INSIDE
Regia: Daniele Misischia
Cast: Joelle Rigollet, Marco Pancrazi, Valerio Di Benedetto, Francesca Veronica Sanzari, Claudio Camilli, Claudio Caminito
Anno: 2011
Durata: 96'
Genere: thriller, horror
Voto: 6,5
Trama:
Una
coppia di rapinatori, Pietro (Valerio Di Benedetto) e Jessica (Joelle
Rigollet), entrano di soppiatto
nella casa di gente ricca per rubare; pare tutto andare secondo i
loro piani salvo scoprire che avevano sottovalutato la coppia di
coniugi che abitano lì, Marco (Marco Pancrazi) e Sarah (Francesca
Veronica Sanzari).
Recensione:
Un home invasion
thriller-horror per il giovane regista capitolino Daniele Misischia.
Più venata da elementi di suspence che orrorifici, la pellicola
si
muove con discreto incedere pur peccando di credibilità per via di talune
scelte quanto meno azzardate e affastellate. Eppure, come in altri
lavori del cineasta, si respira coraggio, ardimento, passione per il
mezzo cinema e un costrutto di solida base caratteriale.
Non mancano qua
e là anche momenti «torture», ma Misischia non gioca la carta del
sensazionalismo, mostra quello che c'è da mostrare con la giusta
misura e punta di più sull'aspetto tensione. In quest'ultimo il film
è oggettivamente vincente: le dinamiche narrative si dispiegano
coinvolgendo a dovere anche senza clamorosi picchi di qualità.
«Inside»: ecco
un altro merito, ovvero claustrofobizzare lo spettatore «dentro»
questa ricercata abitazione privata ricca di particolari, stanze,
ripostigli. Misisschia non perde occasione di farcela perlustrare con
curiosità, scappando anche noi lontano dall'imminente pericolo.
Interessante poi
il personaggio di Alex, che viene a dare man forte ai vessati
millantando una serie di sovrastutture ideologiche e religiose da
sposare a piene mani. La sua figura è da sottolineare non in quanto
ad esse (risibili nel loro non stare in piedi e volutamente esagerate
tanto da dare luogo ad un personaggio paradossalmente comico), ma per
la recitazione di Claudio Camilli, attore feticcio del regista e
presente con ruoli di primo piano in vari suoi film.
Altro punto a
favore la colonna sonora, sempre «sul pezzo» e in bilico fra
contrappunti elettronici e tappeti di tastiera in grado di
impreziosire l'acuità di certe situazioni.
Piuttosto nella
parte il cast, tra le cui file milita Marco Pancrazi, il più noto di
tutti, già presente in film di livello superiore e fiction. Un
plauso anche alle due ragazze, Francesca Veronica Sanzari e Joelle
Rigollet, la cui bellezza procede di pari passo a una buona
caratterizzazione di ruolo.
Misischia
continua così il suo percorso di alfiere del filone indie italiano,
denotando non solo pervicacia nel non abdicare al suo estro creativo,
ma anche capacità di trasformare la penuria di mezzi in cui opere
degne di nota.
Il gap di status
sociale fra i rapinatori (di probabile estrazione proletaria o
comunque medio-borghese) e i rapinati (lui medico, alta borghesia)
parrebbe, anche da talune scambi di battute, dare adito a due
interpretazioni: i «poveri» che si vendicano dei ricchi estorcendo
loro soldi e gioielli e i ricchi che detengono tutti gli strumenti
(materiali e intellettivi) per ovviare a queste invasioni. Non solo,
ma questi ultimi si celano dietro a una rassicurante e spendibile
facciata puritana per agire surrettiziamente alimentando le loro
turpi inclinazioni.
Una forzatura?
Forse. Bisognerebbe domandarlo allo stesso Misischia.