BLOODY SIN
Regia: Domiziano Cristopharo
Cast: Elda Alvigni, Daniel
Baldock, Lorenzo Balducci, Dallas Walker, Nancy De Lucia, Clio Evans,
Roberta Gemma, Maria Rosaria Omaggio, Ruggero Deodato, Venantino
Vanantini, Mauro Stroppa
Anno: 2011 (presentato per la
prima volta nei cinema a novembre 2013)
Genere: glam horror
Durata: 95'
Voto: 7
Trama:
Anni '70: la redazione di
Bizzarre, rivista dedicata agli uomini, si sta mettendo in moto per
rilanciarsi raccogliendo le esigenze di una società maschile
vogliosa di novità. La direttrice Miss Steele (Maria Rosaria
Omaggio) incarica il suo staff di recarsi in un antico castello per
trovare la giusta ambientazione e ispirazione e ritrarre a livello
fotografico la splendida modella Barbara (Roberta
Gemma). Ma i
ragazzi coinvolti (Balducci, Baldock, De Lucia, Evans) non immaginano
minimamente il potere malefico dell'edificio, che nel corso dei
secoli è rimasto teatro di svariati orrori che ancora non hanno
terminato di vomitare male e dolore.
Recensione:
Il passare con disinvoltura fra
realtà effettuale e immaginifica: questo il carattere distintivo
dell'arte di Domiziano Cristopharo, cineasta romano per cui
l'indipendenza non rappresenta solo l'etichetta con cui atteggisarsi,
ma un autentico vessillo attitudinale. Cristopharo sceglie al 100% di
affrancarsi da qualsivoglia compromesso e dal primo capitolo della
filmografia ("House of flesh mannequins", 2009) si
autofinanzia e autoproduce calibrando le cose a totale piacimento. Il
che lo rende forse disturbante agli occhi di certuni, estremo e
raccapricciante secondo il gusto generale, ma parecchio apprezzato
dal suo pubblico e capace di far editare in America alcuni suoi
lavori in dvd.
La sua
realtà è sempre adulterata, si mescola con quella soggettiva e,
guardandosi dall'affibiare giudizi e preconcetti a chicchessìa,
balza con piglio e disinvoltura fra varie prospettive
infischiandosene di morale e stilemi già battuti. In tal senso
l'originalità di questo "Bloody sin", uscito nel 2011 ma
presentato per la prima volta nei cinema nel mese di novembre 2013, è
lampante tanto da aver fatto ipotizzare a certuni la creazione del
primo caso di "glam horror" al mondo.
Il
regista sceglie la pluralità degli ingredienti per allestire una
pietanza speziata e che non lascia indifferenti. Nazismo, erotismo,
incesto, necrofilia e altre parafilie dell'umana natura (ebbene sì,
anche il nazismo lo è!) si alimentano l'un l'altro con soluzione di
continuità; il salto delle prospettive temporali qualche volta crea
problemi alla legge di gravità dei tempi, ma Chistopharo non
smarrisce mai il lume della ragione come sarebbe accaduto a più di
un collega. Oscuro nocchiero di una biga lanciata all'impazzata verso
il cinema di genere, imbeve di seNsualità i solchi della pellicola,
il rosso sangue che scorre si fa rubiconda passione, le nudità ci
fanno scordare che trattasi di un film, bellezza e pazzia copulano su
un umido e marcescente fogliame.
La
location indovinatissima si fa ulteriore protagonista aggiunto e lo
spettatore si insinua defraudato del libero arbitrio nei corridoi
sinistri del castello dove 500 anni prima stregoneria e inquisizione
lasciarono una pietra tombale di sofferenza che ha fottuto la
schiavitù del tempo. Cristopharo è un diavolo tentatore che fa di
tutto per traghettare chi guarda provocandogli i sensi, brutalizzando
e ottundendogli il cervello con sbiadite visioni, metafore, cambi di
prospettiva.
Sgombrino
la mente coloro i quali stanno pensando a un intellettualismo di
fondo: niente di più lontano per il regista, il cui intento alligna
direttamente in quegli anni '70 che non solo fanno da sfondo
temporale alle vicende, ma che paiono rappresentare e le sue origini
artistiche. Mettendo in correlazione "Bloody sin" con gli
altri film prodotti, non si può non reputare Cristopharo diretto
discendente dell'illuminato stuolo di artigiani che il nostro cinema
ebbe fra i '60 e i '70. Non per nulla Ruggero Deodato fa parte del
cast, per il resto la sua carriera promana affetto e competenza di
vari registri di genere che lo fanno rifuggire dagli algidi
schematismi in cui oggi pare essersi arenato il cinema italiano
mainstream.
Altro
elemento che sgorga a piene mani è l'approccio teatrale: che
Cristopharo venga da quell'ambito se ne accorgerebbe anche un neofita
della settima arte, ma anche in questo caso l'ossessione per il corpo
e le sue potenzialità espressive sono messe al servizio della scena
e non divengono mai autoreferenziali.
Alcuni
difetti si possono ritrovare in un plot non sempre coerente e in
qualche momento di recitazione non proprio all'altezza; anche le
varie componenti in gioco si avventurano l'una sull'altra in modo
perentorio e gli stacchi talvolta non convincono. Ma ce ne fossero di
registi provvisti di tanto coraggio e con la tale capacità di
incidere un concetto sullo schermo in modo così icastico!
I
personaggi peraltro sono ben scolpiti: lo sguardo dritto
all'obbiettivo della Omaggio, il portamento altero e misterioso di
Walker, i segreti e l'aspetto sinistro della Alvigni, il ruolo
centrale della De Lucia, la lasciva rigidità del servo Stroppa e
Roberta Gemma. Quest'ultima, nota pornostar di professione, non è la
prima volta che si presta al cinema non hard e lo fa con pregevoli
risultati; pur non doppiata a dovere (la sua voce al naturale è
molto interessante), denota spontaneità e utilizza con sapienza le
sue forme procaci (il regista la mette a nudo in diverse occasioni a
servizio del film e non solo per eccitare lo spettatore).
Pregevole
l'utilizzo delle musiche, che talvolta si fanno briose e divertite
anche laddove sulla scena il sangue zampilla dopo una pugnalata o
durante una situazione terribile. In questo senso i personaggi i
personaggi del regista sono sempre freaks pieni intrisi di peccato,
dediti alla degradazione e mai buoni né cattivi.
Insomma
in questo 2013 già ricchissimo di suoi progetti già usciti o in
fase di preparazione, Cristopharo ha trovato il tempo di
ri-presentare anche "Bloody sin". Questo blog auspica che
finalmente qualche produttore di peso si accorga del suo nome, che da
anni colora il firmamento nazionale grazie a lavori di buon valore.
Sarebbe interessante vedere dove il suo cinema potrebbe arrivare se
depurato delle sue derive estreme e più incline a schiacciare
l'occhio al grande pubblico.
Noi per
ora ci godiamo il Cristopharo che frustra i cavalli dritto come un
missile verso quello che gli suggeriscono cuore e cervello.
Il gruppo facebook del film:
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Il profilo facebook del regista:
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