Non sembrino robetta le recenti statistiche sulla quantità dei vegetariani e dei vegani nel nostro Paese: il 7% ha optato per basare la propria vita sul non consumo di carne-pesce nel caso dei primi e nel non consumo di carne-pesce-latticini per i secondi. Parliamo di circa 5 milioni di persone nello stivale e la percentuale è destinata a crescere a fronte di
una crescente coscienza civile e umana refrattaria alla brutalità con cui l'uomo tratta il regno animale e l'ambiente. La rete ha il suo merito veicolando messaggi, posizioni di pensiero, immagini e filmati; l'interattività dello "sharare" tutta questa messe di informazioni non fa che rendere sempre più consapevoli e meno ignoranti gli abitanti di questa Terra. Si aggiunga che importanti oncologi e medici di fama internazionale da anni ormai asseverano l'urgenza per ciascuno di noi di impostare uno stile di vita salubre e che la carne, soprattutto se assunta in quantità cospicue e rossa, va in direzione antitetica al benessere. A rendere potente tale percorso e a dotarlo di forza d'urto ci pensano da decenni le associazioni, diffuse un po' in tutti il globo e che non vedono l'Italia dormire sugli allori. Una di queste è Essere animali (VEDI SITO WEB), la cui mission consiste nella divulgazione a quante più persone possibili della causa animalista. Con quali strumenti ce lo spiega Claudio Pomo, responsabile delle campagne di questo ente che si estende in tre Regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Marche.
una crescente coscienza civile e umana refrattaria alla brutalità con cui l'uomo tratta il regno animale e l'ambiente. La rete ha il suo merito veicolando messaggi, posizioni di pensiero, immagini e filmati; l'interattività dello "sharare" tutta questa messe di informazioni non fa che rendere sempre più consapevoli e meno ignoranti gli abitanti di questa Terra. Si aggiunga che importanti oncologi e medici di fama internazionale da anni ormai asseverano l'urgenza per ciascuno di noi di impostare uno stile di vita salubre e che la carne, soprattutto se assunta in quantità cospicue e rossa, va in direzione antitetica al benessere. A rendere potente tale percorso e a dotarlo di forza d'urto ci pensano da decenni le associazioni, diffuse un po' in tutti il globo e che non vedono l'Italia dormire sugli allori. Una di queste è Essere animali (VEDI SITO WEB), la cui mission consiste nella divulgazione a quante più persone possibili della causa animalista. Con quali strumenti ce lo spiega Claudio Pomo, responsabile delle campagne di questo ente che si estende in tre Regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Marche.
Come nasce l'esperienza Essere animali?
Siamo persone che si conoscevano già in precedenza e che portavano episodi di attivismo in campo animalista. Lo scopo era ed è di dare forza al messaggio e concretizzare progetti con investigazioni che mostrino dal vivo l'orrore che tanti animali devono subire tutti i giorni in tutte le città e in numeri altissimi. A noi si devono campagne specifiche come i cani beagle di Green hill, o i laboratori di vivisezione Morini per non parlare di "Visoni liberi" contro gli allevamenti di visoni per le pellicce. La differenza di oggi rispetto al passato è che prima nascevano progetti che morivano quando il risultato era ottenuto; ora abbiamo idee a lungo termine verso un cambiamento sociale e culturale sul tema. Ci auguriamo di contribuire a un processo di miglioramento così com'è stato per il razzismo, il sessismo.
L'associazione non dispone di una sede fisica, i membri comunicano tramite la tecnologia per ritrovarsi regolarmente in riunioni fisiche. Si può parlare di un vero comitato direttivo che tira le fila?
Ci consideriamo un gruppo orizzontale e al concetto di "direttivo" preferiamo quello di nucleo fondante; siamo una decina di persone.
Nella letteratura sull'argomento spunta spesso un vocabolo: antispecismo, che solitamente viene considerata la mentalità di uscire dal parametro di "specie" e da presunte gerarichie di superiorità tra un gruppo animale e l'altro.
