Questo blog, delineando a tinte
pastello la progressione del mio essere in tutte le sue declinazioni,
viene letto da persone assai diverse e tratta argomenti ad ampissimo
spettro. Esattamente come il burattinaio che lo muove, questa sua
appendice digitale appare polimorfa, eterogenea, multiforme, in
perenne divenire.
Questo insolito preambolo
giusto per rammentare a qualche lettore non allineato alla musica
hardstyle, magari qui casualmente di passaggio, che in questo caso
non abbiamo raggiunto uno dei tanti, un satellite, un buon
mestierante. Brennan Heart è probabilmente il numero uno al mondo e,
insieme a pochissimi altri, tiene nel ben impaginato libro dei suoni
"pesanti" la penna in modo sopraffino intingendola
nell'oro. Autore di singoli che irrorano di sangue e vita le corde
vocali di followers in ogni dove nel globo, suona regolarmente
ovunque i gestori dei locali intendano scolpire nella storia un
evento. Capace di imbastire quella che con ogni probabilità viene
considerata la hit hardstyle degli ultimi anni, "Lose my
mind", sta
portando questo filone laddove i puristi anni fa non si sarebbero
neanche immaginati. A dimostrazione, ancora una volta, che la musica,
in quanto adamantina forma d'arte, non si può confinare in stretti
didascalismi di marketing. L'arte, come l'anima, deve librarsi senza
reti nella volta celeste e solo l'istinto più cristallino ne
decreterà il tragitto.
Dopo aver goduto del suo
incendiario live allo Spazio A4 club di Santhià grazie al sempre
meritorio lavoro logistico dell'organizzazione di eventi Insound il
31 ottobre, abbiamo colloquiato con Brennan grazie
all'intermediazione del suo manager. Ecco il risultato della
chiacchierata.
Puoi
dirmi qualcosa della tua ultima traccia «Imaginary»? Trovo i vocals
di Jonathan Mendelsohn così caldi, intensi e professionali. Come
l'hai incontrato?
Si è sempre alla ricerca
di cantanti che riescano a scuoterti il cuore con la loro voce. La
prima volta che ho sentito la voce di Jonathan, ho immediatamente
sentito la pelle d'oca in tutto il corpo. Sapevo che avrei dovuto
lavorare con questo incredibile cantante! La mia rete aziendale è
alquanto estesa, così sono entrato in contatto con lui abbastanza in
fretta e abbiamo lavorato insieme nell'ambiente stimolante di uno
studio a New York. Grande esperienza che è sfociata in una canzone
fantastica!
Le
tue canzoni sono molto professionali: bassi, kick, sintetizzatori,
arrangiamenti, le voci; tutti gli elementi sono miscelati e al
contempo ognuno di loro è portato all'ennesimo potenza. Come ci
riesci e come si snoda il tuo processo di composizione?
Sono stato un musicista
professionista e produttore per molti anni. Durante una settimana
tipo passo dalle 12 alle 16 ore al giorno in studio e nel week end
esco per viaggiare e suonare. E' un duro lavoro concretizzare le
proprie capacità e fare esperienza, anche perché il livello
qualitativo medio delle produzioni si è alzato davvero molto. Ma io
sono piuttosto tenace, non mollo mai. E sono aperto a nuove
influenze, nuovi generi, all'opinione di altre persone. Ascolta,
impara, sviluppa. Ecco come lavoro.
Qual
è oggi come oggi il tuo mood per la tua hit «Lose my mind». Sei
molto conosciuto grazie a questo anthem che viene suonato da tanti
djs in tutto il mondo; non ti pesa che alcuni ti posano ricordare
solo per questo?
«Lose my mind» è
diventata un classico nel genere hardstyle, ne sono ancora molto
orgoglioso e credo sia una canzone senza tempo e dotata di un'energia
tremenda, oltre a essere dotata di parole magiche. «Lose my mind»
esprime davvero quello che l'hardstyle rappresenta: uno stile di
vita, vivere la musica insieme e sentirne l'adrenalina e l'energia.
Quali
sono i tuoi ricordi a proposito della esperienza anni fa con il duo
Brennan & Heart?
Se vedi il mio
documentario «Evolution of style», puoi sapere molto della mia
carriera e del suo sviluppo. Mi guardo indietro con un sorriso, ma
preferisco vedere oltre a scoprire quello che il futuro può darmi.
