Dire stop al fumo? Non solo possibile,
addirittura facile.
E piacevole.
Lo formalizza l'accattivante metodo
elaborato da Francesco Varricchio nel libro «Smettere di fumare con il metodo Re.S.A.P.», edizioni «Il punto di incontro». L'autore
esorta e insegna a reinterpretare la concezione interiore della
sigaretta fino ad arrivare alla consapevole inclinazione a desiderare
di liberarsi da questo vizio. Non si tratta dunque di sfuggire da una
dipendenza, ma, intravedendo i lati positivi di un rinnovato
benessere psico-fisico, sentire il proprio organismo liberarsi dalla
nicotina e dalle altre sostanze tossiche contenute in quel maledetto
cilindretto.
Varricchio, riprendendo alcune teorie
psicologiche, avvolge il lettore in una nuova mentalità,
sospingendolo in modo puntuale e avvincente ad uno scatto culturale.
A fine lettura, qualora la stessa
sia stata svolta con profondità e apertura, si avverte dentro una rivoluzione copernicana che realmente apre le porte al cambiamento. Una mutazione di prospettiva definitiva, gioiosa, che si ha voglia palpitante di gridare al mondo. Sigaretta non più dunque vista come un piacere la cui rinuncia ingera dolore, ma come pratica inutile, dannosa, schiavizzante e costosa in termini monetari e di salute. Lo scrittore propone anche tutta una serie di esercizi propedeutici, delle visualizzazioni fondamentali per assaggiare e vivere sensazione utili al conseguimento di una nuova identità, una forma mentale rinnovata che pone il soggetto orgoglioso di aver raggiunto la purificazione.
sia stata svolta con profondità e apertura, si avverte dentro una rivoluzione copernicana che realmente apre le porte al cambiamento. Una mutazione di prospettiva definitiva, gioiosa, che si ha voglia palpitante di gridare al mondo. Sigaretta non più dunque vista come un piacere la cui rinuncia ingera dolore, ma come pratica inutile, dannosa, schiavizzante e costosa in termini monetari e di salute. Lo scrittore propone anche tutta una serie di esercizi propedeutici, delle visualizzazioni fondamentali per assaggiare e vivere sensazione utili al conseguimento di una nuova identità, una forma mentale rinnovata che pone il soggetto orgoglioso di aver raggiunto la purificazione.
Per inciso il metodo funziona: il
sottoscritto si è sottoposto con entusiasmo alla lettura di questo
che più che un libro è un'esperienza di vita. Pagina dopo pagina la
consapevolezza del proprio nuovo abito mentale di «non fumatore» ti
si cuce addosso.
Oggi posso dirlo a testa alta: «Respiro solo aria
pura».
«Un libro del genere non si può
scrivere da soli – racconta Varricchio - mi sono rifatto sia ad
autori che hanno parlato di lotta al tabagismo che alla PNL, programmazione neuro-linguistica. Ho letto decine di libri
sull'argomento e, compendiando quelle suggestioni, ho infine cercato
di dare luogo a un mio metodo. Ho fumato 35 sigarette al giorno per 15 anni,
poi, all'età di 30, ho deciso di dire basta applicando la psicologia
del cambiamento su me stesso».
Vari gli autori cui si è rifatto:
«Allen Car ad esempio, che insegna un nuovo modo di vivere la
sigaretta portando avanti il pensiero sul benessere futuro in caso di
liberazione. Ma anche Anthony Robbins, uno dei fondatori della stessa PNL
Richard Brendler e in Italia Roberto Re».
Varricchio, originario di
Benevento, vive e lavora oggi nel campo
dell'informatica-programmazione web in Umbria. Il suo è un punto di
vista davvero innovativo e contrario ai preconcetti legati alla
difficoltà di smettere di fumare:
«E' facile! Basta volerlo
veramente. Non facciamoci fregare da chi alimenta il gusto di fumare
collegandolo alla sensazione gradevole; in fondo tutti ci ricordiamo il
disgusto di respirare fumo nei primi tentativi con la sigaretta in
bocca. Può mai dare piacere quella schifezza? Allora meglio sapere
che abituiamo l'organismo a sostanze tossiche illudendoci di provare
piacere. Nei film ci sono messaggi che entrano nell'immaginario
collettivo, così diamo un potere grande alla sigaretta e di qui la
presunta complicazione nello smettere».
Ma come è nata questa
avventura del libro?
«E' uscito nel luglio 2012; quando smisi, avevo
la voglia di condividere quella gioia con la gente. Avevo scritto
qualcosa che andasse su un sito web che era molto visitato e molti
lettori mi scrissero di iniziare un vero libro. Il portale era
www.smetto-di-fumare.it
e dal 2009 mi sono confrontato con la gente comune tramite un forum;
grazie anche a tutte le segnalazioni ricevute, ho elaborato la mia
metodologia e mi sono posto all'editore forte di una grande
partecipazione e consenso web a mio beneficio. Oggi potete trovarmi anche su www.metodoresap.it».