Idealmente ci riconosciamo in questi concetti: consideriamo ogni creatura di questo mondo dotata della stessa dignità delle altre; ma non ci piace molto come termine: è difficile da far capire alla gente e soprattutto ad "anti" preferiamo "pro". Ci piace pro-porre, pro-muovere. Il nostro non è un movimento univoco ma molto variegato: c'è chi vorrebbe gabbie più larghe per gli animali e chi non le vorrebbe proprio, senza contare le differenze di metodi di intervento. Non è possibile essere tutti d'accordo, ciò accade in tutti i gruppi umani. Ci sono associazioni animaliste con cui non vorremmo mai collaborare, altre di cui sposiamo appieno lo stile. Tanto per essere chiari, noi non vogliamo nessuna gabbia; la schiavitù dei neri non è finita con l'allungamento della catene, le catene sono state tolte del tutto.
Una recente investigazione di Essere animali denominata "Viaggi senza ritorno" (GUARDA IL VIDEO), oltre ad essere finita tra le pagine virtuali di questo blog (LEGGI L'ARTICOLO), è apparsa su Il fatto quotidiano ed ha collezionato molto
i commenti astiosi da parte di detrattori infuriati.
Gli onnovori e i carnivori hanno bisogno di difendersi, è una forma psicologica; quanto vedono filmati di un certo tipo, indirettamente si sentono accusati e reagiscono con impeto. Noi lo accettiamo e personalmente, esserendo vegetariano da 22 anni e vegano da 18, potrei raccontarti centinaia di volte in cui la gente si stupiva delle mie scelte. In quell'indagine abbiamo dimostrato e documentato semplicemente la verità: l'Italia è il primo Paese in Europa per il consumo di carne di cavallo, soprattutto il sud e la Puglia l'hanno come forma culturale. Per mantenere questo primato una quantità sterminata di poveri cavalli vengono vilipesi nella loro dignità, picchiati, maltrattati, offesi e poi bellamente ammazzati. Tutto questo per far arrivare la loro carne nei nostri piatti e giustificare il soddisfacimento del gusto del nostro palato. Gli animalisti così vengono percepiti come il nemico quando invece propongono solo un cambiamento ragionevole. Noi non molliamo e non ci lasciamo indebolire dalle tante critiche: sono certo, certissimo non solo che sempre più persone stanno aprendo gli occhi ma anche che arriveremo in un futuro in cui la percentuale si ribalterà e i carnivori verranno ghettizzati. Il processo andrà per passaggi, intanto collezioniamo ottimi obiettivi e breve e medio termine valutando che negli ultimi 30 anni la presa di coscienza sui diritti degli animali si è incrementata enormemente. Poi i consumi di carne sono in perenne decrescita, le macellerie sembrano negozi anacronistici, di una volta. Piano piano il frutto del lavoro di attivisti come noi e una rinnovata cultura del rispetto renderanno giustizia.
Nel dettaglio quali sono le attività di Essere animali?
Le campagne per cui ad esempio da un anno e mezzo portiamo avanti "Visoni liberi", la raccolta fondi, dare informazioni, disobbedienza civile, i momenti informativi nelle città. Una cosa che ci piace è stare sulle strade e regalare assaggi di cibo vegano per dimostrare che è buono tanto quanto quello considerato "normale". Poi conferenze, incontri di vario genere, proiezioni di filmati, senza contare l'organizzazione di grandi eventi come l'ultimo MiVeg a Milano insieme ad altri due enti.
Ogni vegetariano e ogni vegano possono raccontare di sentirsi in minoranza un po' ovunque quando espongono la loro scelta alimentare. Le opposizioni degli interlocutori sono sempre le stesse più o meno; quali di queste ti danno personalmente più fastidio?
