Riccardo Granitzio volontario con la signora Rosa |
Lourdes: si può essere più o meno
d'accordo circa il valore spirituale e umano di questo piccolo luogo
tanto intriso di religiosità. Va però accettato che molte persone
vi trovano anno dopo anno conforto; anestetico per i mali di corpo e
anima, offre numerosi luoghi e occasioni di purificazione, preghiera,
preconizzando senza garantirla la speranza di alleviare la sofferenza
inferta da malattie anche esiziali. Nondimeno si fa oggetto di
investimento personale da parte dei volontari che, in modo ingente,
si rendono disponibili ad accompagnarci i malati intraprendendo un
percorso di vita che lascia un segno indelebile in ricordi e
background.
Questo è senza'altro il caso di Riccardo Granitzio, sardo, il quale dal 24 al 28 settembre ha operato a fianco di
un'anziana
signora ottantenne a Lourdes.
signora ottantenne a Lourdes.
Come si è sviluppata quest'idea?
La cosa nacque circa un anno fa:
un'amica mi propose di andare in viaggio con un'associazione di
volontariato che assiste persone disabili a Lourdes. Il tutto era
programmato per febbraio 2012, ma saltò all'ultimo; lo stimolo
rimase in circolo dentro di me, così a maggio mi iscrissi
all'Unitalsi, l'associazione nazionale che trasporta i bisognosi in
questi pellegrinaggi. Lì ho trovato interlocutori squisiti che mi
spiegarono bene le caratteristiche del lavoro; d'estate rinunciai
anche alle vacanze per risparmiare qualcosa e partii a settembre.
Risparmiare? Le spese di questo
volontariato dunque rimangono a carico del volontario stesso?
Esattamente: prima
di partire devi acquistare la divisa dell'Unitalsi con giacca e
cravatta di riconoscimento; inoltre sostieni vitto e alloggio per
tutti i giorni in cui operi là. Non mi è pesato, perché in questo
modo svolgi un volontariato davvero totale, ti metti a disposizione
completa del malato che curi. E comunque conta che ho incontrato
gente volontaria da trent'anni di fila; solo dalla Sardegna siamo
partiti in 270, si trattava del raduno nazionale.
Un aspetto curioso del viaggio nel
compagno con cui Riccardo è partito.
Mi ha fatto
compagnia il mio datore di lavoro, che per me è più che un
superiore o un collega, ma un vero amico nonché persona stupenda.
Qual è stato l'impatto con la
signora, visto che tra l'altro non vi conoscevate?
In aeroporto a
Cagliari ero tesissimo: sapevo di dover entrare bene nel ruolo e di
mantenerlo in modo credibile per vari giorni lontano da abitudini e
affetti. Ma, conosciutala, mi sono sciolto e tutto filò liscio. Mi venne affidata Rosa, non ammalata, ma anziana e in carrozzina; lei ha
vissuto 50 anni con le suore, mai stata sposata, la casa di riposo in
cui vive la ha offerto il viaggio.
Sei riuscito a stabilire un buon
rapporto con lei?
La mente lucida di
Rosa e i suoi slanci mi hanno permesso di passare dei giorni
spensierati e ricchissimi di umanità; la percepivo come mia nonna,
lei si è affezionata moltissimo diventando quasi gelosa. C'è anche
un aneddoto simpatico: durante i pranzi, essendo io molto socievole,
andavo a trovare ai vari tavoli altri malati o volontari; Rosa un
giorno è arrivata a tirarmi per un braccio in quanto per due minuti
di orologio, ma due minuti davvero, l'avevo «trascurata».
Quali erano i tuoi orari di lavoro e
cosa facevi con lei?
