Otto ore sulle punte e per cena uno yogurt e una mela. La competizione è
spietata, l'inseguimento della perfezione fisica estenuante. Fino alla
malattia, è il grido lanciato due anni fa dalla ballerina della Scala
Maria Francesca Garritano: «Una ragazza su cinque è anoressica». Il
teatro milanese la licenziò per giusta causa, oggi la sezione lavoro
della Corte d'appello ha accolto il ricorso, ha annullato la sentenza di
primo grado che le dava torto e ha disposto il suo reintegro nel corpo
di ballo. Per la Scala c'è ancora la Cassazione, ma ora deve rispettare
il verdetto e far tornare la Garritano sul palco.
VESSAZIONI SULLE PUNTE
Maria Francesca ha vinto la sua battaglia: «Sono felice. Adesso però sto insegnando e non posso stare al telefono», taglia corto. Ha 36 anni, non ha mai abbandonato il mondo della danza e quel licenziamento in tronco del teatro in cui è entrata
VESSAZIONI SULLE PUNTE
Maria Francesca ha vinto la sua battaglia: «Sono felice. Adesso però sto insegnando e non posso stare al telefono», taglia corto. Ha 36 anni, non ha mai abbandonato il mondo della danza e quel licenziamento in tronco del teatro in cui è entrata
sedicenne l'ha amareggiata. «Abbiamo
sempre ritenuto di aver ragione, non c'è mai stato alcun intento di
danneggiare la Scala, si è creata una serie di equivoci e questo
finalmente è stato capito», afferma il suo avvocato Alessandro Russo.
Tutto nasce dal libro «La verità, vi prego, sulla danza», firmato con lo
pseudonimo di Mary Garrett. Scrive dei sacrifici, delle fragilità, dei
problemi alimentari. Il quotidiano Observer la intervista e la solista
apre uno squarcio su quella che, dice, è la realtà del corpo di ballo
della Scala. Nulla di più lontano dai romantici tutù e dalla leggiadria
delle punte: racconta dell'inseguimento ossessivo della magrezza, di
operazioni di riduzioni del seno, anoressia, bulimia e depressione. Di
regimi alimentari dissennati che portano al ricovero, che sono alla base
di fratture ossee e possono causare infertilità. Accuse gravi, alle
quali la Scala ha risposto con il licenziamento. Così motivato: «Lesione
dell'immagine e rottura del rapporto di fiducia».
PARAMETRI PERFETTI
Nessun sostegno è arrivato dalle compagne. «All'uscita dell'articolo sull'Observer le colleghe erano molto infastidite, perché tutto si può dire meno che qui ci sia istigazione all'anoressia», assicura un dipendente del teatro. Solo nell'ultimo anno e mezzo «nove ballerine sono diventate mamme». Niente vessazioni nè restrizioni alimentari insostenibili, dunque. Anche se, come ha ammesso Liliana Cosi, ex prima ballerina della Scala e protagonista dello ”Schiaccianoci” con Nureyev al Bolshoi, «tutte le ballerine hanno problemi alimentari, me compresa. E' normale e fa parte del lavoro». L'etoile ricorda le pressioni psicologiche: «esistono dei parametri. Al Bolshoi chiedono che una ballerina di un metro e 60 pesi 37 chili, mentre ai miei tempi erano 47». Non solo: «Per entrare all'Opera di Parigi bisogna presentare l'albero genealogico per verificare se in famiglia ci sono stati casi di obesità». Insomma, «se la denuncia della Garritano solleva un dibattito pubblico sulla questione, il sistema è questo. Ti vogliono anoressica? Vai via». Maria Francesca invece ha continuato la sua battaglia contro l'anoressia: ha fondato ”Danza in Salute”, per insegnare a stare sulle punte senza mortificazioni.
Nessun sostegno è arrivato dalle compagne. «All'uscita dell'articolo sull'Observer le colleghe erano molto infastidite, perché tutto si può dire meno che qui ci sia istigazione all'anoressia», assicura un dipendente del teatro. Solo nell'ultimo anno e mezzo «nove ballerine sono diventate mamme». Niente vessazioni nè restrizioni alimentari insostenibili, dunque. Anche se, come ha ammesso Liliana Cosi, ex prima ballerina della Scala e protagonista dello ”Schiaccianoci” con Nureyev al Bolshoi, «tutte le ballerine hanno problemi alimentari, me compresa. E' normale e fa parte del lavoro». L'etoile ricorda le pressioni psicologiche: «esistono dei parametri. Al Bolshoi chiedono che una ballerina di un metro e 60 pesi 37 chili, mentre ai miei tempi erano 47». Non solo: «Per entrare all'Opera di Parigi bisogna presentare l'albero genealogico per verificare se in famiglia ci sono stati casi di obesità». Insomma, «se la denuncia della Garritano solleva un dibattito pubblico sulla questione, il sistema è questo. Ti vogliono anoressica? Vai via». Maria Francesca invece ha continuato la sua battaglia contro l'anoressia: ha fondato ”Danza in Salute”, per insegnare a stare sulle punte senza mortificazioni.
Fonte: www.ilmessaggero.it