Regia: Paolo Genovese
Cast: Raoul Bova, Barbora Bobulova, Luisa Ranieri,
Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis, Ambra Angiolini, Anita Caprioli, Maurizio Mattioli, Francesca Valtorta, Luca Zingaretti, Alessandro Tiberi, Vittoria Belvedere, Lucia Ocone
Anno: 2012
Durata: 100'
Genere: commedia
Voto: 7
Voto: 7
Trama:
Dopo essersi
ritrovati per affrontare gli esami di maturità vent'anni dopo, gli “immaturi” decidono di organizzare quel famoso viaggio di
fine scuola che non avevano fatto da ragazzi. La meta prescelta è
l'isola di Paros, Grecia, nella cui splendida cornice paesaggistica
vivranno nuove avventure mostrando a volte forza, a volte debolezza,
alla ricerca di quella “maturità” per molti loro non arriverà
mai.
Recensione:
Il primo capitolo di "Immaturi”
costituì lo scorso anno un piccolo-grande caso nel nostro panorama
cinematografico. La pellicola incassò 16 milioni di euro registrando
un notevole gradimento di pubblico. Tali altisonanti risultati,
confortati anche dal
termometro valutativo di facebook (il gruppo
conta circa 30.000 iscritti), ha indotto la Medusa film e il
produttore Marco Belardi a reclutare di nuovo il regista Paolo
Genovese e il cast quasi per intero affinchè si girasse il sequel.
Se già nel primo si intravedevano sì
un appeal che strizzava l'occhio al grande pubblico e uno scheletro
alquanto esile imperlati però da una qualità discreta, in "Immaturi
– il viaggio” non solo si conferma l'adeguata falsariga, ma si
compiono dei passi maggiori in vari ambiti.
Parametro principale per valutare la
bontà del film il congruo lavoro di definizione dei personaggi.
Genovese, per cui la Medusa di era già occupata de “La banda dei babbi Natale”, evidentemente ha svolto con i suoi attori un
appropriato confronto-incontro al fine di delimitare i caratteri
degli “immaturi” portati in scena. Tale simbiosi ha fatto in modo
che ciascuno di loro fosse distinguibile, contornato da precipue
peculiarità, interessante per lo spettatore, pezzettino del mosaico
generale.
Non solo: la sceneggiatura, scritta
dallo stesso Genovese (che ha redatto anche il soggetto insieme a
Marco Alessi e Fabrizio Cestaro), appare coerente, dotata di giusti
tempi e modi e si pone come virtuoso collante per armonizzare le
gesta dei performer. La stessa si fa più avvincente rispetto al
primo episodio, non solo non fa perdere il filo narrativo, ma lo
rende saporito e stimolante con un ritmo che sa prendersi i suoi
tempi fra comicità e momenti più riflessivi.
Il regista dimostra attenzione anche
per le “piccole cose”, sa portare il livello patemico di chi
guarda a un'ebollizione che rimane tiepida senza che le emozioni si
dirigano verso un surriscaldamento esagerato per il genere sia nel
registro meramente comico che in quello più serioso. Insomma si
bilancia con buon polso fra le due componenti carezzando il plot con
istanti che virano alla delicatezza dei sentimenti con un certo
gusto.
Genovese d'altronde non è l'ultimo
arrivato; dopo aver ben figurato come regista pubblicitario (ambito
in cui si è guadagnato diversi premi), ha diretto anni orsono quel
“Nessun messaggio in segreteria”, il quale, quantunque poco
considerato, restituiva la purezza dei sentimenti nelle vicissitudini
della gente comune. Un film a suo modo avatiano quello, nella misura
in cui Genovese non può competere con Pupi Avati per talento e
capacità di penetrazione nel cuore umano.
E, last but not least, le locations,
l'isola greca di Paros, scelta dalla produzione dopo vari
appostamenti in luoghi di villeggiatura. Paesaggi mozzafiato, spiagge
poco battute e un milieu a misura d'uomo (l'isola anche nella realtà
non è di grandi dimensioni e vi si accede non facilmente)
valorizzano da un punto di vista estetico le peripezie dei
quarantenni post-diploma. E la meta vacanziera contribuisce non poco
a far entrare lo spettatore nelle vicende; “Immaturi – il viaggio” gode di quell'aspetto on the road di cui il primo di cui
il primo non era irrorato.
I componenti del cast incarnano i loro
personaggi con il giusto approccio, non vi sono sostanziali novità
rispetto al primo episodio, i loro modi di fare e di essere vengono
riproposti ma con una marcia in più. Due vincenti novità sono il
maggiore peso drammaturgico di Paolo Kessisoglu e di Anita Caprioli,
i cui ruoli in “Immaturi” arrivano dopo gli altri in ordine
temporale e di rilevanza. Il primo viene da una relazione andata a
male, la seconda si ritaglia un posto tutto suo nella gestione di
complicazioni di salute. Entrambi passeranno qui molto tempo insieme
eclissandosi un po' dal resto del gruppo. Altro elemento nuovo è
costituito dalla presenza di Lucia Ocone in qualità di compagna di
Luca Bizzarri; per il resto “niente di nuovo sul fronte occidentale” per Raoul Bova, Barbara Bobulova, Ambra Angiolini,
Ricky Memphis, Luisa Ranieri, Maurizio Mattioli, Giovanna Ralli e
Alessandro Tiberi. Molti di loro a livello curriculare sono già
molto avvezzi a far ridere, alcuni di loro posseggono anche un buon
registro drammatico, che però in questo caso hanno dovuto tenere a
briglie serrate.
Resta da chiedersi, citando una
pellicola di Giovanni Veronesi (che tra l'altro condivide con questa
alcuni retrogusti), “Che ne sarà di noi”. Solo il tempo dirà se
la saga (ormai infatti di saga di deve parlare) di “Immaturi”
beneficerà di lunga vita. Per ora occorre limitarsi a considerare
che in Italia è possibile fare film comici di più che discreta
fattura conditi da slanci riflessivi leggeri ma non per questo
posticci e retorici.