UN AMORE DI GIOVENTU'
Regia: Mia Hansen-Love
Cast: Lola Créton, Sebastian Urzendowsky,
Anno: 2011
Durata: 111'
Genere: drammatico, sentimentale
Voto: 7
Trama:
Camille
(Lola Créton) ha 15 anni e condivide un travolgente amore giovanile
con Sullivan (Sebastian Urzendowsky); tutto fila liscio fino a
quando lui decide di partire per il Sud America alla ricerca di sé
stesso. Nonostante le promesse di non dimenticarsi, poco dopo via
lettera la lascia. In preda alle sofferenze Camille piano piano
abbraccia la vita e si fidanza con Lorenz (Magne-Havard Brekke),
architetto del nord Europa. Ma il ricordo di quel legame travolgente li fa rincontrare.
Recensione:
Spesso i film
diretti da donne hanno qualcosa in più; non per forza qualcosa di
migliore, ma un'aggiunta in termini di disposizione sentimentale a
trattare le piccolezze delle emozioni. E'il caso della
terza fatica
di Mia Hansen-Lova, classe 1981 e moglie di Olivier Assayas, che
ritorna dopo il bellissimo «Il padre dei miei figli».
Pesantemente
imbevuta delle suggestioni di registi come Bresson, Rohmer, i Dardenne
o anche della Coixet, propone una storia che farà la felicità di
coloro i quali nel cinema e nella vita provano brividi per gli amori
impossibili. La giovane protagonista, la perennemente imbronciata e
perfetta Lola Créton, vive un'adolescenza travagliata e tutta
protesa all'amore per Sullivan; e, anche quando la vita pare averle
dato una certa stabilità, non può fare a meno di riamarlo fino al
bel finale. Qua e là affiorano squisitezze che rimandano al grande
cinema, frasi ad effetto per nulla zuccherose e artificiose, la vita
quella vera sgorga in questo romanzo d'amore tutto francese dove Parigi funge da
protagonista aggiunto con i suoi vicoli e le sue bellezze. La
sceneggiatura, scritta dalla stessa Hansen-Love, evita che i dialoghi
esprimano troppo ma fa parlare i volti, le situazioni e i luoghi,
molto suggestivi in questo dramma che si dipana per cinque
anni. E, facile da capire, lo stile asciutto e minimale connota tutta
la pellicola e la macchina da presa insegue i due ragazzi con
pudicizia e rispetto (in tal senso straordinario il momento del
tentato suicidio di Camille con l'inquadratura presa dalla porta
senza entrare nella stanza; l'avrebbe girata così anche Micheal Haneke).
Qualche problema
si registra però in fase strutturale e concettuale: la regista ci
prende per mano verso la maturità della protagonista, ma alla fine
si rimane a bocca asciutta perchè il passaggio dall'adolescenza non
si compie del tutto. Inoltre il film, se da un lato si prende
giustamente i suoi tempi, dall'altro si perde in qualche avvenimento
di troppo che ha il sapore del riempitivo e che affloscia lo spessore
delle vicende. Camille si aggira senza slanci, restando defilata, con
l'ossessione di quel vecchio e totalizzante rapporto, ma i toni
risultano troppo esasperati e le avventure con cui viene in contatto
prima di rincontrare Sullivan non convincono quanto a potenza
drammaturgica.
Ciò in cui
invece «Un amore di gioventù» vince è la trattazione di
sentimenti che, se non del tutto universali, appartengono alla
maggior parte delle persone, per cui lo scintillio dell'amore dà
virtù alle esistenze e lascia ricordi indelebili. E la Hansen-Love è
brava a non indurci al pianto ma a farci entrare nella vita di
Camille in punta di piedi e non per forza difendendola.