L'amicizia, è noto fra i fortunati
ardimentosi che riescono a viverla in pienezza e genuinità, diviene
motore propulsivo di progetti, collaborazioni e sinergie. Lo sanno
bene in casa The hammers, duo dedito alla musica hardstyle e
riunitosi in seno all'organizzazione di eventi Insound. Si tratta di
Cristian Catanese, meglio noto con il nome d'arte di Double C, e
Stefano Saija, ovvero Zazu. Ambedue hanno appunto raffinato sotto
forma artistica la reciproca esperienza individuale dietro alle
consolle, quella più estesa di Cristian e quella più breve e fresca
di Stefano. E, se come sentenziavano i latini «I nomi sono la
conseguenza delle circostanze», i nostri
dimostrano di non scordare
la storia; i loro live infatti consentono loro di «martellare» la
audience con sonorità alquanto incisive. L'ultimo singolo è un
ulteriore manifesto programmatico, quella «The show of the rebels»
uscita il 28 ottobre e che promette di mettere e ferro e fuoco la
stagione di clubbing 2013-2014. Il loro dj set con il palco condiviso
con il mostro sacro del genere Brennan Heart e appunto l'uscita di
detto pezzo si fa occasione di confronto con il nostro blog allo
Spazio A4 club di Santhià.
Avete esordito nel mercato discografico
con la traccia dal titolo molto esplicito «Suck my dick»
(letteralmente «Succhiami il cazzo») per poi di recente dare alle
stampe «The show of the rebels». Parlatemi di questi pezzi, delle
differenze che ravvisate fra loro e di quello che si devono aspettare
i vostri sostenitori per il futuro.
Ci siamo messi a produrre insieme quasi
per caso, proprio alla «Suck my dick»; il titolo della prima
traccia, lo sappiamo, è volgare, però non ha riferimenti
particolari, richiama quello che si dice nel vocals portante. Dietro
a un duo e quindi anche a noi ci devi vedere proprio il divertimento
dello stare insieme; ovviamente siamo amici al di là dei The
hammers, è venuto naturale passare da una parte all'altra. Il primo
pezzo era più sullo stile reverse, adesso siamo progrediti seguendo
la linea che regna nel mercato.
Come si collega l'esperienza
individuale che entrambi avete maturato come Double C e Zazu nella
formazione dei The hammers?
Abbiamo età diverse ed esperienza
diversa, ma lavoriamo nella notte insieme già da diverso tempo; il
gioco, dopo la prima produzione, si è fatto più serio e tutti e due
ci siamo divertiti a trasferire in un idea comune quello che abbiamo
imparato negli scorsi anni.
(Double C) _ Io suono dal 1996 e sono
stato uno dei fondatori di Insound insieme Doctor Zot, Marco
Demolition e Analogic boy.
(Zazu) _ Io suonavo come Zazu,
all'inizio come dj emergente ma provavo a costruire piccole
produzioni, di certo gli anni sul groppone di Cristian mi stanno
facendo crescere molto.
Come pensate che un duo giovane come il
vostro possa farsi largo nel mercato discografico odierno, tanto
pieno di proposte, gruppi e artisti?
E' un momento difficilissimo per
uscire; ora si può accedere alla produzione tramite molte vie, in
web ci sono un mare di tutorial. Siamo contenti che tanti giovani
stiano uscendo e dimostrando bravura. Detto sinceramente, noi però
lo facciamo soprattutto per divertimento; la giornata in studio e la
serata a suonare ci gasa, quello che viene in più tanto di
guadagnato. Il ruolo del dj è cambiato tantissimo rispetto a una
quindicina di anni fa; oggi il dj ha senso a fianco di un producer.
Negli ultimi anni il marketing in fatto
di hardstyle e hardcore è molto chiaro: video con belle donne, folle
oceaniche, larghi sorrisi, il cuore fatto con le dita. Tutto rimanda
a uno stile di vita vincente e moderno. Voi collegate la musica che
seguite a uno stile di vita particolare? E, se sì, in cosa consiste?
Siamo concentrati sul divertimento
puro: non vogliamo lanciare messaggi se non quello di unirsi in
amicizia intorno alla musica, ci piace pensare che il nostro
entusiasmo passi alla gente. Come dicevi bene, il mondo hard è
disegnato a tavolino, il contorno conta molto, c'è da dire che
alcune tracce che escono rimangono fenomenali al di là della
cornice. Prima, senza youtube e i social network, una canzone era
bella o basta, magari non sapevi neanche chi l'avesse fatta. Volenti
o nolenti, noi ci allineiamo comunque a quella linea pubblicitaria;
apparteniamo al mondo hardstyle, non potremmo fare diversamente se
vogliamo essere credibili nel 2013, pur cercando di lasciare
un'impronta personale.
Come vi ponete davanti a quelle canzoni
che tendono a portare l'hardstyle sotto una forma più «democratica»,
commerciale, catchy e fruibile? Penso a tracce come Wildstylez «Year
of summer», Toneshifterz «Last night» o Da Tweekaz & Wasted
Penguinz «Island refuge».
