C'è una distinta signora dai capelli bianchi. Una ragazza appena uscita
dal lavoro. Una studente. Una mamma. E poi la "moderatrice" insieme ad
un'aiutante. Il gruppo è piccolo ma affiatato. Quello che serve per dar
vita ad una conversazione su un tema molto particolare: la morte.
Questa iniziativa in Italia è totalmente nuova. Chi mai prima d'ora
organizzava incontri per parlare della morte? Nessuno appunto.
A Verona ci ha pensato Elisabetta Lucchi, appassionata da sempre di tematiche riguardanti l'aldilà ha voluto
creare degli incontri per
parlare dell'argomento morte: i "death cafè".A Verona ci ha pensato Elisabetta Lucchi, appassionata da sempre di tematiche riguardanti l'aldilà ha voluto
"All'estero è una pratica
molto più sviluppata. Qui sono l'unica a farlo per il momento" commenta Elisabetta. Gli incontri si svolgono in luoghi tranquilli.
Questo a cui assistiamo è in una piccola libreria del centro.
Precisamente in una taverna stile medievale.
"Nelle riunioni ognuno può parlare liberamente di cosa il morire rappresenti, delle proprie paure, di cosa si aspetta una volta giunto nell'aldilà. Ci si prepara così ad avere una maggior consapevolezza della morte". Di fronte ad un tavolo imbandito di torte e caffè Elisabetta ci spiega il modo in cui si svolgono i "death cafè".
"Nelle riunioni ognuno può parlare liberamente di cosa il morire rappresenti, delle proprie paure, di cosa si aspetta una volta giunto nell'aldilà. Ci si prepara così ad avere una maggior consapevolezza della morte". Di fronte ad un tavolo imbandito di torte e caffè Elisabetta ci spiega il modo in cui si svolgono i "death cafè".
"Non c'è uno standard preciso, le modalità di svolgimento cambiano di
volta in volta. Dipende da come viene impostata la conversazione
iniziale e da lì si continua senza una scaletta ben definita ma a
seconda dei temi che più interessano i presenti. Molte persone si
avvicinano al "death cafè" perché hanno avuto esperienza negative, come
la morte di un familiare o di un caro amico o, come me, hanno dovuto
convivere con malati terminali. Tutto questo porta a farsi domande sulla
morte e sul come affrontarla. Qui vogliamo creare un'atmosfera
familiare dove la gente possa esprimersi senza timore di giudizi"
aggiunge Elisabetta.
Ora la città dell'amore, della passione più famosa
della storia, quella tra Romeo e Giulietta, apre le porte anche
all'altra faccia, quella delle tenebre.
Fonte: www.affaritaliani.it