Varricchio riceve
diverse mail al giorno e le persone possono contattarlo, appoggiarlo
o anche raccontare la loro esperienza su detto sito nel forum o anche
sul gruppo facebook «Metodo Re.S.A.P. per smettere di fumare». Si è
pertanto creata una community parecchio vogliosa di confronto
collettivo:
«E' qualcosa di molto gratificante; di certo io ho
lavorato alla diffusione del metodo con strategie di marketing
approfittando delle mie conoscenze informatiche, ma la gente, quella
vera, ha fatto il resto».
Come ti poni davanti a uno scettico, e
pensa quanti ce ne sono, che non crede al fatto che smettere è
semplice:
«Il trucco sta nel capire che è un cambiamento profondo,
non serve costringersi a non fare qualcosa; l'identità è il cambio
di prospettiva totale, una variazione interiore che non ci fa vivere
l'uscire da un'abitudine come doloroso. Modifichiamo così l'identità
senza guardarmi indietro, perché l'obiettivo che abbiamo davanti è
gratificante».
Un libro potente, rassicurante, duro perché esigente,
ma che tuela con partecipata pazienza il lettore. E, elemento
particolarmente marcato e palese, alquanto semplice e scorrevole ma
mai pedestre:
«L'ho scritto di getto, è nato con spontaneità,
come se avessi avuto davanti la persona come un amico.
Credo che arrivi a tutti, non come certi manuali di psicologia che
sembrano e sono mattoni. Al contempo, creando empatia con chi legge,
pone però l'altro in modo responsabilizzato, chiamandolo in causa a
guardarsi dentro nella pratica e cambiare».
Ecco dunque i numerosi
esercizi di visualizzazione in cui Varricchio chiede non solo di
scrivere dati e domande potenzianti verso l'obiettivo, ma anche di
chiudere gli occhi e immaginare le sensazioni e i connotati di
situazioni del proprio passato e del futuro.
«Può capitare che
alcuni siano più facili e altri difficili, questo è diverso a
seconda di chi vi si avventura. Ad esempio alcuni sentono molto la
voce interiore e vedono poco, altri addirittura pensano solo per
sensazioni. Io ho cercato di generalizzare la tecnica, ognuno poi
deve trovare la sua strada. E guai se fosse tutto univoco!».
Interessante e tutelante il fatto da te propugnato a più riprese che
i sintomi fisici dello smettere sono un «lieve prurito» che si
estingue in massimo 20 giorni. Poi la dipendenza può essere solo
psicologica, ma tu prometti che, seguendo alla lettera il metodo e
desiderando realmente smettere, il pericolo di ricadute è basso se
non impossibile:
«Il difficile è superare quel muro di convenzioni: se togliamo quei piccoli disagi dei primi giorni, per il
resto è solo benessere assoluto. Le prime due settimane possono essere un po' difficili, ma assicuro che si tratta di un tenute disorientamento
legato al fatto che la nicotina abbandona l'organismo. Poi viene
fuori davvero il desiderio della persona: se sei davvero cambiato, se
davvero hai una nuova identità come il metodo ti insegna, non
riprendi più perché la sigaretta ti fa schifo».
Tempo fa ho accompagnato un amico in un'Asl per smettere di fumare; il medico,
molto preparato da un punto di vista professionale e squisito sotto
il profilo umano, ha proposto una metodologia per certi versi simile
a quella di Varricchio, ma differente per altre. Segnatamente nella
possibilità di assumere farmaci nei primi tempi dall'ultima
sigaretta o surrogati come cerotti alla nicotina e simili.
«Premetto
che non sono un medico e non posso dare valore accademico alle mie
asserzioni; ma, in base a quello che ho studiato e all'esperienza che
hanno riportato coloro che mi hanno seguito, posso dire
che senza farmaci lo stato di cose bonificato sia più duraturo. A
volte diamo ai medici le credenziali in quanto hanno un'autorità a
priori della quale ci fidiamo».
Anche perché, soprattutto nei casi
in cui un soggetto è in grado, dopo la lettura del libro o anche in
modo autonomo, di buttare via il pacchetto di bionde, un percorso
medico e psicologico legato al rigido protocollo può mettere in
crisi delle convinzioni giuste e personali. Questo è capitato a me:
«Sì e può avere
ripercussioni sulla nostra tenuta nella decisione dello smettere;
ovvio che dipende da caso a caso e, ripeto, un medico di un Asl fa il
suo lavoro secondo le regole generali e va benissimo così. Ma se
uno, come nel tuo caso, ce l'ha fatta senza particolari patimenti
d'animo, può anche prescindere dall'intervento terapeutico. Non
occorre farsi mettere l'etichetta di malato, ma arrivare a un nuovo
modo di percepirsi. Se smetto di fumare solo con l'aiuto esterno di
un farmaco, mi sento come qualcuno che è arrivato all'obiettivo grazie a un aiuto esterno. Rischio così diventarne dipendente, non
vi è vero cambiamento, rinnovamento; occorre non conservare la
voglia di fumare!».
Personalmente ringrazio Francesco di
«essere entrato nella mia vita» con un libro tanto illuminante, che
ha saputo avventurarsi dentro me in punta di piedi, scavare nelle mie
convinzioni con indulgente schiettezza e avere cambiato veramente il
mio specchio interiore circa il fumo.
Ripeterò infine la frase potenziante
che mi ha accompagnato per tanti giorni: «Come posso fare perché nei
miei polmoni entri solo aria pura? E come riuscirci con gioia e
serenità?».