A noi piace sia il lato commerciale sia
quello spinto; quando suoniamo per prima nella serata, scaldiamo
l'anima della pista con un registro più allegro. Bisogna creare
l'atmosfera e allora ci muoviamo nella varietà che oggi c'è. In
base alla time table uno si adegua e spulcia da tutto il mercato
odierno. Alcuni colleghi sono più orientati alla purezza dei tempi
antichi e si muovono solo in territorio remember; ognuno segue la sua
strada.
Come descrivereste a un ragazzo che non
ha mai sentito parlare di hardstyle questo genere musicale?
Qualcosa che ti deve entrare subito;
l'importante è che non ti limiti ad avere preconcetti. Devi pensare
che c'è un sacco di lavoro dietro a quello che senti, non è solo
cassa ignorante; ci sono melodie, break degni di colonne sonore di
film, per dirne uno «Extraordinary happiness» di Wildstylez. Forse
non piace a qualcuno, ma il movimento hardstyle oggi è diventato
anche commerciale, il che favorisce l'avvicinamento di molti più
ragazzi di prima. Speriamo che molto di loro non si limitino a
giudicare a priori, ma vivano la nottata e respirino quella
bellissima atmosfera che si abbiamo qui.
Double C so avere avuto un ruolo
primario nella formazione anni fa dell'organizzazione Insound. Come
si mantengono alti gli stimoli, l'attenzione alle nuove uscite e la
voglia di fare sempre nottate lunghe dopo anni e anni di «militanza»?
(Double C) _ Devi sentirtelo dentro;
io, se non faccio un sabato notte così, mi manca l'aria. La musica e
lo stare a contatto con la gente è tutta la mia vita. Sappiamo che
il nostro pubblico è giovane, perché dopo i 20 anni si inizia ad
andare di più a donne e si cambiano gusti in fatto di musica.
(Stefano) _ Nella maggior parte dei
casi però non si tratta di vera passione quella; se la musica fa
davvero parte di te, magari abbandoni le nostre serate, ma poi ti dai
ad altri settori di musica.
Quali sono gli aspetti che maggiormente
vi gratificano quando le persone commentano i vostri live o le vostre
canzoni?
La critica più importante o vedere
ballare o no; è la consolle il vero banco di prova, la risposta
fisica è la più istintiva e importante, oltre al colpo d'occhio che
abbiamo dall'alto e che è una delle cose più gratificanti del
mondo. Oggi a volte la stessa gente che balla il tuo set è la stessa
a scrivere cose inesatte su facebook, noi questi fenomeni di
protagonismo non li capiamo. La rete ha cambiato tutto: prima il
pubblico era più genuino, adesso spesso balla pezzi che ha già
prima sentito e si è perso un po' di spirito. Sebbene sappiamo che i
social oggi sono fondamentali per farsi conoscere, per certi aspetti
crediamo siano una vera rovina.
Questa sera allo Spazio A4 c'è ospite
Brennan Heart. Data la caratura del personaggio e l'alone di
importanza che vi gravita attorno (vedasi anche il documentario a lui
dedicato), ritenete che prima o poi lui possa espandersi anche ad
altri generi legandosi del tutto al mainstream?
Lui vedremo cosa farà, ma lo stanno
già facendo altri come Headhunterz; lui è proprio la risposta alla
tua domanda. E' cambiato e lo fa anche bene, quindi si può ed è
giusto così.
Ritenete che l'ascolto anche di generi
molto diversi dall'hardstyle possa avvantaggiare il produttore? Se
sì, cosa ascoltate di solito?
Niente paraocchi in fatto di musica.
Pop, drum, dub e si prende spunto; prendi ad esempio la dubstep, che
è entrata nel mondo elettro e nell'hardstyle. La dub, dopo il boom
di Skryllex, si estese un po' dappertutto, onestamente anche in modo
esagerato.
(Stefano) _ Io ascolto molta
progressive house; ti racconto questa cosa in proposito: ero in
macchina con Ran D, che mi richiese espressamente di non mettere
hardstyle nell'autoradio, ma tracce che ascoltavo io, canzoni che si
sentivano molto in Italia, da cui poter prendere spunto. Mi colpì
proprio il fatto che me lo domandò espressamente per prendere
spunto.
Lanciate un messaggio ai ragazzi che
vengono alle serate. Quali atteggiamenti possono essere più
produttivi per un'affermazione ulteriore della scena?
Siate meno critici, divertitevi, vivete
di più la serate, state meno sui social. La musica è vita, non
dimenticatelo mai. Certe volte vediamo dei commenti su internet che
fanno venire la pelle d'oca per la loro follia, magari sui big; come
si fa a criticare in quel modo i Noisecontrollers ad esempio? Sono i
produttori più perfetti a questo mondo e curano tutto nei minimi
dettagli.
(Stefano) _ Anche se ho qualche anno in
meno di voi, la penso come voi; quando andavo a ballare da ragazzino,
non c'era facebook, che sta implementando il mercato in modo
allucinante, ma sta distruggendo lo stile dei rapporti umani.