Divieto di espatrio e obbligo di firma per l'artista che domenica scorsa
si è inchiodato i testicoli al ciottolato della Piazza Rossa, per
protestare contro quella che ha definito la «trasformazione della Russia
in uno stato di polizia». Come riportano oggi le agenzie russe, citando
il dipartimento moscovita del ministero dell'Interno, Piotr Pavlensky è
indagato per «teppismo». Reato che, in questo caso, potrebbe costargli
fino a cinque anni di detenzione. Si tratta del secondo
tentativo delle
forze dell'ordine di portare l'artista davanti ai giudici.
Il 10 novembre, il 29enne pietroburghese aveva trascorso 90 minuti
seduto, nudo, sotto le mura del Cremlino, di fronte al mausoleo di
Lenin, con i genitali inchiodati al ciottolato. Dopo averlo portato in
ospedale e poi al commissariato per alcune ore, la polizia ha chiesto al
tribunale di accusarlo per «atti di vandalismo minori» (che prevedono
pene, che vanno dalla sanzione amministrativa, a 15 giorni di
detenzione).
Il giudice ha, però, rimandato indietro il fascicolo, spiegando che i
documenti presentati dalla polizia non giustificavano l'apertura di un
procedimento penale. Non è la prima volta che Pavlensky sceglie forme di
protesta estreme: l'anno scorso si era cucito le labbra contro
l'arresto delle Pussy Riot, mentre nel maggio scorso era stato
arrestato, dopo aver arrotolato fil di ferro intorno al suo corpo, nudo
fuori dall'Assemblea legislativa di San Pietroburgo.
Fonte: www.unita.it