Sono convinto che l'integralismo non porti lontano: mettere in discussione i punti di vista è importante e mettersi in discussione è importante. Se diventi arrogante e credi di avere la verità in tasca e di appartenere a un'élite illuminata, hai perso in partenza, ti autoescludi. Io non cerco di convincere gli altri della perfezione delle mie idee, parlo semplicemente delle mie scelte lanciando dei semi che magari un giorno daranno buoni frutti. Le persone le catturi coinvolgendole non impondendo loro qualcosa! Detto questo, ci sono le battute, le offese e gli sfottò e a questo ci fai l'abitudine. Mi dà molto fastidio quando chiedono perché interessarsi così tanto agli animali e non alle persone soprattutto ai bambini. Ma interessarsi di una cosa non esclude l'altra: io ho scelto l'attivismo per gli aninali ma non odio i bambini, li amo anzi; un altro farà l'attivista per i diritti dei bimbi perché questo gli nasce dentro e forse amerà anche gli animali. Poi se ne sentono per tutti i gusti: quelli che sostengono che per natura gli animali sono cacciatori l'uno sull'altro e quindi è giusto che l'uomo cacci gli altri. Ma è assurdo parlare di attività naturale per gente di questa società che di naturale ha ben poco. nata com'è tra la tecnologia e la grande distribuzione. Dirò di più: storicamente l'uomo è frugivoro...
Scusa, ti interrompo: non conosco questo termine...
Significa che all'inizio l'uomo mangiava solo frutta e solo dopo ha scoperto la caccia con l'avvento di attrezzi. Alcuni fra i più grossi animali del mondo come l'orango tango, tra l'altro simile all'uomo, o l'elefante sono erbivori. E sono animali fortissimi, carne non ne mangiano. La carne non è l'unico alimento che offre proteine, è assurdo doverlo dire ancora nel 2014 con tutti gli studi scientifici della scienza dell'alimentazione. Ma la cultura e soprattutto, questo lo voglio sottolineare, l'abitudine, rende la maggior parte degli uomini dediti al consumo di carne. Alcuni forse non sanno nemmeno che c'è un'alternativa in legumi, cereali, semi, germogli; non lo sanno per prigrizia, perché si è sempre mangiato carne. Ma la situazione cambierà.
Alcuni parlano di perdita di posti di lavoro in caso di abolizione della carne per alimentazione, quasi che la questione etica potessere essere risolta da necessità di casta professionale...
E' normale che nei grandi cambiamenti sociali culturali avvengano cambiamenti a parti della società; non dico sarebbe un bene la soppressione della professione di macellaio, ma l'etica e il rispetto per gli animali non può giustificare la loro presenza. Il macellaio in sé e per sé non è crudele, è solo desensibilizzato; lavorare in un macello non piace a nessuno, oggi in quei luoghi lavorano per lo più immigrati e le piccole macellerie stanno chiudendo tutte. Diamo al macellaio un'alternativa, sono certo sarebbe più felice fuori da quelle mura. Ci sono studi sullo stress post traumatico di uomini che hanno lavorato nei mattatoi: tasso elevato di suicidi, ansia, aumento dell'aggressività, malattie di vario genere. Eppure su tutto questo cala una terribile censura: nessuno sembra saperlo, nessuno ne parla.
Mi incuriosisce molto la pratica dell'investigazione; come fate?
Ci muoviamo sotto copertura infiltrandoci in allevamenti zootecnici e macelli con telecamere nascoste; oppure entriamo in questi posti senza infrazioni e documentiamo la situazione. C'è di tutto: animali morti, feriti, sanguinanti, ammassati, piangenti, un tripudio di sangue e morte. Le investigazioni si fanno un po' su tutti i gruppi: noi le abbiamo svolte su maiali, visoni, la produzione delle uova, i cavalli come detto prima.
Ma come riuscite nel primo caso che citi e entrare nel mattatoio senza destare sospetto?
Preferisco non dirtelo.
Ma quale mood interiore, quale sentimento sgorga nel cuore e negli occhi dell'attivista quando si trova davanti a quelle brutture e nella maggior parte dei casi a parte documentare non può far niente?
