Quarto Oggiaro: un quartiere alle
propaggini nord-ovest di Milano; fulcro di contraddizioni tipiche dei
luoghi di frontiera ai margini delle metropoli, a dispetto di
un'estetica urbanistica poco accattivante, offre ai suoi residenti
varie associazioni impegnate nello sviluppo della socialità e della
cura della persona. Quanto è strano però l'approccio di chi come il
vostro blogger, abituato alla realtà ristretta della provincia,
esplora un anfratto periferico come quello. Vi si respira
alienazione, timore reverenziale per le chilometriche colate di
cemento, dispersione e
un certo curioso timore. Ma anche fascino e rispetto per coloro i quali, per scelta o necessità, si ritrovano a vivere così lontano dalla Milano «da bere», dai presunti giri che contano, con la sensazione talvolta di essere dimenticati dalle amministrazioni.
un certo curioso timore. Ma anche fascino e rispetto per coloro i quali, per scelta o necessità, si ritrovano a vivere così lontano dalla Milano «da bere», dai presunti giri che contano, con la sensazione talvolta di essere dimenticati dalle amministrazioni.
Delinquenza, spaccio, illegalità sono
concetti connessi a Quarto Oggiaro nella mentalità comune; così
come altri lembi meneghini e forse più di altri, non gode di buona
fama in virtù di numerosi fatti di cronaca nera verificatisi al suo
interno nel corso degli anni. La posizione dislocata e quel grande
parco pubblico ubicato nei pressi della stazione ferroviaria lo hanno
reso teatro di episodi cagionati anche dal melting pot interraziale
che oggi ci vive. Concepito decenni fa come possibile zona di
espansione nord, le prime case furono erette nel 1954 per accogliere
l'ingente migrazione dal sud Italia che si affacciava piena di
speranza e sogni nell'operosa e produttiva Milano. L'Alfa Romeo di
Arese costituiva un eldorado irresistibile per le vite frugali di
uomini colmi di anelito al miglioramento esistenziale. La popolazione
si rimpinguò negli anni '60, ma passarono anni prima di poter godere
dei servizi assistenziali e primari. Tendenza rovesciata più avanti
da una maggiore attenzione da parte del governo centrale e la
costruzione di vari spazi educativi e socializzanti. La seconda
ondata migratoria però complicò ulteriormente la situazione,
costringendo uomini di razza, lingua e cultura diversa a convivere
sotto lo stesso «tetto» con tutti i problemi facilmente
immaginabili.
Oggi Quarto Oggiaro ha beneficiato non
solo di una rivalutazione da anni erogata dalle varie amministrazioni
comunali, ma anche di un fermento sempre più propulsivo dal basso di
persone volonterose che intendono imbastire un pezzo di Milano sempre
più a misura d'uomo e scevro di criminalità. I problemi permangono,
certo, come in ogni altro quartiere ad alto tasso di edilizia
popolare, ma, passeggiando per le sua vie, non sarà infrequente
imbattersi in punti residenziali di gradevole aspetto e funzionali.
Abitazioni dalla facciata ben curata, parchi giochi, centri in cui
praticare sport: è ben lontano il concetto di far west. Ovviamente è
probabile che di notte alcuni freaks amanti delle tenebre sfruttino
la mancanza di controllo per i loro loschi affari, ma di passi avanti
se ne sono fatti tanti.
A Quarto Oggiaro si accede dal centro
città in diversi modi: una delle più semplici e utilizzate è il
treno da prendere tramite le ferrovie Trenord dalla stazione di
Cadorna (tranquillamente raggiungibile con le linee della
metropolitana rossa e verde). Da lì un treno ogni circa mezz'ora va
e torna da Saronno e una delle fermate è proprio Quarto Oggiaro.
Appena arrivati, ci si imbatte in una
stazione piuttosto funzionale, senza sbavature, in cui mancano gli
accessi alle scalinate per i disabili, ma provvista di orari da e per
Milano, quattro binari, cartelloni elettronici con indicato l'arrivo
dei treni. Uscendo, da una parte si va verso il quartiere Comasina,
dall'altro si raggiunge il centro di Quarto Oggiaro.
