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domenica 4 agosto 2013

DEEJAYS O BAMBOCCI LECCACULO?

Io credo che prima o poi qualcuno dovesse pur tirare fuori tutte le verità appartenenti al nostro settore. Prendersi queste responsabilità vi garantisco che non è semplice, ma nello stesso tempo è molto liberatorio ed incoraggiante, specie quando vedi molti commenti che sono apposti con la rabbia e non con il cervello. Solo con il tempo ci renderemo conto di quanto sia importante, specie partendo da adesso, testimoniare e rendere pubblico che molti deejay che sono anche
parecchio conosciuti sul mercato, sono un perfetto bluff.
Le critiche, costruttive e distruttive nei miei confronti sono molte, ma la cosa che mi rende libero è testimoniare semplicemente le realtà che il nostro settore negli ultimi anni si è costruito in una modalità totalmente barbara.
Molti producer e deejay che conoscono il mio lato tecnico mi dicono: “Teo stai tranquillo che il momento buono arriva per tutti” pensando magari che le mie testimonianze nascono da qualche mia “incazzatura” contro qualcuno nello specifico, invece voglio immediatamente tranquillizzare tutti che la mia “sana incazzatura” è scaturita proprio dal fatto che il mercato Italiano valorizza solo personaggi legati ad agenzie di promozione, oppure legati a qualche organizzazione di eventi, oppure perchè conosci un big di turno e tramite qualche manager gli fai sentire l’odore del denaro, che sappiamo bene piace a tutti, dove con quest’ultimo tutto si compra, anche il successo.
Claudio Coccoluto, idolo mondiale ed indiscusso che per me è stato come un padre fondatore da seguire ha dichiarato: “mi invecchio dignitosamente alla ricerca di qualcosa che possa dare ancora un senso alla parola DeeJay; in un epoca in cui dei Gieffini si mettono a fare i deejay; in un epoca in cui attori e attrici si mettono a fare i deejay; in un epoca in cui delle Pop star si mettono a fare i deejay”;
Caro Claudio io avrei aggiunto: in un epoca in cui, su quanto si è bravi a leccare determinati personaggi, si ottiene lo scaricamento dietro ad una qualche consolle, pur di entrare nel giro, mettendo in ultimo piano la passione, la qualità tecnica, la qualità del deejay set, come se diventare deejay per molti è una semplice scappatoia per entrare in determinati contesti. 
Il rapporto tra la valorizzazione di un nome e la fattibilità di cosa sappia fare poi quel nome stesso, non esiste più in questa nazione: si è ormai troppo consapevoli che diventare deejay, grazie alle attuali disponibilità tecnologiche è diventata davvero una passeggiata accessibile a tutti. Ecco perchè nella valorizzazione di un nome, in pochissimi casi (contati sulle dita di una mano) dell’attuale formazione di nomi famosi, è venuto fuori qualche talento. La leggerezza che l’attuale mercato utilizza nel valorizzare un deejay regna sovrana. Con questo voglio dire che siamo arrivati al punto che anche gli agenti promotori o le organizzazioni sono consapevoli che c’è talmente tanta offerta sul mercato, che ci si può permettere il lusso di fare scelte “ad capocchiam”, tanto alla fine dove non arriva il talento, arriva la tecnologia per il loro punto di vista (vedi sync ormai responsabile di incrementi esponenziali di ragazzetti sul mercato), specificandovi che una volta che si effettuano quelle 4 o 5 manovre di marketing conta il nome e non il talento, concetto che ribadisco già da tempo.
Ecco perchè voglio che la gente sappia, ecco perchè combatto questa gente da molti mesi, ecco perchè con le giuste manovre mediatiche che portino la verità anche alla gente semplice su cosa sia effettivamente un deejay, mostrando loro anche le tecnicità di base, molti idoli che in questo momento sono idolatrati andrebbero a casa uno per uno.
Costruire il mercato del nome è molto più semplice che costruire i talenti, che nel frattempo sono soffocati perchè non hanno neanche la possibilità di venir fuori dato che questa gente gli strozza immediatamente. Guardate che valorizzare il nome che si desidera significa anche monitorarne il suo futuro portafoglio economico, ecco perchè si valorizzano spiriti prigionieri e non spiriti liberi, perchè non ne avrebbero più il controllo, neanche sotto il profilo economico, cosa che a questa gente fa gola prima di tutto.
