Gretchen Molannen è una donna che
aveva un grave disturbo sessuale che la portava ad avere anche 50
orgasmi di fila. Per questo motivo si è suicidata. Troppo dolore, troppa
incomprensione.
La 39enne di Spring Hill, in Florida, è stata trovata morta la scorsa
settimana dopo che per 16 anni aveva combattutto contro la malattia.
Rara e per certi versi imbarazzante anche da raccontare in famiglia. Non
riusciva nemmeno a tenere un posto di lavoro e non aveva reddito, ha
presentato istanza per la
pensione d'invalidità, ma le è stata negata.
Ha provato a chiedere aiuto a moltissimi medici, ma senza avere
risultati soddisfacenti. Spesso i professionisti a cui si rivolgeva non
avevano mai sentito parlare della sua sindrome.
Aveva una malattia genitale che ha inciso enormemente sulla
sua vita rendendola sempre sessualmente eccitata, secondo il Tampa Bay Times. Le persone con disturbo dell'eccitazione genitale
persistente (PGAD) sono eccitate fisicamente ma non psicologicamente e
devono trascorrere diverse ore a masturbarsi solo per ottenere un po' di
sollievo. I medici ritengono che sia causato da un malfunzionamento del
sistema nervoso.
Fonte: http://affaritaliani.libero.it
Una situazione che potrebbe muovere il sorriso a più di un guascone, diviene tragedia per la persona coinvolta in questa notizia e per altre che patiscono tale condizione. Condizione formalizzata nell'acrnonimo PGAD (o PGAS), persistent arousal genital disorder, catalogata dalla psichiatria, ma davanti alla quale i medici ancora alzano le mani in segno di sconfitta. Renderla effetto di un sistema nervoso poco funzionante sembrerebbe pertinente, ma troppo generalizzante. Fatto sta che queste persone vivono nella carne quotidianemente un senso di eccitazione perenne che li induce a masturbarsi molte volte al giorno. Aspetto curioso è che né la soddisfazione autoerotica né il rapporto sessuale alloerotico riescono a placare la fibrillazione. Senza contare i tremendi effetti psicologici: al termine della masturbazione, le persone raccontano di sentirsi svuotate, inutili, sfinite, perse, senza speranza. Uno stato fisico tanto invasivo da farsi ossessione, compulsione, che rovina l'esistenza come nel caso della sfortunata donna americana.
Le donne che ne soffrono lamentano infatti spontanei orgasmi, in qualsiasi momento del giorno o della notte.
Uno stato di eccitamento che può durare anche per un lasso di tempo
prolungato.
Diagnosticata per la prima volta nel 2001, la malattia resta
ancora inspiegabile; di certo, causa imbarazzo e afflizione a chi ne soffre. Alcuni
studi hanno dimostrato nelle donne colpite dalla PGAD un maggior grado
di frustrazione e angoscia, dunque problemi nel rapportarsi con il mondo
esterno.
Fino ad oggi non sono stati scoperti metodi per alleviare il disturbo; un minimo sollievo
però può aversi attraverso massaggi pelvici o esercizi di stretching per ridurre le tensioni.
La PGAD pare distanziarsi dalla ninfomania o comunque dall'ipersessualità, pur simili per certi versi e ugualmente patologiche se portate all'eccesso. La PGAD fa smarrire il piacere del sesso e del fare l'amore poiché lo fa diventare un'urgenza impellente, inderogabile, devastante.
Si pensi anche al senso di vergogna nel comunicare a famigliari, amici, parenti un problema del genere; si navigherà nel mare dell'incomprensione, della sottovalutazione, del giudizio forse.