Almeno otto decessi e decine di casi di effetti cardiaci e psichiatrici. È preoccupante il bilancio delle conseguenze del consumo di energy drink in Francia presentato al congresso europeo di cardiologia
svoltosi nei giorni scorsi a Barcellona da 15 tra cardiologi,
psichiatri, psicologi e neurologi guidati da Milou-Daniel Drici, e
rappresenta una conferma delle cautele e perplessità espresse da molti
esperti dove queste bibite sono diventate di massa.
Gli energy drink sono stati introdotti in Francia nel 2008,
e l’anno successivo sono entrati a far parte di uno schema specifico di
sorveglianza, grazie al quale tutti i casi di possibili eventi
indesiderati, riferiti spontaneamente da chi ne è vittima, vengono
registrati dalle autorità sanitarie locali e nazionali e, soprattutto,
dall’agenzia per la sicurezza alimentare AGNES.
Dai dati raccolti è emerso che tra il 2009 e la fine del 2012, sono
stati segnalati 257 casi, 212 dei quali con informazioni sufficienti per
effettuare una valutazione completa.
In totale 95 persone hanno avuto sintomi cardiovascolari,
74 psichiatrici e 57 neurologici, e molti ne hanno avuto più di uno
insieme. Ci sono stati otto decessi, mentre 46 persone hanno sofferto di
aritmie, 13 di angina e 3 di ipertensione. Il principale effetto
indesiderato, osservato in 60 soggetti, è stato la sindrome da caffeina,
cioè una tachicardia accompagnata da tremori, ansia e cefalea. Inoltre
si sono avuti alcuni casi di decessi improvvisi e inspiegabili, aritmie
gravi e infarti che potrebbero essere associati al consumo di energy
drinks.
Secondo Milou-DanielDrici: «Il 96% dei cosiddetti
energy drink è a base di caffeina, e una lattina media, da 250 ml, ne
contiene quanto due espressi. La caffeina agisce liberando in misura
massiccia calcio nel cuore, e questo può causare aritmie anche fatali, e
compromettere la capacità del cuore di usare l’ossigeno, con danni su
tutto l’organismo. Oltre alla caffeina, poi, il 52% di queste bibite
contiene taurina, il 33% glucuronolattone e due terzi vitamine. I
giovani, tipicamente, le consumano di sera, in bar e discoteche, spesso
in dosi massicce per non sentire l’effetto dell’alcol che bevono durante
la stessa serata, con gravi rischi di effetti sulla salute, di
incidenti stradali e di gravi danni da eccesso di alcol. I ragazzi le
consumano durante o dopo l’attività sportiva, rischiando di amplificare
gli effetti negativi sul cuore».
Tra il 2009 e il 2011 le vendite di energy drink in
Francia sono aumentate del 30%, raggiungendo la cifra 30 milioni di
litri, il 40% dei quali è rappresentato dal brand più conosciuto. Oggi i
prodotti in vendita sono 103, consumati in due casi su tre fuori casa.
Il bilancio è tutt’altro che rassicurante, e le dimensioni del mercato
sono molto ampie. Per questo motivo Drici ricorda che: «Persone con
aritmie catecolaminergiche, sindrome del Q-T lungo e angina non
dovrebbero in nessun caso assumere queste bevande, che possono
peggiorare le loro condizioni, con conseguenze anche fatali. Il pubblico
in generale dovrebbe essere informato del fatto che gli energy drink
sono assolutamente da evitare durante o subito dopo l’attività sportiva,
e che il consumo insieme all’alcol peggiora i possibili danni di
entrambi i tipi di sostanze. Infine – ha concluso – tutti coloro che ne
fanno uso dovrebbero comunicarlo al proprio medico. I medici, dal canto
loro, dovrebbero avvisare tutti i pazienti, soprattutto quelli a rischio
cardiovascolare, dei pericoli associati a queste bibite, e chiedere ai
più giovani se ne fanno uso regolare o addirittura eccessivo».
Fonte: www.ilfattoalimentare.it
Fonte: www.ilfattoalimentare.it