Debolezze etiche, cattive inclinazioni,
abitudini deviate cui non sappiamo rinunciare: i vizi capitali, che
conducono l'uomo fuori dal retto sentiero, hanno passato
trasversalmente varie epoche storiche solleticando l'intelletto di
centinaia di illustri pensatori. Uno di questi, come è noto, è il
sommo poeta Dante Alighieri, il cui Inferno si struttura in gironi
nei quali i peccatori ricevono una punizione commisurata al vizio. Lo
scultore Marcello Corrà sta dando un'interessante interpretazione
artistica dei sette
tramite tre mostre in provincia di Novara in cui si può godere delle sue opere. «Sono sette sculture; l'idea – racconta – mi è venuta osservando il drago dalle sette teste inserito in un'opera a tema cristiano; l'impatto sulla mia persona è stato fortissimo e ho deciso di riprendere da un punto di vista scultoreo i sette vizi capitali».
tramite tre mostre in provincia di Novara in cui si può godere delle sue opere. «Sono sette sculture; l'idea – racconta – mi è venuta osservando il drago dalle sette teste inserito in un'opera a tema cristiano; l'impatto sulla mia persona è stato fortissimo e ho deciso di riprendere da un punto di vista scultoreo i sette vizi capitali».
Corrà da anni è impegnato in un
cammino personale votato all'arte astratta e concettuale tramite
realizzazioni che non restituiscono in modo immediato il loro
significato: «E' qualcosa che richiede tempo e impegno per chi
guarda, ma trovo proficuo e rispettoso da parte di chi crea lasciare
che chi guarda si faccia una sua idea. Per i vizi ad esempio credo
che nell'uomo convergano il bene e il male, sta nella coscienza di
ognuno scegliere; e anche le mie opere lasciano una possibilità al
libero arbitrio». Lodevole e di pregio lo studio che Corrà ha
svolto riprendendo in mano alcuni capitoli dell'Inferno per
corroborare il suo lavoro: «In realtà quei libri di Dante erano
talmente incredibili che non li ho mai abbandonati; ma mi sono
riletto quei momenti direttamente collegati ai sette vizi. E ho
cercato di conoscere approfonditamente i peccatori puniti in questi
sette ambiti, così da plasmare la materia sulla base di caratteri e
tratti somatici».
E ogni scultura possiede dunque una forma diversa;
ma anche sulla base della sensibilità dell'artista: «Ho voluto dare
forma all'anima di ogni singolo peccato o almeno alla mia visione del
singolo peccato ambendo a un connubio fra pensiero ed emozione. Per
la superbia mi è venuto in mente un atteggiamento impettito e
supponente; tutte sono disposte in verticale perchè i peccati
spingono l'uomo, hanno energia verticale. Tutti tranne l'accidia, che
invece ho messo in orizzontale». Nella tradizione i vizi sono
considerati «capitali» in quanto attengono in profondità all'umana
natura; essi si sostituiscono alla virtù (che invece eleva lo
spirito) quando rendono l'uomo simile alla bestia e sviliscono la sua
dignità. Già Aristotele formulò una seppur parziale descrizione
dei vizi, ma occorre arrivare ai primi monaci del cristianesimo per
vedere un elenco preciso, che all'inizio ne contemplava nove, poi
ridotti a sette fino ai nostri tempi.
Per ricordarli è possibile
utilizzare l'acronimo «SALIGIA»: superbia, avarizia, lussuria,
invidia, gola, ira, accidia. Curiosamente nella chiesa medievale
veniva associata a questo gruppo anche la tristezza in quando
sentimento originato dal non apprezzamento delle opere di Dio a
beneficio degli uomini. Ma l'attenzione e il fascino per i
comportamenti umani reiterati ha toccato, a parte la religione, anche
la filosofia, i media, perfino la musica e il cinema, la cultura.
Qualsivoglia campo di applicazione si è interessato di questa
tematica universale, valutata in modo diverso a seconda della cultura
imperante in quel dato periodo. Corrà si pone nella storia con il
suo particolare crinale posto fra materia, ragionamento ed emozione;
quasi come se la trattazione dei vizi rappresenti un virtuoso
pretesto per equilibrarsi fra diverse componenti dell'esistenza
umana.
Sintomatiche le parole sulla home page del suo sito web: «La
scultura è una sorta di alchimia che si manifesta attraverso la
concretezza della materia e il mistero di un sogno».
Per
non parlare di quanto si dice all'interno dello stesso portale: «Non
esiste forma senza pensiero».
Corrà,
classe 1970, vive e lavora in provincia di Novara e dal 1995 dà voce al proprio respiro interiore con lavori che l'anno fatto apprezzare in varie parti d'Italia.
E' anche autore del libro «Una goccia tra due oceani», diario di viaggio frutto di un'esperienza road trip in diversi Paesi del mondo che l'ha visto solitario protagonista.
E' anche autore del libro «Una goccia tra due oceani», diario di viaggio frutto di un'esperienza road trip in diversi Paesi del mondo che l'ha visto solitario protagonista.
Le fotografie delle opere vanno vista in ordine verticale secondo l'acronimo SALIGIA:
superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira, accidia.
superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira, accidia.