Il nome creato poi dal quel sistema mercenario, che non tiene conto del talento, cosa fà? riempie i locali, dopo che per mesi hanno letteralmente bombardato l’opinione pubblica con quel nominativo dicendo e dichiarando che il pubblico fa da giudice, e che quel nominativo si è fatto le ossa in mezzo alla gente. Io dico che i veri giudici alla fine non esistono, anzi esistono quelli che, come questi manager, ottengono il risultato cercato perchè sanno bene che gli porterà molto denaro. Ultimamente poi si utilizza la tecnica della consolle piena, dove il nome da spingere viene circondato da sostenitori pilotati, in modo da mettere poi i video in rete ed ottenere il giusto risultato di consensi, drogando l’opinione pubblica. Magari in moltissimi casi il soggetto da valorizzare stava suonando anche brani non condivisibili ma con tutta la gente attorno la consolle che balla per costrizione, il risultato è ottenuto. Ecco l’altra tecnica di marketing che valorizza i nomi e non i talenti.
La storia del “PUBBLICO E’ GIUDICE” è una grande, grandissima PUTTANATA che alimenta e favorisce chi specula sul Consenso dei grandi numeri; allora tenetevi Paris Hilton in Consolle, tenetevi i dj in time-code, tenetevi Ibiza-Berlino superscene e lasciate le catine piccole buie e ammuffite a chi i dischi li mette sempre con la stessa passione. (cit. Claudio Coccoluto)
Ma dico io: avete verificato nel mondo dell’apparato underground chi comanda in Italia? Ve lo dico io: due agenzie. Sono le due agenzie collegate con le etichette, che a loro volta sono collegate con le organizzazioni, che a loro volta sono collegate con i deejay/p.r. e naturalmente, per varcare la consolle di una discoteca importante, devi obbligatoriamente passare per le loro grinfie “leccandoli a dovere” e se non stai alle loro condizioni, sei fuori da ogni possibilità.
Non dico che il talento non uscirà mai ma tutto questo schema di passaggi sta rallentando il progresso nella nostra nazione e sta tenendo nascosti i veri talenti. 
Quando tutti dite per esempio: quel deejay (famoso ovviamente di nome) è un grande dj, sulla base di quali valutazioni dite ciò? Vi rispondo subito: 1) su quanto sia pubblicizzato, 2) sulla quantità di video in rete, 3) sul’importanza dei luoghi dov’è stata proposta la sua prestazione, 4) su quanta mediaticità il mercato ha costruito attorno a lui. Spesso dire che un deejay è forte solo perchè uscito su una grande etichetta equivale a sparare grandissime boiate. Farlo uscire su una grande lab, anche con un brano non di livello, significa semplicemente immettere sul mercato un nuovo prodotto che sarà poi monitorato ed ammaestrato a dovere dal sistema. Benissimo, e se vi dicessi che sullo stato di fattibilità esistono dei producer e dei deejay che prendono i molti idoli pubblicizzati dal mercato e li spazzano via sia sul piano tecnico che sul piano produttivo? Cosa mi direste? Magari mi rispondete che lo sapete, magari pensate sia impossibile. Io vi rispondo che moltissimi produttori conosciuti, e nei miei precedenti articoli vi ho fatto anche qualche nome, sullo stato di fattibilità e nel dimostrare le tecniche base del nostro settore sono dei perfetti “bimbiminchia” valorizzati da un sistema che ha comprato quasi il silenzio di tutti.
Quindi, con la consapevolezza che l’attuale giostra del deejay funziona in questo modo, vorrei fare io a voi una domanda: come fare per spazzare via tutto questo sistema corrotto fatto da mercenari e non da talenti? 
Innanzitutto va specificato che il mercato non tira più fuori talenti, ma semplici deejay (se così possiamo chiamarli) che, essendo cresciuti con determinate compagnie portagente, vengono valorizzati o meno in base alle potenzialità di quella compagnia nel portare gente in determinati contesti. Ho conosciuto molti di questi ragazzi che appartengono a queste compagnie: le modalità di reclutamento sono sempre le stesse, difatti molti mi dicono di aver consolidato i rapporti solo dopo aver dimostrato di essere in grado di movimentare almeno uno standard di 50 persone ad ogni situazione organizzata. Mi dicono inoltre: “Caro Matteo, oggi per fare strada in questo settore devi fare la gavetta iniziando come portagente, poi piano piano….”.
Carissimi amici, io a questo gioco mercenario non ci sto. Io mi sento deejay per “missione divina”. In Italia questa gente ha comprato tutto, ma non riuscirà a comprare anche la dignità dei deejay che come me sono pronti a dare la vita per questa passione.
Avete rovinato il nostro settore, ma tranquilli, arriverà anche per voi quello che meritate. E come sempre fatevi delle domande e datevi delle risposte.
Vi abbraccio tutti. 

Teo De Vita.

Fonte: www.matteodevita.com