Mi avete letto in ...

giovedì 18 ottobre 2012

QUARTO OGGIARO: FRA PROGRESSIONE E RETAGGI DI EDILIZIA POPOLARE

Quarto Oggiaro: un quartiere alle propaggini nord-ovest di Milano; fulcro di contraddizioni tipiche dei luoghi di frontiera ai margini delle metropoli, a dispetto di un'estetica urbanistica poco accattivante, offre ai suoi residenti varie associazioni impegnate nello sviluppo della socialità e della cura della persona. Quanto è strano però l'approccio di chi come il vostro blogger, abituato alla realtà ristretta della provincia, esplora un anfratto periferico come quello. Vi si respira alienazione, timore reverenziale per le chilometriche colate di cemento, dispersione e
un certo curioso timore. Ma anche fascino e rispetto per coloro i quali, per scelta o necessità, si ritrovano a vivere così lontano dalla Milano «da bere», dai presunti giri che contano, con la sensazione talvolta di essere dimenticati dalle amministrazioni.
Delinquenza, spaccio, illegalità sono concetti connessi a Quarto Oggiaro nella mentalità comune; così come altri lembi meneghini e forse più di altri, non gode di buona fama in virtù di numerosi fatti di cronaca nera verificatisi al suo interno nel corso degli anni. La posizione dislocata e quel grande parco pubblico ubicato nei pressi della stazione ferroviaria lo hanno reso teatro di episodi cagionati anche dal melting pot interraziale che oggi ci vive. Concepito decenni fa come possibile zona di espansione nord, le prime case furono erette nel 1954 per accogliere l'ingente migrazione dal sud Italia che si affacciava piena di speranza e sogni nell'operosa e produttiva Milano. L'Alfa Romeo di Arese costituiva un eldorado irresistibile per le vite frugali di uomini colmi di anelito al miglioramento esistenziale. La popolazione si rimpinguò negli anni '60, ma passarono anni prima di poter godere dei servizi assistenziali e primari. Tendenza rovesciata più avanti da una maggiore attenzione da parte del governo centrale e la costruzione di vari spazi educativi e socializzanti. La seconda ondata migratoria però complicò ulteriormente la situazione, costringendo uomini di razza, lingua e cultura diversa a convivere sotto lo stesso «tetto» con tutti i problemi facilmente immaginabili.
Oggi Quarto Oggiaro ha beneficiato non solo di una rivalutazione da anni erogata dalle varie amministrazioni comunali, ma anche di un fermento sempre più propulsivo dal basso di persone volonterose che intendono imbastire un pezzo di Milano sempre più a misura d'uomo e scevro di criminalità. I problemi permangono, certo, come in ogni altro quartiere ad alto tasso di edilizia popolare, ma, passeggiando per le sua vie, non sarà infrequente imbattersi in punti residenziali di gradevole aspetto e funzionali. Abitazioni dalla facciata ben curata, parchi giochi, centri in cui praticare sport: è ben lontano il concetto di far west. Ovviamente è probabile che di notte alcuni freaks amanti delle tenebre sfruttino la mancanza di controllo per i loro loschi affari, ma di passi avanti se ne sono fatti tanti.
A Quarto Oggiaro si accede dal centro città in diversi modi: una delle più semplici e utilizzate è il treno da prendere tramite le ferrovie Trenord dalla stazione di Cadorna (tranquillamente raggiungibile con le linee della metropolitana rossa e verde). Da lì un treno ogni circa mezz'ora va e torna da Saronno e una delle fermate è proprio Quarto Oggiaro.
Appena arrivati, ci si imbatte in una stazione piuttosto funzionale, senza sbavature, in cui mancano gli accessi alle scalinate per i disabili, ma provvista di orari da e per Milano, quattro binari, cartelloni elettronici con indicato l'arrivo dei treni. Uscendo, da una parte si va verso il quartiere Comasina, dall'altro si raggiunge il centro di Quarto Oggiaro.
