Un
Ferzan Ozpetek leggermente affaticato ma pimpante
e sorridente quello che si è presentato alla conferenza stampa con i
giornalisti il pomeriggio di sabato 29 marzo all’Istituto
cinematografico Antonioni
di Busto Arsizio. Una sorta di inaugurazione della 13° edizione del Baff
l’appuntamento
con il cineasta italo-turco, venuto nella città bustocca per presentare
il suo
nuovo film “Allacciate le cinture”. Ozpetek giunge nella sala gremita in
ogni
ordine e posto con una mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia e
rimane con
i giornalisti per un tre quarti d’ora rispondendo in modo cordiale e
approfondito
ai quesiti. A far gli onori di casa il sindaco di Busto Gigi Farioli,
sempre
vulcanico nell’introdurre gli eventi e dare lustro a una manifestazione
itinerante in varie locations della provincia varesina. Presenti anche
il direttore della scuola
Antonioni (che forma in un percorso triennale fra regia e recitazione),
il
direttore artistico di Baff Steve Della Casa, lo staff di Baff e i
giovani dell’istituto
che non hanno perso l’occasione di immortale attimi salienti dei lavori con
telecamera e macchine fotografiche.
Ozpetek non ha celato la sua stanchezza nell’adempiere
ai numerosi impegni promozionali di questo ultimo periodo; il regista, con voce
calma e idee ben delineate in testa, ha sempre parlato al microfono con garbo
raccontando dell’uscita del film in Italia e Turchia. Negli stessi Stati ha
curato anche l’uscita del libro “Rosso Istanbul”, il suo primo volume come
autore che traccia forse un solco nella sua carriera facendogli inaugurare un
sentiero da scrittore.
Qui di seguito alcune delle frasi pronunciate da
Ferzan Ozpetek, che ha rimandato ulteriori discorsi alla serata; alle 21 dello
stesso giorno è stato infatti proiettato al cinema Sociale di Busto in piazza
Plebiscito 1 “Allacciate le cinture” con presentazione iniziale.
… Il lavoro sugli attori, come sempre accade nei
miei film, è stato importante anche perché si ha un salto temporale di 13 anni
e in così tanto tempo le persone cambiano non solo nell’aspetto. Devo
assolutamente ringraziarli perché hanno interpretato alla perfezione il mio
mandato e alcuni sono ingrassati anche in modo evidente. Parlo della
protagonista, la bravissima Kasia Smutniak, ma anche di Filippo Scicchitano e
Francesco Arca. D’altronde non ho mai scelto un attore per quello che poteva
darmi a livello di cartellone …
… Ricordo il bel periodo delle riprese de Le fate
ignoranti, un bel momento storico, prima delle torri gemelle, quando non
avevamo il dubbio dell’altro …
… Il film parla anche di malattia, il cancro. Un
produttore di cui non faccio il nome mi aveva risposto che non si poteva fare
un film su un tale tema tabù; sono anch’io conscio del fatto che non farà cifre
altissime come Mine vaganti. Credo però che di cancro si possa e si debba
parlare senza considerarlo argomento scomodo. Non è non parlando
di qualcosa che questo si risolve, mi sembra ipocrita e poco produttivo rimanere
in silenzio, come se questi drammi debbano essere vissuti e risolti all’interno
della singola famiglia …
… Nel film si vede anche una scena di amore e sesso
durante la malattia. Non ci vedo nulla di male, avevo assolutamente desiderio
di raccontare questo aspetto …
… Nel film c’è un intreccio di dramma e ironia; la
risata, il pianto e il dramma sono lontani e vicini allo stesso tempo. In uno
dei miei film preferiti, “Fiori d’acciaio”, vi sono scene che danno ragione a
questa unione …
… Capitolo Francesco Arca: siccome più di una
persona mi ha fatto notare che questo ragazzo aveva iniziato facendo il
tronista, rispondo una volta per tutte che Francesco si è rivelato una
graditissima sorpresa soprattutto nella disponibilità all’ascolto che ha
dimostrato. Io tra l’altro lo scoprii dopo averlo preso della questione
tronista e non sono non me ne fregava niente ma mi sono solo rammaricato di non
averlo scoperto dieci anni prima. Mi hanno chiesto se mi fossi pentito di
averlo preso; mi sono pentito di averlo trovato in ritardo! …
… Da sempre lavoro sull’emotività dell’attore
cercando di rendere spontaneo il risultato generale, l’improvvisazione mi piace
poco, preferisco tenere le cose sotto un saldo controllo …
… Ancora due parole sul cancro. Io ne sono coinvolto
per aver vissuto la drammaticità della malattia con persone a me care, ma tutti
siamo coinvolti, la società tutta è coinvolta. Dobbiamo essere chiari uscendo
con l’informazione e la sensibilizzazione per questo problema collettivo ...