Impossibile da
non notare il parco di grosse dimensioni in cui, accanto all'erba
abbastanza curata, figurano panchine, alberi, un campetto da basket e
qua e là sporcizia di diverso genere.
Un carrello da supermercato
figura stranamente in mezzo all'erba oltre a vari cartelli divelti e
lasciati a terra. E' mattina e capannelli di persone, per lo più
immigrati di origine araba, stazionano sulle panchine o sui muretti.
Non danno alcun problema e si può proseguire. Dal parco dipartono in
parallelo varie strade che toccano perpendicolarmente la lunga via
Satta in cui si trova il bar «Quinto», gestito ora da cinesi, in
cui sono stato più volte.
Un latteo caffè d'orzo (non hanno il
ginseng) e un orecchio posto a un bizzarro tavolo in cui un tizio dal
forte accento milanese sfida a carte due meridionali e un nero con
due conoscenti che si godono il match da fuori la vetrina. Siamo
davvero nel cuore del quartiere e a un tiro di schioppo si trova il
viale pedonale nel cui centro figura una grande fontana adesso senza
acqua. Si registra la presenza di esercizi commerciali di svariata
natura; non solo ci sono i servizi primari ma anche negozi di
abbigliamento e di elettrodomestici. In questa via è presente la
chiesa di Santa Lucia, centro importante di Quarto Oggiaro e in cui
convergono un patronato Acli, un oratorio con campo da calcio senza
erba e con le porte senza reti e varie iniziative come corsi per la
cittadinanza.
Inoltrandosi ulteriormente si nota il mercato comunale,
un corridoio di 150 metri al coperto con negozi come salumeria, panetteria e
tabaccheria. Non mancano le zone verdi, come un bizzarro parchetto
aperto e chiuso da colonne in mattone sistemate senza particolare
criterio e sotto le quali si radunano persone dalle facce e dai modi
ben poco amichevoli. Non mancano sacchi dell'immondizia sbattuti alla
rinfusa per terra e aperti magari da cani affamati, materiali di
muratura a bordo strada e un arredo urbano poco curato. Ma gli
interventi di riqualificazione appaiono palesi soprattutto laddove il
cemento a terra è stato sostituito da ciottolato e restituito ai
cittadini.
La segnaletica orizzontale è ben delineata e comoda da
utilizzare. Andando verso le fermate dei pullman lontano dalla
stazione ci si imbatte in un parco (di cui purtroppo non ricordo il
nome) e soprattutto nella gigantesca area verde denominata «Villa Scheibler», disertata a quell'ora ma con i viali molto ben curati e
che dona un senso di pace e fruibilità palpabili. Completano le
offerte alla gente l'associazione «Quarto Oggiaro vivibile»,
l'associazione lotta alla droga (vicina al centro di formazione
«A.Greppi» in cui i writers hanno pittato in modo massiccio perfino
a metri da terra sulle mura), il portale web www.quartoweb.it,
una sezione dell'Anpi (associazione nazionale alpini), il circolo
ricreativo, un grosso centro sportivo, uno Juventus club con campo da
calcio annesso per i ragazzi, l'associazione Unisono, l'università
della terza età, il centro culturale «Spazio baluardo».
Molto
probabilmente ve ne sono anche altre, in questo momento io conosco
solo queste. Nella passeggiata sarà facile imbattersi in palazzi
soggetti a fatiscenza e il senso di degrado prende il sopravvento in
più di un'occasione, ma si ha la sensazione che anche il mercato
immobiliare non svaluti la zona per la presenza di nuovi palazzi
lontani strutturalmente dai casermoni/piccionaia di 50 anni fa.
E c'è di più: quest'estate è emerso
che sarà Quarto Oggiaro il primo dei quattro quartieri
che Milano riqualificherà per coniugare la qualità del produrre con
la qualità dell'abitare.
La giunta di Giuliano Pisapia vuole, con il
«Progetto per la città», che diventi il quartiere di innovazione
sociale; il comune ha stanziato 250.000 euro per l'implementazione a
Quarto di un incubatore di imprese a supporto delle attività
imprenditoriali fornendo loro servizi a condizioni agevolate, spazi
di lavoro, consulenza, seminari divulgativi.