Impossibile da non notare il parco di grosse dimensioni in cui, accanto all'erba abbastanza curata, figurano panchine, alberi, un campetto da basket e qua e là sporcizia di diverso genere.
Un carrello da supermercato figura stranamente in mezzo all'erba oltre a vari cartelli divelti e lasciati a terra. E' mattina e capannelli di persone, per lo più immigrati di origine araba, stazionano sulle panchine o sui muretti. Non danno alcun problema e si può proseguire. Dal parco dipartono in parallelo varie strade che toccano perpendicolarmente la lunga via Satta in cui si trova il bar «Quinto», gestito ora da cinesi, in cui sono stato più volte.
Un latteo caffè d'orzo (non hanno il ginseng) e un orecchio posto a un bizzarro tavolo in cui un tizio dal forte accento milanese sfida a carte due meridionali e un nero con due conoscenti che si godono il match da fuori la vetrina. Siamo davvero nel cuore del quartiere e a un tiro di schioppo si trova il viale pedonale nel cui centro figura una grande fontana adesso senza acqua. Si registra la presenza di esercizi commerciali di svariata natura; non solo ci sono i servizi primari ma anche negozi di abbigliamento e di elettrodomestici. In questa via è presente la chiesa di Santa Lucia, centro importante di Quarto Oggiaro e in cui convergono un patronato Acli, un oratorio con campo da calcio senza erba e con le porte senza reti e varie iniziative come corsi per la cittadinanza. 
Inoltrandosi ulteriormente si nota il mercato comunale, un corridoio di 150 metri al coperto con negozi come salumeria, panetteria e tabaccheria. Non mancano le zone verdi, come un bizzarro parchetto aperto e chiuso da colonne in mattone sistemate senza particolare criterio e sotto le quali si radunano persone dalle facce e dai modi ben poco amichevoli. Non mancano sacchi dell'immondizia sbattuti alla rinfusa per terra e aperti magari da cani affamati, materiali di muratura a bordo strada e un arredo urbano poco curato. Ma gli interventi di riqualificazione appaiono palesi soprattutto laddove il cemento a terra è stato sostituito da ciottolato e restituito ai cittadini.
La segnaletica orizzontale è ben delineata e comoda da utilizzare. Andando verso le fermate dei pullman lontano dalla stazione ci si imbatte in un parco (di cui purtroppo non ricordo il nome) e soprattutto nella gigantesca area verde denominata «Villa Scheibler», disertata a quell'ora ma con i viali molto ben curati e che dona un senso di pace e fruibilità palpabili. Completano le offerte alla gente l'associazione «Quarto Oggiaro vivibile», l'associazione lotta alla droga (vicina al centro di formazione «A.Greppi» in cui i writers hanno pittato in modo massiccio perfino a metri da terra sulle mura), il portale web www.quartoweb.it, una sezione dell'Anpi (associazione nazionale alpini), il circolo ricreativo, un grosso centro sportivo, uno Juventus club con campo da calcio annesso per i ragazzi, l'associazione Unisono, l'università della terza età, il centro culturale «Spazio baluardo».
Molto probabilmente ve ne sono anche altre, in questo momento io conosco solo queste. Nella passeggiata sarà facile imbattersi in palazzi soggetti a fatiscenza e il senso di degrado prende il sopravvento in più di un'occasione, ma si ha la sensazione che anche il mercato immobiliare non svaluti la zona per la presenza di nuovi palazzi lontani strutturalmente dai casermoni/piccionaia di 50 anni fa.
E c'è di più: quest'estate è emerso che sarà Quarto Oggiaro il primo dei quattro quartieri che Milano riqualificherà per coniugare la qualità del produrre con la qualità dell'abitare.
La giunta di Giuliano Pisapia vuole, con il «Progetto per la città», che diventi il quartiere di innovazione sociale; il comune ha stanziato 250.000 euro per l'implementazione a Quarto di un incubatore di imprese a supporto delle attività imprenditoriali fornendo loro servizi a condizioni agevolate, spazi di lavoro, consulenza, seminari divulgativi.