A cosa dovremmo rinunciare per essere davvero felici?
Alcuni atteggiamenti sono limitanti. Ostacolano le nostre aspettative e
il desiderio di vivere meglio e con serenità che tutti noi in fondo al
nostro cure proviamo. Ci sono alcune zavorre emotive e alcune abitudini
deleterie che possiamo abbandonare se vogliamo
intraprendere davvero il
cammino della felicità, non banale, ma autentica.
A volte siamo capaci di complicarci così
tanto la vita da non saper riconoscere la felicità quando ce la
troviamo davanti e quando la viviamo. Ecco 10 cose che dovremmo provare ad abbandonare
in cambio della vera felicità. Il percorso potrà sembrare piuttosto
duro, ma il premio sarà forse una delle massime svolte della nostra
vita, soprattutto se tendiamo ad essere sempre preoccupati, cupi e di
umore nero.
1) Competizione
Si può vincere senza competere.
Lo sapevate? Ognuno dovrebbe proseguire dritto sulla propria strada,
seguendo i propri sogni, desideri e progetti, senza tenere conto degli
obiettivi (più belli, più grandi, più elevati...) degli altri e,
soprattutto, senza entrare in competizione con loro. Perché la vera sfida è solo con se stessi.
La vita non è fatta per essere sprecata in un continuo paragone con chi
ci circonda, che siano amici, conoscenti, famigliari o persino perfetti
sconosciuti in cui è facile imbattersi nell'era di internet. Guardate
dritto alla meta, non lasciatevi distrarre dai traguardi raggiunti dagli
altri, ma allo stesso tempo siate aperti all'aiuto e alla
collaborazione, ancora una volta senza competizione. Sarete i veri
vincitori.
2) Pettegolezzi
Non si tratta di esprimere critiche più o meno costruttive, ma di prendere parte a vere e proprie sessioni di gossip. Il pettegolezzo
è un'arma a doppio taglio che sarebbe meglio non impugnare mai. Ci si
perde nel pettegolezzo: prima ci si diverte ad essere carnefici e poi si
rischia di diventare le prossime vittime. Lasciamo perdere le dicerie,
fondate o infondate che siano. Il pettegolezzo è divertente all'inizio e
può aiutare ad unire un gruppo di amici o colleghi, ma a lungo andare
diventa deleterio. E' inutile. Invece dei soliti pettegolezzi, meglio raccontare qualche barzelletta divertente. Oltre ai comuni pettegolezzi, abbandoniamo anche le cattiverie gratuite espresse verso persone conosciute o sconosciute con qualsiasi mezzo.
3) Giudizi altrui
Solo noi sappiamo chi siamo veramente.
Non siamo ciò che gli altri pensano di noi e non siamo nemmeno la somma
delle loro opinioni su di noi. Soprattutto, non siamo lo specchio di un giudizio espresso, magari frettolosamente, dagli altri.
E non dovremmo mai cadere nella trappola di voler piacere a tutti per
ricevere soltanto elogi o per evitare le critiche. La nostra personalità
ne verrebbe del tutto snaturata. E' facile dunque ripensare a questo
punto all'importanza di essere se stessi senza lasciarsi abbagliare o
sottomettere dalle opinioni e dai giudizi di chi ci circonda.
4) Collera
Cerchiamo di abbandonare in fretta la
rabbia, la collera e il risentimento quando arrivano a bussare alla
nostra porta. Il fegato è l'organo che corrisponde per tradizione alla
collera e alla rabbia. Qui si accumulano i sentimenti negativi che
possono portare a gravi sofferenze, sia fisiche che emotive. La collera in Ayurveda
viene considerata come un fuoco che brucia troppo dentro di noi e che
rischia di consumarci. Dal punto di vista dell'alimentazione, contro la
collera l'Ayurveda consiglia di consumare cibi rinfrescanti, ad esempio
la frutta e la verdura cruda. Anche bere qualcosa di freddo quando
sentite la collera salire può aiutare a calmare i sentimenti distruttivi
e a chiarificare la mente.
5) Serietà eccessiva
Non prendiamoci mai troppo sul serio.
