L'artista femminista Casey Jenkins non sapeva che oltre due milioni di
persone avrebbero sbirciato la sua vagina. L'emittente australiana SCS
ha postato su You Tube il segmento-video della sua esibizione presso la
galleria Darwin Visual Arts, dove l'artista ha cucito per 28 giorni -
compresi quello di ciclo mestruale - srotolando la matassa uterina per
fare sciarpe.
Un atto di "craftivism", termine coniato nel 2003 dalla sociologa Betsy
Greer, che si propone di trasformare lavori artigianali e tradizionali
in strumento di cambiamento politico e sociale.
Tanti i
curiosi e altrettanti gli sdegnati, alla vista dei genitali "filanti". Al punto che la SCS ha dovuto proibire l'inserimento dei commenti sotto al video. «C'è un atteggiamento misogino verso la vulva e repulsione
curiosi e altrettanti gli sdegnati, alla vista dei genitali "filanti". Al punto che la SCS ha dovuto proibire l'inserimento dei commenti sotto al video. «C'è un atteggiamento misogino verso la vulva e repulsione
per l'audacia del mio atto. Prenderò le risposte negative e
commenti infiammati per farne una nuova opera. La reazione di queste
persone non fa che convalidare mio lavoro» dice la sferruzzatrice
vaginale.
Il messaggio del lavorare al Vaginetto è duplice: innanzitutto sfatare i
tabù sull'organo genitale femminile, mostrarlo senza vergogna e senza
paura. Poi, sbeffeggiare le pressanti aspettative che la società ripone
sulle donne in età di concepimento: da lì sotto non si deve per forza
far uscire un figlio.
Fonte: www.noncipossocredere.it