Specifico che non
avevo in carico tutta la sua giornata, era accompagnata da una
badante che la seguiva di notte. Io rimanevo con Rosa dalle 8 di
mattina alle 8 di sera accompagnandola in tutte le attività
possibili come messe, gite sacre e visite. Seguivo le sue
indicazioni, esaudivo desideri mettendomi a disposizione senza remore
e giocando tutto me stesso senza paura. Ero in ballo, mi piaceva
pensare che lei trascorresse dei giorni speciali o comunque sereni e
ho dato tutto quello che potevo dare, spero, con la giusta misura.
Un tipo di volontariato idoneo solo
a chi alimenta dentro sè un credo cattolico?
Io, pur non
credendo a tutto ciò che sostiene la chiesa, sono cristiano;
l'atmosfera è talmente intensa, particolare, scoppia di tale
emozione che ognuno troverebbe piacere, imparerebbe qualcosa di
nuovo. La consiglio a chiunque, con mente aperta, sa aprirsi alle
esperienze della vita anche diverse; certo, se poi sei cristiano, la
vivi con ulteriore completezza. Io sono tornato a casa del tutto
arricchito, migliorato, affascinato.
Ma è proprio vero allora che
l'atmosfera a Lourdes è così unica?
E' indescrivibile
quello che si respira lì, non ci sono parole, devi provarlo, ti
entra sotto pelle. Vedi tantissima sofferenza, le malattie più
disparate e divoranti come sla, leucemia; rivaluti nettamente il tuo
stato di salute, io mi sono detto di essere sano e soprattutto
fortunato. Mi preme comunicare peraltro che c'è anche molta
allegria, leggerezza in alcuni casi, come durante le feste e i balli
dove danzano davvero tutti gli ammalati. Non so
descrivere la grande quantità di brividi vedendo come erano contente
quelle persone, finalmente considerate, amate, partecipi; dai loro
occhi rubavo frammenti di felicità. E ricordo anche alla sera
rimanere a chiacchierare nella hall con altri volontari: confronti
meravigliosi con uomini e donne con cui sono rimasto piacevolmente in
contatto.
Hai trascorso qualche momento di assoluta
pienezza esistenziale?
Te ne racconto uno
e aggiungo un altro riferimento significativo. L'intensità che ho
avvertito nell'abluzione nelle acque è stata totalizzante: girai da solo il santuario e dietro alla grotta
dell'apparizione della Madonna si trovano le piscine. Vidi una lunga
fila, chiesi informazioni, ma aspettai solo una quindicina di minuti.
Ti devi mettere nudo, poi ti danno un asciugamano per coprire le
parti intime, c'è una preghiera prima di entrare, ti fanno sedere,
entri nell'acqua. E' gelata e ti arriva fino al collo; non so se fu
suggestione, ma ti sembra di rinascere, qualcosa di incredibile. Il
mio capo mi disse che si sentiva ribattezzato. Dopo ti rivesti senza
asciugarti, ma dopo venti secondi io ero già del tutto asciutto.
Poi: da Cagliari
portai una polo di mio padre, al quale tempo fa si aggravarono le
complicazioni di un tumore. La strofinai sul muro della grotta; al
mio ritorno le analisi mediche hanno sentenziato che quel male è
scomparso dal suo corpo.
Non in pochi stigmatizzano l'aspetto
commerciale di Lourdes, rilevandone l'intento di approfittarsi del
dolore altrui per macinare denaro. Che ne pensi?
Quella piccola
città è colma di chioschetti, gadget e shop center; ovviamente è
commerciale, come negarlo. Io non mi lascio impressionare con
facilità, ma ti assicuro che lì regna un clima di speranza e questo
basta per conquistarti e soprattutto offrire dei giorni di felicità
a gente meno fortunata. Questo io lo trovo sufficiente, il resto
conta poco; vi sembra poco regalare un appuntamento all'anno di gioia
e serenità a chi ogni giorno respira stenti e dolore?
Uno dei capigruppo
ha detto una bella frase: «Ragazzi, se voi sentite delle gioia, non
tenetela dentro, fatela vivere agli altri». Io nel mio piccolo l'ho
fatto.