Avete mai sentito parlare di FAD (Fish Aggregating Devices – Sistemi di Aggregazione per Pesci)? È un sistema di aggregazione per pesci, un metodo di pesca notevolmente dannoso per il nostro ecosistema.
È una semplice boa che attrae una grande
varietà di pesci che si stabiliscono attorno ad essa e lì rimangono
fino all’arrivo dei pescatori che tireranno su le reti strapiene di
vita.
Metodo prediletto per la pesca dei
tonni, è proprio partendo da qui che ha inizio la storia delle
scatolette che riempiono le nostre dispense.
Quello che è chiaro è che ad essere
attratti non sono soltanto i tonni ma una enorme varietà di pesci e, tra
squali, tartarughe, e tonni tanto piccoli da non poterne ancora fare
cibo, quello che davvero serve ai pescatori è solo una piccola parte del
bottino.
Intanto il mare viene svuotato e i pesci
superflui vengono lanciati in un angolo del peschereccio o, ormai quasi
morti, ributtati in mare che, da parte vivissima della nostra Terra,
diventa ogni giorno più simile ad un cimitero.
Alcuni pescatori consapevoli di ciò
hanno deciso di denunciare e, partendo da alcuni filmati che
mostrano
chiaramente crudeli fasi di pesca, hanno avuto la possibilità di
diffondere la loro protesta grazie anche all’aiuto di Greenpeace che,
ancora una volta, si schiera dalla parte del pianeta.
Ore di filmati sono state riassunte in un unico VIDEO dove un susseguirsi di immagini ci aiuta a comprendere la vera essenza di quello che mangiamo.
Uno squalo balena ferito e sanguinante,
uno squalo seta scaraventato sul pavimento, un marlin che giace sotto il
peso di un uomo, una manta infilzata, una tartaruga diventata il
divertimento dei pescatori e un ammasso di varie piccole specie che,
appena rigettate in mare, tingono l’acqua di rosso.
Più volte è stato chiesto alle maggiori aziende del settore di portare avanti almeno una pesca ecosostenibile,
che preservi le specie e non distrugga i nostri mari, ma ancora poche
hanno dato ascolto a queste voci mentre la gran parte, con indifferenza,
finge di non sentire.
Ecco la LISTA delle aziende che ha deciso di praticare la pesca sostenibile.
Noi intanto facciamo quel che possiamo
controllando sempre la provenienza di questo prodotto prima di
acquistarlo, prediligiamo le aziende etiche che spesso sono le più
piccole e poco conosciute e mandiamo un forte messaggio ai famosi
giganti che non rispettano l’ambiente.
A tal proposito Animal Equality
ha pubblicato l’ultima investigazione proprio in questi giorni; ci
troviamo in Sardegna dove, ogni anno, migliaia di tonni vengono
intrappolati e uccisi con una crudeltà indescrivibile. Ecco il FILMATO
dell’evento nel quale possiamo ascoltare con le nostre orecchie le urla
disperate dei pesci mentre alcuni uomini armati di uncini li infilzano
gratuitamente godendo alla vista dei fiumi di sangue che scorrono
ovunque.
Quello che percepiamo è dolore puro,
impossibile da descrivere ma così forte che invade con violenza chi lo
sta guardando; le scene sono impressionanti ma sforzarci di guardarle
per una maggiore comprensione sarebbe il minimo perché solo se
conosciamo una cosa fino in fondo possiamo decidere e aver voglia di
combattere affinchè questa possa cambiare.
Noi riponiamo in dispensa le scatolette di tonno senza pensare a cosa c’è dentro, a cosa c’è dietro…
Fonte: www.eticamente.net