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martedì 9 ottobre 2012

PROJECT X - UNA FESTA CHE SPACCA

PROJECT X - UNA FESTA CHE SPACCA
Anno: 2012
Durata: 88'
Genere: commedia

Voto: 7

Trama:
E' il compleanno di Thomas (Thomas Mann) e il suo migliore amico Costa (Oliver Cooper) decide di organizzare una mega festa piena di ragazze discinte per stampare nella storia un momento indimenticabile. E' della partita anche il pingue JB (Jonathan Daniel Brown), che i due prendono in giro ma cui vogliono bene in fondo. Nonostante le raccomandazioni del padre (Peter Mackenzie), la festa si trasforma progressivamente in un evento immenso dalle conseguenze inattese.

Recensione:
Questo a suo modo è un grande film. Non lo si direbbe dopo che l'ora e mezza di durata passa, almeno non lo si direbbe oggettivamente. Ma esaudisce in pieno gli obiettivi per cui è stato creato, è deflagrante, aggressivo nelle sue riprese «found footage» (immagini che,
costruite in studio, fingono di essere riprese da cellulari e videocamere amatoriali), una bolgia senza fine dove un solo inno tuona facendola da padrone: folle anarchia.
Il regista Nima Nourizadeh, al suo esordio (il produttore è il regista dei due «Una notte da leoni» e «Road trip» Todd Phillips), confeziona questo mokumentary schizoide calando lo spettatore nella dinamica pazzia del party tra musica elettronica antemica, studenti con la libido ipertrofica, droghe, alcolici a profusione, grandi sventole quasi nude. E si solleva dai classici canoni da pellicola teen americana per una quantità elevata di scene divertentissime; gli avvenimenti cambiano di continuo, si ride di gusto, i ragazzi parlano alla velocità della luce.
Come è facile immaginare, non è opportuno cercare particolari significati e sottotesti; niente cinema dell'anima, ma una commedia slabrata e allucin(te)ata verso la distruzione. La gioventù americana è trattata dal regista senza pudori e senza approfondimenti con questa proposta onesta nei suoi intenti che dichiara tronfiamente fin dall'inizio. Il turpiloquio dei ragazzi poi è il collante che mette insieme i frammenti che gironzolano come saette impazzite e i non-valori più bassi dell'umanità prendono il largo in un approccio decisamente nichilista e «come se non ci fosse un domani». La deriva verso una sorta di una non-rivoluzione mascherata da rivoluzione si sostanza in una guerriglia grottesca e picaresca in cui i giovani diventano adrenalinizzati attori di un teatro dell'assurdo.
I tre protagonisti hanno volti perfetti e tempi altrettanto validi per costituire i punti di riferimento e le numerosissime comparse contribuiscono al dilagante quadro generale. Edonisti del nuovo millennio, in fondo questi adolescenti non sono così diversi dai loro «colleghi» dei decenni addietro, solo che hanno dalla loro la tecnologia e tutte le diavolerie dell'era moderna per darsi ad amore libero, eccessi di vario genere e filosofia «no future».
Unico appunto che si può fare è un finale troppo didascalico e «da grandi» che stride evidentemente con la pulsione giovanile di cui è imbevuta grande parte della pellicola.
Per il resto è consigliato per trascorrere una serata senza paranoie.