Scatta una desolante frustrazione: assisti a cose tremende e ti si stringe il cuore, vorresti liberare tutte le creature che vedi. Ma non puoi, in quel caso devi stare attento, non devono capire le tue reali intenzioni; a volte ci vogliono mesi per terminare il lavoro e, quando arrivi fino a Striscia la notizia o il Tg1, sei soddisfatto e sai che tutto il doloro provato per aver visto la sofferenza degli animali ha avuto un senso. Non è qualcosa che tutti possono fare; anche fra noi ci sono quelli che si occupano di altro perché hanno altre attitudini. In quel caso stacchi il cuore e fai partire solo il cervello; inoltre c'è anche una parte tecnica da far rendere al meglio, parlo di foto e video e cerchi di concentrarti su quello. I filmati con violenze e uccisioni sono pesanti e i primi tempi ti devi sforzare molto per reggere la visione; io con il tempo ci ho fatto l'abitudine e questa "freddezza", che poi freddezza non è mai, mi fa andare avanti meglio e più efficacemente.
Tu hai fatto investigazioni andando in mattatoi e allevamenti di nascosto?
Sì.
Vi sono mai capitate situazioni in cui vi hanno riconosciuto e dunque pericoli?
15 agosto 2013: stavamo fuori da un allevamento di visoni a riprendere al di là della rete: gli operatori sono usciti minacciosi e ci hanno inseguito in macchina per tipo 10 chilometri fino a speronarci più volte. Per fortuna, quando ci siamo diretti verso la questura, se ne sono andati lasciandoci in pace. La cosa è passata anche al Tg1, in quei momenti frenetici abbiamo avuto la lucidità di documentare con le riprese video.
Che mi dici del fatto che alcuni vegani accusano i vegetariani di limitatezza non comprendendo che anche consumare uova-latte-formaggio equivale a costringere gli animali a una vita orribile e di sfruttamento?
Noi vogliamo puntare sulla positività, su valori che uniscano: il vegetariano non lo vediamo come un limitato o un "traditore", anzi è uno che ha svolto uno splendido cambiamento a va rispettato. E' da coinvolgere per indurlo a fare un passo in più se è possibile. Lasciami dire una cosa sul latte di origine animale: l'uomo è l'unico essere vivente che si nutre di latte materno di altre specie. Vogliamo capire che un liquido destinato a crescere vitelli non va bene anche per bambini? E' tanto difficile?
Cosa mi racconti a proposito del crudismo, una scelta che mi pare ancora più estrema del veganismo?
Me ne sono molto interessato nell'ultimo anno sia sotto l'aspetto della salute e dell'impatto ambientale; ovviamente l'aspetto animalista la fa da padrone per me, ma questi altri due elementi non li dimentico. Ho mangiato molto crudo, mi sto convincendo che quella sia la vera alimentazione sana con cui vai a introdurre l'alimento in tutta la sua pienezza. Pensa al germoglio, che i più non sanno nemmeno cosa sia: lì c'è esplosione della forza naturale!
Cosa rispondi a coloro i quali sostengono che, sofferenza per sofferenza, gli animalisti dovrebbero considerare anche il dolore delle piante estirpate per nurtrirvi?
Non credo davvero sia dimostrato scientificamente che i due tipi di sofferenza siano di uguale portata, tanto più che le piante non hanno il sistema nervoso centrale. Mi pare anche intuitivo che l'animale ha tutto un suo apparato di emozioni e di nervi che gli fanno provare autentico struggimento fisico e psicologico a causa nostra. Noi abbiamo in massima considerazione l'ambiente: il vegano fa abbattere molto meno alberi del carnivoro senza contare l'inquinamento che gli allevamenti intensivi portano a livelli paurosi.
E se un domani il sostantivo "vegano" sparisse dai vocabolari e dall'uso comune giacché quella scelta diventerebbe la norma; il vero ghettizzato sarebbe dunque l'onnivoro, no?
La psicologa Melanie Joy nel suo noto e da ma apprezzatissimo libro "Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le pellicce" parla di "carnismo" eleggendola certamente come ideologia dominante ma facendo riflettere sulle sue contraddizioni. Forse tra un tot di anni vedremo un ribaltamento, me lo auguro di cuore.
Ma... Gli esami del sangue vanno bene?
Il primo esame del sangue lo feci 13 anni dopo essere diventato vegetariano; da allora tutto a posto, ho solo il ferro un po' alto e per il resto i principali valori come colesterolo o glicemia in regola.