Andiamo alla ricerca della leggerezza sia nei confronti di noi stessi
che per quanto riguarda l'immagine che vorremmo dare agli altri del
nostro sé. Ciò non significa trasformarsi all'improvviso in giullari. E'
importante mantenere serietà nello svolgere la propria professione, ma
una cosa è lavorare con scrupolo, mentre altra cosa è essere cupi, sempre troppo concentrati su se stessi, senza mai un sorriso
o una parola cortese da rivolgere a chi incontriamo durante le nostre
giornate. Sorridere a se stessi e al mondo è la strategia vincente per
guadagnare qualche attimo di felicità in più.
6) Rimpianti
Non possiamo cambiare il nostro passato, ma possiamo plasmare il nostro presente e il futuro.
Se abbiamo dei rimpianti per un mancato traguardo o per determinati
comportamenti nei confronti di noi stessi o di altre persone, molto
probabilmente siamo ancora in tempo per cambiare rotta e per trovare la
soluzione. Esistono anche rimpianti ormai inutili e problemi
irrisolvibili. In questo caso cerchiamo di abbandonare i pensieri e le
zavorre che ci legano troppo a situazioni precedenti della nostra vita e
andiamo avanti.
7) Preoccupazioni inutili
Se un problema ha una soluzione, perché preoccuparsi? E se non ne ha una, perché preoccuparsene ancora? Le preoccupazioni inutili e insensate
sono una perdita di tempo. Fanno in modo che i nostri pensieri
continuino ad incanalarsi in un vicolo cieco e a scontrarsi con un muro
insormontabile. Se dovete prendere una decisione importante, chiedete
aiuto a persone di cui vi fidate, ma poi prendete del tempo solo per voi
stessi. Rilassatevi, dedicatevi alla meditazione, passate una giornata
di completo svago, magari rigenerandovi camminando in un parco. Mettete
da parte le preoccupazioni almeno per alcune ore, dedicatevi ad altro e
poi, se esistono, le soluzioni ai problemi arriveranno da sole, magari
con un'intuizione improvvisa.
8) Vittimismo
Non sempre siamo vittime. A volte siamo noi stessi a dipingerci come vittime. E' l'atteggiamento chiamato vittimismo,
proprio di chi si lamenta oltre il dovuto per problemi di poco conto e
di chi crede di non avere alcun ruolo nel poter cambiare il corso della
propria vita. Con il vittimismo si tende a mettere da parte le proprie
responsabilità rispetto agli obiettivi che ci si era prefissati,
compresa la felicità stessa. A volte le situazioni spiacevoli colpiscono
anche le persone positive. A differenziarle dalle altre – in
particolare da chi fa la vittima – è la capacità di reazione: mettono subito da parte le lamentele e agiscono per cambiare le cose, anche soltanto di una virgola.
9) Perfezionismo
Mirare ad un ideale assoluto di
perfezione può far male e portare le persone ad isolarsi. In realtà,
dato che ognuno di noi è una persona unica e sempre perfettibile, la perfezione assoluta non esiste.
Non si tratta di rinunciare ad impegnarsi al meglio nel lavoro e nelle
passioni, ma di vivere in modo più rilassato e di rendersi conto che la
riuscita complessiva a volte può contare molto di più dei dettagli
imperfetti che ci tormentano. Possiamo fissare una meta realistica e
raggiungere l'eccellenza rispetto al nostro obiettivo senza perderci
nelle minuzie e soprattutto senza perdere di vista il progetto finale,
nella sua totalità e complessità.
10) Denaro
Rinunciare al denaro – o meglio, mettere da parte la bramosia di denaro – è probabilmente la scelta più difficile. Ci sono persone nel mondo che vivono felici senza soldi.
Hanno rinunciato al conto in banca e hanno cambiato la loro vita. Sono
esempi virtuosi che non tutti riuscirebbero a seguire, ma che potrebbero
comunque aiutarci a riflettere. Si dice spesso che i soldi non facciano
la felicità, ma che in qualche modo possano essere d'aiuto per
ottenerla. Tutto dipende dal tipo di felicità che si desidera
raggiungere, se materiale o interiore. Non è detto che una persona molto
ricca sia più felice di chi non lo è. Dal nostro atteggiamento verso il
denaro e, soprattutto, verso la vita.
Fontr: www.greenme.it