PROJECT X - UNA FESTA CHE SPACCA
Regia: Nima Nourizadeh
Cast: Thomas Mann, Oliver Cooper, Jonathan Daniel Brown, Peter Mackenzie, Kirby Bliss Blanton, Dax Flame
Anno: 2012
Durata: 88'
Genere: commedia
Voto: 7
Trama:
E' il compleanno
di Thomas (Thomas Mann) e il suo migliore amico Costa (Oliver Cooper)
decide di organizzare una mega festa piena di ragazze discinte per
stampare nella storia un momento indimenticabile. E' della partita
anche il pingue JB (Jonathan Daniel Brown), che i due prendono in
giro ma cui vogliono bene in fondo. Nonostante le raccomandazioni del
padre (Peter Mackenzie), la festa si trasforma progressivamente in un
evento immenso dalle conseguenze inattese.
Recensione:
Questo a suo
modo è un grande film. Non lo si direbbe dopo che l'ora e mezza di
durata passa, almeno non lo si direbbe oggettivamente. Ma esaudisce
in pieno gli obiettivi per cui è stato creato, è deflagrante,
aggressivo nelle sue riprese «found footage» (immagini che,
costruite in studio, fingono di essere riprese da cellulari e videocamere amatoriali), una bolgia senza fine dove un solo inno tuona facendola da padrone: folle anarchia.
costruite in studio, fingono di essere riprese da cellulari e videocamere amatoriali), una bolgia senza fine dove un solo inno tuona facendola da padrone: folle anarchia.
Il regista Nima
Nourizadeh, al suo esordio (il produttore è il regista dei due «Una notte da leoni» e «Road trip» Todd Phillips), confeziona questo
mokumentary schizoide calando lo spettatore nella dinamica pazzia del
party tra musica elettronica antemica, studenti con la libido
ipertrofica, droghe, alcolici a profusione, grandi sventole quasi
nude. E si solleva dai classici canoni da pellicola teen americana
per una quantità elevata di scene divertentissime; gli avvenimenti
cambiano di continuo, si ride di gusto, i ragazzi parlano alla
velocità della luce.
Come è facile
immaginare, non è opportuno cercare particolari significati e
sottotesti; niente cinema dell'anima, ma una commedia slabrata e
allucin(te)ata verso la distruzione. La gioventù americana è
trattata dal regista senza pudori e senza approfondimenti con questa
proposta onesta nei suoi intenti che dichiara tronfiamente fin
dall'inizio. Il turpiloquio dei ragazzi poi è il collante che mette
insieme i frammenti che gironzolano come saette impazzite e i
non-valori più bassi dell'umanità prendono il largo in un approccio
decisamente nichilista e «come se non ci fosse un domani». La
deriva verso una sorta di una non-rivoluzione mascherata da
rivoluzione si sostanza in una guerriglia grottesca e picaresca in
cui i giovani diventano adrenalinizzati attori di un teatro
dell'assurdo.
I tre
protagonisti hanno volti perfetti e tempi altrettanto validi per
costituire i punti di riferimento e le numerosissime comparse
contribuiscono al dilagante quadro generale. Edonisti del nuovo
millennio, in fondo questi adolescenti non sono così diversi dai
loro «colleghi» dei decenni addietro, solo che hanno dalla loro la
tecnologia e tutte le diavolerie dell'era moderna per darsi ad amore
libero, eccessi di vario genere e filosofia «no future».
Unico appunto
che si può fare è un finale troppo didascalico e «da grandi» che
stride evidentemente con la pulsione giovanile di cui è imbevuta
grande parte della pellicola.
Per il resto è
consigliato per trascorrere una serata senza paranoie.