Le cerimonie tradizionali religiose e
spirituali accompagnano l'umanità da che si ricordi e percorrono
trasversalmente popoli differenti fra loro. Affare questo non solo di
etnologi e studiosi con la puzza sotto il naso: tutt'altro! Il senso
del sacro prorompe violentemente dalle cattedre accademiche per
investire molti uomini con credenze varie.
Questo e molto altro nel lavoro lungo
circa 25 minuti scritto e diretto da Luca Ruocco, romano di adozione
ma calabrese di nascita, il quale ha cercato
con un'osservazione partecipante di calarsi nelle festività paesane della sua Catanzaro.
con un'osservazione partecipante di calarsi nelle festività paesane della sua Catanzaro.
Il giovane regista inquadra il fenomeno
bilanciandosi fra le due suddette prospettive: da un lato fa parlare
una docente universitaria di antropologia, dall'altro si butta nella
strada vincendo il pudore della gente calabra soprattutto anziana.
L'opera, che flirta con la fiction ma estrae dal bavero il piglio documentale, crea un feeling
con lo spettatore affrancandosi dal regionalismo più
autoreferenziale per aprirsi al mondo. Quasi a sposare il concetto
che l'anelito alla divinità è un aspetto comune a tutti i gruppi
sociali e a molti individui.
Con le dovute specificità della terra
calabra però: si parla dunque di “cattolicesimo meridionale” per
indicare quella modalità di vivere la fede cristiana in modo
decisamente carnale (aggettivo non detto a caso, si veda per
credere), palpitante e totale. E Ruocco non nega nulla, anzi spinge
il piede sull'acceleratore e, con il rispetto tipico dell'antropologo
scevro di giudizio, lascia parlare bocche, volti e fatti
impreziosendoli con un'atmosfera a tratti squisitamente teatrale.
In questo film dalla virtuosa dualità
anche la fotografia rimpalla fra un fumoso bianco e nero e una luce
alquanto accesa in cui colori e particolari emergono in tutta la loro
natura.
L'unico limite può risiedere nella
particolarità della proposta e nella non totale comprensione da
parte di chi quel genere di episodi sociali non li conosce bene. Ma
costituisce indubbiamente una finestra sul mondo preziosa, perchè
rimanda a un modo di vivere il culto magari diametralmente opposto al
proprio, ma affascinante e provvisto di dignità. Dignità perchè, e
qui si eleva la qualità del tutto, Ruocco è bravo a far risaltare
che per questi “poveri” (sia detto senza alcun giudizio di
valore) concepiscono del tutto naturalmente questa esigenza, portando
avanti un meccanismo culturale nonostante il dolore fisico e la
spiccata anti-modernità.
Ruocco è personaggio creativo e
poliedrico; co-fondatore nel 1999 della compagnia teatrale,
produzione video e musicale indipendente “Doppio senso unico”, è
scrittore di soggetti e sceneggiature per cortometraggi, film e
spettacoli teatrali oltre che attore e regista. Vanta anche una serie
di collaborazioni nella critica cinematografia, ambito per cui dal
2010 è fondatore e direttore del portale web Ingenerecinema.