I
tuoi ultimi anni sono un mix di canzone più orientate alla melodia e
altre più grezze; penso a «F.I.F.O» o «Fight for resistence» con
il nostro italianissimo Zatox. Quale dimensione preferisci ? O tenti
una fusione di entrambe?
Ho una visuale aperta
della musica. Non penso nei termini di «raw» o «melodico»,
compongo e produco musica. Spingere o meno di qua o di là dipende
dal feeling che sento dentro, dalla sensazione, ma anche dal modo in
cui gli elementi sono combinati. Qualche volta in effetti mi vengono
le atmosfere più secche e cattive come nei due casi che hai citato;
con Zatox è stato un lavorare in team davvero figo, soprattutto
finire la traccia in uno studio a Sydney. Di norma mi trovo da solo
in studio, ma quella volta ci siamo divertiti un sacco insieme!
Mi
pare che molti fans impazziscano per la tua «Never break me». Puoi
parlarmi di questo episodio della tua carriera?
Mi ricordo bene le
riprese del video nel deserto nel giugno 2012. Faceva un caldo
estremo e stavo davvero per collassare! Considero «Never break me»
una di quelle canzoni che sta ancora «crescendo». Non è una hit
che all'istante spacca, forse per via del fatto che i kicks partono
solo dopo una lunga intro. Ma le linee vocali ti vengono fuori dal
cuore ed è evidente che la gente le gridi con entusiasmo. Ecco
perché è venuta così bene e piacea molti
Qual'è
la sensazione degli appassionati di suoni hard e dei producers
olandesi a proposito dei nostri famosi produttori italiani come
Technoboy, Tatanka, Activator o lo stesso Zatox?
Aspetta un secondo, devo
chiedere agli olandesi su Twitter la loro opinione?
Stavo scherzando. I
considero i principali produttori italiani molto apprezzati ancora
adesso da fans, colleghi e promoters. Ma sono in attività già da
tanto tempo; dove sono le nuove leve che riescano a colpirmi con
nuove tracce? Per favore mandate pure le vostre demo e le vostre
canzoni a info@wer-music.com;
sono
molto interessato a nuovi talenti.
Se tu fossi un artista, che so, un
pittore, uno scultore, quale immagine useresti per rappresentare la
sensazione che ti si muove dentro mentre vedi i ragazzi ballare con
te alla consolle?
Mi sono appena trasferito in una casa nuova, ma ho deciso di saltare
la pittura. Mi limiterò alla consolle e al computer, quella è la
mia arte. Per descrivere la sensazione userei queste parole: energia,
dedizione, lealtà, condivisione.
«Evolution of style - A journey with Brennan Heart», il documentario in cui viene designato come il pioniere dell'hardstyle, descrive il tuo stile di vita, la tua attitudine, il tuo successo. Ti ritieni un uomo fortunato o qualcuno che ha piegato la vita ai suoi desideri?
Alla fine della giornata è 95% duro lavoro e 5% fortuna
il risultato che ottieni. Devi essere protagonista della tua vita, è
un 100% di perseveranza. Io sono stato sempre molto concentrato e non
ho mai considerato un altro tipo di professione. Ecco l'unico modo
che conosco per inseguire i proprio sogni e realizzarli.
Può una canzone o la
musica in generale cambiare la vita delle persone?
La musica può essere determinante, è anche vero che
rimane una questione molto personale. Può renderti felice o triste,
crea sensazioni euforiche e grandi idee. Ma cambiare la vita, dici?
Forse per i musicisti nell'avere improvviso successo?
Qual è il punto in cui
l'hardstyle può smarrire la sua identità? Fin dove si può spingere
questo genere musicale?
Dipende come tu definisci «l'identità dell'hardstyle».
Non considero la musica statica, bensì dinamica e in perenne
evoluzione. Cinquant'anni fa non esisteva la musica elettronica e io
non posso fare previsioni su come sarà fatta nel 2063; potrà
assomigliare a qualcosa di molto diverso dall'esperienza attuale. Per
quanto riguarda l'hardstyle noi tenteremo di guadagnare nuovi fans e
sostenitori che premino il nostro genere. Spero che noi tutti saremo
in grado di supportare tutto questo per tanti anni producendo nuove
grandi canzoni e facendo magnifici shows.