e scendi che ci fanno avere bisogno del caffè stesso. Dopo aver tolto
questi cibi e iniziato sport a livello massivo, ho sentito un
evidente beneficio nei recuperi e non ho più avuto infiammazioni. In
generale consiglio di limitare quel tipo di alimenti anche perché
prepari meglio il corpo alla tollerabilità di momenti difficili
della vita. Il cibo è energia e pensiamo a quando mangiamo un uovo,
qualcosa capace potenzialmente di creare una vita.
Pensieri, tristezza, in alcuni casi
depressione fino a sfociare nella malattia. Sai bene che certe filosofie
orientali e alcuni correnti psicologiche tendono a vederla non come
qualcosa che spinge irrimediabilmente negli abissi della sofferenza
ma come opportunità di autoconoscenza.
Certo! La malattia o comunque disagi e
guai fisici non sono per forza qualcosa di cui aver paura o che
distrugge i nostri progetti; se indugiamo nel volerla combattere, nel
temerla, avremo meno strumenti per controllarla. Ecco, direi così:
più che combatterla, la malattia dovremmo controllarla, gestirla,
conviverci quasi. Più che voler guarire, chiediti perché ti sei
ammalato, cosa avresti potuto fare per evitarlo, cosa potrai fare
perché non si ripresenti più il problema. C'è tutto uno studio
sull'aspetto vibrazionale della vita che parla di cosa scatta fra le
persone nelle relazioni. Ognuno ha il dovere di essere felice, sano
nella salute, portando in società una vibrazione appunto positiva.
Che consigli pratici daresti all'uomo
della strada per migliorare fisicamente con un regime alimentare
sensato?
In primis dedicarsi al biologico: non
posso dire che sia superiore per forza, certo che presenta meno
additivi, antiparassitari, anticriptogramici e un minore impatto
ambientale. Capisco che per molti sia anche una questione di costi,
ma non credo per la salute si possano fare calcoli del genere.
Possiamo poi affermare che frutta e verdura hanno proprietà
indispensabili come vitamine e fibre e andrebbero consumate tutti i
giorni in buona quantità. Soprattutto questi cibi possono necessitare di
concimi e fertilizzanti per crescere, attenti dunque a quello che
mettiamo in tavola soprattutto se abbiamo figli piccoli. Ricordiamo
che quelle sostante chimiche cambiano le proprietà dell'alimento e
il tutto si ripercuote nel ciclo vitale dell'organismo e
dell'ambiente. Poi fondamentali sono gli zuccheri carboidrati
complessi, quindi i cerali non raffinati come orzo, farro, miglio,
quinoa, ecc. Ce ne sono tantissimi...
Scusa se ti interrompo e ti quoto
rispondendo idealmente a chi, quando gli comunichi che sei
vegerariano o vegano, ti chiede: “Ma allora cosa mangi?”. Ecco la
risposta: un sacco di cose che tu non conosci perché sei stato
abituato a un regime consolidato in società ma che non è detto sia
perfetto.
Esatto, spesso è l'abitudine la
peggiore nemica! Parliamo di riso saraceno, grano, amaranto e tante
altre prelibatezze. Personalmente li considero più importanti dei
legumi, che danno molte proteine ma non li vedo come i beni primari.
E non in ultimo i semi oleaginosi, questi grandi sconosciuti.
Mandorle, noci, semi di lino e tanti altri ricchissimi di omega 3.
Magari maciniamoli e non mangiamoli interi, perfetti con i piatti
freddi, due cucchiai di olio extra vergine di oliva da minestra e un
cucchiaio da minestra dei nostri semi.
E sui famigerati ogm cosa mi racconti?
Magari senza scendere troppo nel dettaglio.
Parliamo allora di agrobusiness, ovvero
l'ingente giro di quattrini che sta dietro all'agricoltura intensiva
a cui non frega niente della tua e della mia salute e vuole solo
ottimizzare costi e benefici. Gli stessi vegani dovrebbero stare
attenti: non è sufficiente scegliere vegetali e scartare carni e
latticini, occorre mettere in tavola cose di qualità. Vengo dalla
facoltà di agraria e so da dove viene il cibo, dunque ti farò un
esempio su tutti. In Italia non è consentito l'uso degli ogm in
laboraratorio; il mais della multinazionale Monsanto è transgenico,
non certo come quello che farebbe il contadino sotto casa tua per
intenderci. Diversi Paesi emergenti come il Brasile lo usano ma è
solo business! Il mio amico Franco Trinca, che lavora in Umbria, sta
cercando di far capire che si tratta di una legge truffa. Nel mais
della Monsanto abbiamo un tratto di dna di un bacillo parassita e
dunque l'insetto che mangia questi cibo muore, gli esplode lo
stomaco. A livello volatile questi residui resistono, le spore girano
e pensiamo alle api che vi si nutrono. Il risultato sai qual è? Un
disastro completo. Abbiamo messo in commercio una morte vegetale, un
prodotto con un forte punto di domanda. A onor del vero, bisogna dire
che a oggi gli studi non certificano danni gravi per l'assunzione di
alimenti derivati da ogm. Ma, a parte il fatto che tali studi sono
solo sui ratti, è stato violato un principio di precauzione e
comunque un problema c'è già: nella monocultura anche non ogm si
distrugge la biodiversità. E ancora: due campi, uno a biologico e
uno a ogm, non dovrebbero mai stare vicini, invece succede a più
riprese. Lo 0,9% di ogm può essere trovato nel biologico per legge,
è una soglia massima di tolleranza; ma è un dato aleatorio anche
perché, per quanto in percentuale debole, un problema potrebbe
essere virulento. Uno degli effetti più gravi di tutto questo è il
dilagare della celiachia, perché siamo andarti a cambiare il
quantitativo di glutine nel grano modificato.
Molta gente non sa le cose, alcuni non
si informano neanche, ad altri non gliene frega, altri ancora
sanno ma fanno finta di niente. E' variegata la casistica delle persone
ma un dato sembra comune: ingrassare le casse delle farmacie cercando
medicamenti miracolosi per ovviare a questo o a quel disturbo.
Tanta gente non sa che esistono l'orzo
e il farro e magari conosce i semi di chia che sono diventati un
business commerciale da qualche anno. Se uno ha un'alimentazione
bilanciata, lo dicevamo già, non ha bisogno di integrare; la
pubblicità copre un vuoto di informazione che molti colmano male
anche con la rete web. Come saprai, diversi
atleti di fama mondiale sono vegani e ottengono risultati ottimi;
anche alcuni body builders lo sono e utilizzano preparati proteici di
soia o piselli. Ma non fanno bene perché mettono in circolo un
surplus di principi nutrizionali.